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Francesco Guidicini – L’essere in luce
Francesco Guidicini ritrae per The Sunday Times i personaggi che hanno ricevuto, nel corso della settimana più risonanza sulla stampa, e la loro immagine, pubblicata a piena pagina, è una sorta di editoriale.
Comunicato stampa
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“Il ritratto è luce, sfondo, espressione, un assurdo tentativo di fermare il tempo. La nostra piccola mummia tascabile come se veramente fossimo esistiti…” [Francesco Guidicini]
Francesco Guidicini ritrae per The Sunday Times i personaggi che hanno ricevuto, nel corso della settimana più risonanza sulla stampa, e la loro immagine, pubblicata a piena pagina, è una sorta di editoriale.
I soggetti ritratti in primo piano, attori, uomini politici e di cultura, premi Nobel e scrittori (tra cui Sting, Schumacher, Paul Newman, Doris Lessing, Keira Knightley e tanti altri) guardano in camera, in un rapporto diretto, prima con il fotografo che li ritrae, poi con chi guarda la fotografia.
I ritratti di Guidicini sono sempre un momento particolare, di riconoscimento e simbiosi, un rapporto filtrato unicamente dalla luce. Francesco Guidicini infatti non ama le pose e la costruzioni stilistiche. L’approccio è più possibile naturale, per lasciare spazio al soggetto, al suo essere, piuttosto che al fotografo e alla sua maniera di fotografare: “…lascio che la luce incontri la persona che fotografo, anche se, specialmente a queste latitudini rischio di trovarmi con un pugno di mosche. Cerco di lasciare che le cose accadano senza troppo interferire”.
Francesco Guidicini (1960) bolognese, dopo vari studi, lavori, poesie, peripezie e viaggi, nel 1997 si dedica professionalmente alla fotografia.
Caratteristica dei suoi lavori è il forte legame che ha sempre voluto mantenere tra fotografia e poesia. Dopo le prime foto di paesaggi, astrazioni e still life, attraverso cui ha acquisito grande dimestichezza con la luce e i riflessi, si è rivolto in particolare al ritratto e al reportage, ispirandosi inizialmente ad autori come Cartier-Bresson, Eugene Smith, Dorothea Lange, ma anche a fotografi pictorialist come Julia Margareth Cameron e Nadar, fino a delineare un suo personale stile riconosciuto in tutto il mondo.
Nel 1992 dopo un corso di fotogiornalismo all’università di Sheffield comincia a collaborare con Rex Features e The Sunday Times, The Indipendent.
Il tempo libero lo passa nelle gallerie d’arte e nei musei, dove cerca e trova ispirazione nei grandi maestri, da Caravaggio ai ritrattisti del Nord Europa, Vermeer e Rembrandt, che gli insegnano il modo di usare la luce e la composizione.
Nel frattempo lavora sulla fotografia per cortometraggi e impara ad usare la luce sull’immagine in movimento. I corti a cui collabora vincono a Torino e Arcipelago Roma, e sono presentati a vari Festival nel mondo, tra cui Cannes.
Il suo lavoro fotografico è pubblicato sulle maggiori testate internazionali: Stern, Paris Match, Donna di Repubblica, Time Magazine, Aperture, Hong Kong Morning Post).
Nel 2003 tre suoi ritratti sono stati acquistati dalla National Portrait Gallery.
Francesco Guidicini ritrae per The Sunday Times i personaggi che hanno ricevuto, nel corso della settimana più risonanza sulla stampa, e la loro immagine, pubblicata a piena pagina, è una sorta di editoriale.
I soggetti ritratti in primo piano, attori, uomini politici e di cultura, premi Nobel e scrittori (tra cui Sting, Schumacher, Paul Newman, Doris Lessing, Keira Knightley e tanti altri) guardano in camera, in un rapporto diretto, prima con il fotografo che li ritrae, poi con chi guarda la fotografia.
I ritratti di Guidicini sono sempre un momento particolare, di riconoscimento e simbiosi, un rapporto filtrato unicamente dalla luce. Francesco Guidicini infatti non ama le pose e la costruzioni stilistiche. L’approccio è più possibile naturale, per lasciare spazio al soggetto, al suo essere, piuttosto che al fotografo e alla sua maniera di fotografare: “…lascio che la luce incontri la persona che fotografo, anche se, specialmente a queste latitudini rischio di trovarmi con un pugno di mosche. Cerco di lasciare che le cose accadano senza troppo interferire”.
Francesco Guidicini (1960) bolognese, dopo vari studi, lavori, poesie, peripezie e viaggi, nel 1997 si dedica professionalmente alla fotografia.
Caratteristica dei suoi lavori è il forte legame che ha sempre voluto mantenere tra fotografia e poesia. Dopo le prime foto di paesaggi, astrazioni e still life, attraverso cui ha acquisito grande dimestichezza con la luce e i riflessi, si è rivolto in particolare al ritratto e al reportage, ispirandosi inizialmente ad autori come Cartier-Bresson, Eugene Smith, Dorothea Lange, ma anche a fotografi pictorialist come Julia Margareth Cameron e Nadar, fino a delineare un suo personale stile riconosciuto in tutto il mondo.
Nel 1992 dopo un corso di fotogiornalismo all’università di Sheffield comincia a collaborare con Rex Features e The Sunday Times, The Indipendent.
Il tempo libero lo passa nelle gallerie d’arte e nei musei, dove cerca e trova ispirazione nei grandi maestri, da Caravaggio ai ritrattisti del Nord Europa, Vermeer e Rembrandt, che gli insegnano il modo di usare la luce e la composizione.
Nel frattempo lavora sulla fotografia per cortometraggi e impara ad usare la luce sull’immagine in movimento. I corti a cui collabora vincono a Torino e Arcipelago Roma, e sono presentati a vari Festival nel mondo, tra cui Cannes.
Il suo lavoro fotografico è pubblicato sulle maggiori testate internazionali: Stern, Paris Match, Donna di Repubblica, Time Magazine, Aperture, Hong Kong Morning Post).
Nel 2003 tre suoi ritratti sono stati acquistati dalla National Portrait Gallery.
26
gennaio 2005
Francesco Guidicini – L’essere in luce
Dal 26 gennaio al 26 febbraio 2005
fotografia
Location
CIVICO 32
Bologna, Via Nazario Sauro, 21, (Bologna)
Bologna, Via Nazario Sauro, 21, (Bologna)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì 11–24
Vernissage
26 Gennaio 2005, ore 20,30
Autore
Curatore