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Bartolomeo Migliore – Mono
Nella mostra MONO il volume e la sonorità di questa parola si abbinano soprattutto a mono-colori: fondo nero con interventi viola, bianco, argento.
Comunicato stampa
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Sabato 19 febbraio, LipanjePuntin artecontemporanea ha il piacere di presentare MONO, una mostra personale di Bartolomeo Migliore (1960, Santena - Torino) a cura di Martina Cavallarin.
Artista bulimico affamato di linguaggio, suono e colore, Migliore usa toni acidi e stridenti.
Il suo universo pittorico è uno spazio nero concepito a bassa fedeltà in cui segno e colore ammiccano a graffitisti e rockettari. Nei suoi lavori la parola ha importanza per il significato e la forma mentre un ritmo distorto di chitarra elettrica si srotola sulla tela come un racconto di vita quotidiana. La sua ricerca pittorica parte dalle suggestioni grafiche della scena musicale indipendente e dal recupero di frammenti di testo di canzoni che fanno parte del suo background personale. L'uso del lettering da parte di Migliore s'impone in contrasto con la ricerca nel colore degli sfondi e con l'intreccio di simboli ispirati a quelli frequentemente utilizzati dalle etichette indipendenti. In questo particolare caso le scritte, al contrario del lettering nella sua formula propria, non perdono il loro significato letterale, o meglio lo perdono contestualmente, per recuperarne un altro, coniato dall'artista.
Migliore campiona abitualmente frasi e stili grafici usandoli cacofonicamente. I riferimenti appartengono, per la maggior parte, alla scena punk e dark degli anni Ottanta: Joy Division, Sonic Youth, Ramones, un genere di musica che ha decisamente contribuito a svoltare da un appiattimento della produzione attraverso l'utilizzo di espressioni e contenuti dissacranti.
Nella mostra MONO il volume e la sonorità di questa parola si abbinano soprattutto a mono-colori: fondo nero con interventi viola, bianco, argento. Come nella musica monofonica il suono è compatto ed unico, così il fondo nero stringe e costringe le parole che appaiono sulla tela. Un solo canale visivo, nero e parola. La tecnica, fatta da colori acrilici e matita su tela, si abbina ad una scritta multistrato in cui un doppio yeah compare, tracciato prima più grande, poi più piccolo e segnato in modo calligrafico, proprio come un logo.
Dunque, decostruisce Migliore, allunga i segni e i simboli, fa stridere le parole e dà respiro alle correnti contemporanee del sottosuolo metropolitano con i ritmi pulsanti dei colori distesi ed energetici, ed il suono esce violento da un canale monofonico mentre la parola emerge dal monocromo fondo del nero più nero della tela.
Artista bulimico affamato di linguaggio, suono e colore, Migliore usa toni acidi e stridenti.
Il suo universo pittorico è uno spazio nero concepito a bassa fedeltà in cui segno e colore ammiccano a graffitisti e rockettari. Nei suoi lavori la parola ha importanza per il significato e la forma mentre un ritmo distorto di chitarra elettrica si srotola sulla tela come un racconto di vita quotidiana. La sua ricerca pittorica parte dalle suggestioni grafiche della scena musicale indipendente e dal recupero di frammenti di testo di canzoni che fanno parte del suo background personale. L'uso del lettering da parte di Migliore s'impone in contrasto con la ricerca nel colore degli sfondi e con l'intreccio di simboli ispirati a quelli frequentemente utilizzati dalle etichette indipendenti. In questo particolare caso le scritte, al contrario del lettering nella sua formula propria, non perdono il loro significato letterale, o meglio lo perdono contestualmente, per recuperarne un altro, coniato dall'artista.
Migliore campiona abitualmente frasi e stili grafici usandoli cacofonicamente. I riferimenti appartengono, per la maggior parte, alla scena punk e dark degli anni Ottanta: Joy Division, Sonic Youth, Ramones, un genere di musica che ha decisamente contribuito a svoltare da un appiattimento della produzione attraverso l'utilizzo di espressioni e contenuti dissacranti.
Nella mostra MONO il volume e la sonorità di questa parola si abbinano soprattutto a mono-colori: fondo nero con interventi viola, bianco, argento. Come nella musica monofonica il suono è compatto ed unico, così il fondo nero stringe e costringe le parole che appaiono sulla tela. Un solo canale visivo, nero e parola. La tecnica, fatta da colori acrilici e matita su tela, si abbina ad una scritta multistrato in cui un doppio yeah compare, tracciato prima più grande, poi più piccolo e segnato in modo calligrafico, proprio come un logo.
Dunque, decostruisce Migliore, allunga i segni e i simboli, fa stridere le parole e dà respiro alle correnti contemporanee del sottosuolo metropolitano con i ritmi pulsanti dei colori distesi ed energetici, ed il suono esce violento da un canale monofonico mentre la parola emerge dal monocromo fondo del nero più nero della tela.
19
febbraio 2005
Bartolomeo Migliore – Mono
Dal 19 febbraio al 05 aprile 2005
arte contemporanea
Location
LIPANJEPUNTIN ARTE CONTEMPORANEA
Trieste, Via Armando Diaz, 4, (Trieste)
Trieste, Via Armando Diaz, 4, (Trieste)
Orario di apertura
mar_sab 11-19.30 o su appuntamento. Lunedì e festivi chiuso
Vernissage
19 Febbraio 2005, ore 19
Autore
Curatore