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Vittore Fossati
Le fotografie in mostra fanno parte del lavoro Genova sviluppato nell’ambito del progetto Atlante italiano 003 promosso dal DARC. A queste si aggiunge Ploumanach 2002, un’opera appartenente al lavoro Viaggio in un paesaggio terrestre.
Comunicato stampa
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Vittore Fossati è nato ad Alessandria, dove risiede, nel 1954. Ha cominciato ad occuparsi di fotografia nel 1977. Ha partecipato ai progetti di Luigi Ghirri Iconicittà (1979), Penisola (1983), Viaggio in Italia (1984) ed Esplorazioni sulla via Emilia. Vedute nel paesaggio (1986).
Ha lavorato per L’Archivio dello Spazio (Provincia di Milano, 1987-1997) e per l’Associazione Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea. Nel 2003 la DARC (Direzione per l’arte e l’architettura contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività culturali), nell’ambito del concorso ad inviti Atlante italiano 003, gli assegna il primo premio per il lavoro sull’arco portuale di Genova. Recentemente, sempre a cura della DARC, ha preso parte alla mostra Sguardi contemporanei. 50 anni di architettura italiana, nell’ambito della IX Mostra Internazionale di Architettura di Venezia. Le opere di Vittore Fossati sono conservate all’interno di diverse collezioni italiane ed estere.
Vittore Fossati appartiene a quella “scuola di paesaggio” italiana che ha visto in Luigi Ghirri maestro e punto di riferimento indiscusso nel dibattito internazionale, trasversale fra le arti, sul senso del “luogo” e del “contesto” nella cultura contemporanea. In linea con questa corrente, la fotografia è per Fossati prima di tutto uno strumento intellettuale e affettivo per entrare in relazione con la complessità del mondo esterno e tentare di raccontare le molte storie che in esso sono intessute (Roberta Valtorta, 2004). Abbandonata deliberatamente ogni forma di eclatante virtuosismo espressivo, si tratta di un lavoro che mette in scena il gusto per il “non evento”, che esprime la consuetudine dell’artista di ritornare e di insistere con lo sguardo su una medesima situazione, cogliendo il senso più profondo dell’insieme tra le pieghe e nei dettagli. Lo spazio tra l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande era riempito dall’infinitamente complesso: l’uomo, la sua vita, la natura (Luigi Ghirri, 1978).
La ricerca progettuale nell’opera di Vittore Fossati ha portato inoltre l’autore a lavorare sul paesaggio per farlo diventare oggetto di una composizione ma al tempo stesso soggetto di una rappresentazione. E’ forse questo l’aspetto in cui la sensibilità dell’autore si rivela in modo più autentico, nel desiderio di creare una relazione fra l’immagine e chi ne fruisce. Se l’artificio di un’inquadratura centrale invita lo spettatore ad entrare nella scena fotografata, in una visione decisamente romantica che si ispira alla lezione di Caspar David Friedrich, l’attenzione assoluta per gli equilibri e per le corrispondenze fra le linee portanti dell’immagine permette in realtà allo spettatore stesso di andare tranquillamente oltre all’immagine così proposta, passare attraverso lo specchio dato da una rappresentazione apparentemente distaccata e immutabile, per scoprire al di là tutto il gioco, tutta l’ironia e la poesia del suo autore.
Le fotografie in mostra fanno parte del lavoro Genova sviluppato nell’ambito del progetto Atlante italiano 003 promosso dal DARC. A queste si aggiunge Ploumanach 2002, un’opera appartenente al lavoro Viaggio in un paesaggio terrestre.
Elena Re
Ha lavorato per L’Archivio dello Spazio (Provincia di Milano, 1987-1997) e per l’Associazione Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea. Nel 2003 la DARC (Direzione per l’arte e l’architettura contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività culturali), nell’ambito del concorso ad inviti Atlante italiano 003, gli assegna il primo premio per il lavoro sull’arco portuale di Genova. Recentemente, sempre a cura della DARC, ha preso parte alla mostra Sguardi contemporanei. 50 anni di architettura italiana, nell’ambito della IX Mostra Internazionale di Architettura di Venezia. Le opere di Vittore Fossati sono conservate all’interno di diverse collezioni italiane ed estere.
Vittore Fossati appartiene a quella “scuola di paesaggio” italiana che ha visto in Luigi Ghirri maestro e punto di riferimento indiscusso nel dibattito internazionale, trasversale fra le arti, sul senso del “luogo” e del “contesto” nella cultura contemporanea. In linea con questa corrente, la fotografia è per Fossati prima di tutto uno strumento intellettuale e affettivo per entrare in relazione con la complessità del mondo esterno e tentare di raccontare le molte storie che in esso sono intessute (Roberta Valtorta, 2004). Abbandonata deliberatamente ogni forma di eclatante virtuosismo espressivo, si tratta di un lavoro che mette in scena il gusto per il “non evento”, che esprime la consuetudine dell’artista di ritornare e di insistere con lo sguardo su una medesima situazione, cogliendo il senso più profondo dell’insieme tra le pieghe e nei dettagli. Lo spazio tra l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande era riempito dall’infinitamente complesso: l’uomo, la sua vita, la natura (Luigi Ghirri, 1978).
La ricerca progettuale nell’opera di Vittore Fossati ha portato inoltre l’autore a lavorare sul paesaggio per farlo diventare oggetto di una composizione ma al tempo stesso soggetto di una rappresentazione. E’ forse questo l’aspetto in cui la sensibilità dell’autore si rivela in modo più autentico, nel desiderio di creare una relazione fra l’immagine e chi ne fruisce. Se l’artificio di un’inquadratura centrale invita lo spettatore ad entrare nella scena fotografata, in una visione decisamente romantica che si ispira alla lezione di Caspar David Friedrich, l’attenzione assoluta per gli equilibri e per le corrispondenze fra le linee portanti dell’immagine permette in realtà allo spettatore stesso di andare tranquillamente oltre all’immagine così proposta, passare attraverso lo specchio dato da una rappresentazione apparentemente distaccata e immutabile, per scoprire al di là tutto il gioco, tutta l’ironia e la poesia del suo autore.
Le fotografie in mostra fanno parte del lavoro Genova sviluppato nell’ambito del progetto Atlante italiano 003 promosso dal DARC. A queste si aggiunge Ploumanach 2002, un’opera appartenente al lavoro Viaggio in un paesaggio terrestre.
Elena Re
12
gennaio 2005
Vittore Fossati
Dal 12 gennaio al 26 febbraio 2005
arte contemporanea
Location
THE BOX
Torino, Via Della Rocca, 28, (Torino)
Torino, Via Della Rocca, 28, (Torino)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 15-19,30
Vernissage
12 Gennaio 2005, ore 18
Autore