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L’arte tessile di Piero Zedde
Una mostra di 40 arazzi, che Piero Zedde, partendo dalla matrice etnica, ha rivisitato e reinterpretato attraverso la sua personale e profonda esperienza artistica
Comunicato stampa
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Da venerdì 7 gennaio a lunedì 7 marzo, il foyer di platea del Teatro Lirico di Cagliari, recentemente rinnovato ed ampliato nelle volumetrie grazie al decisivo impegno del Comune di Cagliari, ospiterà la mostra di Piero Zedde. 40 opere, rappresentative dei momenti più significativi della produzione dell’artista, saranno in mostra, per la prima volta in una selezione così ampia. In fitta successione scorrono, davanti allo sguardo dello spettatore, l’abbacinante luminosità e preziosità dei suoi arazzi che Piero Zedde, partendo dalla matrice etnica, ha rivisitato e reinterpretato, mutuandoli attraverso la sua personale e profonda esperienza artistica.
L’inaugurazione della mostra, alla presenza dell’artista, si terrà giovedì 6 gennaio alle 18.30.
Piero Zedde, pittore, scultore, designer, è artista versatile e ricercatore sapiente. Gli elementi fondanti della sua riflessione estetica e della sua opera di infaticabile promotore culturale sono l’amore per l’antichissima perizia artigiana e il desiderio di innestare su quella perizia l’urgenza espressiva dell’arte e della modernità.
Dopo alcuni anni dedicati all’insegnamento, dal 1967, e per oltre trent’anni, fino al 1999, lavora per l’I.S.O.L.A. (Istituto Sardo per l’Organizzazione del Lavoro Artigiano). In qualità di responsabile del coordinamento tecnico e artistico, svolge un ruolo di determinante rilevanza nella creazione di una dialettica vitale tra l’immaginazione artistica e il fare artigiano, di un progredire senza soluzione di continuità dal gesto atavico al pensiero contemporaneo. Dopo la feconda stagione aurorale, che ha visto Ubaldo Badas ed Eugenio Tavolara alla guida dell’I.S.O.L.A., Zedde promuove e concretizza una ridefinizione del ruolo dell’Istituto nel senso di un rinnovamento, che sia però in grado di salvaguardare le specificità della tradizione. Coltiva l’ambizioso disegno di sostenere una crescita organica e naturale di un inestimabile patrimonio di forme, di arricchire l’identità con il confronto. Il suo operare è supportato dalle esperienze maturate in numerosissimi viaggi di studio. Inghilterra, Francia, Russia, Stati Uniti d’America, Spagna, Repubblica Ceca, Olanda, Germania, Giappone, Australia, Canada, Cina: ovunque si rechi, Zedde compie un’indagine approfondita intorno alle prerogative dell’arte di quei paesi. Dal 1981 coordina la produzione, progetta e allestisce la Biennale dell’artigianato a Sassari: proprio all’edizione del 1981, l’undicesima, attribuisce emblematicamente il titolo Magia di simboli antichi nella casa d’oggi. Per la quattordicesima Biennale, nel 1988, cura i rifacimenti di preziosi manufatti antichi e li espone affrontati ai prototipi di nuovi tappeti. Nel 1991, alla quindicesima Biennale, con la mostra Firmato, rinsalda il nesso imprescindibile tra arte e design, coinvolgendo dieci pittori sardi nella realizzazione di altrettanti contributi all’innovazione tessile e documentandoli nel relativo catalogo con la presentazione di Manlio Brigaglia e le pagine critiche di Giorgio Pellegrini. Nella diciassettesima Biennale del 1995 una sezione ceramica è ispirata alle iconografie e ai simboli legati alle festività pasquali, in una riattribuzione di significato ai motivi ornamentali, l’origine dei quali si perde agli albori della civiltà. Con grande coerenza, anche nelle iniziative che pure non ricadono sotto l’egida dell’I.S.O.L.A., Zedde recupera aspetti della tradizione espunti dall’immaginario collettivo, restituendo loro nuova capacità di emozionare: tra il 1992 e il 1993 cura ad Oliena Jocos, esponendo stupendi giocattoli di legno, e sempre nel 1993 presenta, a Villanovaforru, i pupazzi di Tavolara nella mostra Un popolo di legno, avvalendosi della critica di Giuliana Altea.
Il percorso artistico di Zedde è colto, originale, caleidoscopico: nel 1981 illustra la rivista di letteratura La grotta della vipera; nel 1982 realizza gli arazzi per la Banca Popolare di Sassari ed espone a Milano con Aligi Sassu, Maria Lai e Costantino Nivola; nel 1984 è presente al York Dale Center di Toronto e realizza una scultura di cristallo per la sede del Banco di Sardegna nella città di Colonia. Nel 1986 scolpisce un bassorilievo in ceramica e legno per Villanovaforru; nel 1987 plasma dieci sculture in ceramica, esposte poi nel 2001, a Cagliari, in 100 anni di ceramica. Del 1987 è anche il primo degli arazzi creati da Zedde per l’Aga Khan, del quale Salvatore Naitza scrive tutto l’incanto. Nel 1988, nell’ambito della rassegna Trame di luce, a Gavoi, Zedde elabora un’installazione all’interno di una casa tradizionale. Nel 1991 sperimenta gli effetti estetici della cera sugli arazzi. Nel 1992 per Cerdeña Isla de colores, all’Expo di Siviglia, dipinge peculiari figurazioni a tempera, con la dominante del nero. Intanto, tra il 1984 e il 1986, è docente dell’Istituto Europeo di Design; nel 1988 pubblica Diario, dieci “proposte grafico pittoriche da intrecciare agli orditi”, corredate dal testo di Placido Cherchi, e nel 1993, per le edizioni Janus, Il sole e l’ordito, altri progetti per arazzi. Nel 1997 e nel 1998 Zedde lavora, per oltre un anno, a nuovi arazzi, destinati alla residenza in Normandia dell’Aga Khan. Tra la fine del 2003 e gli inizi del 2004 le sue più recenti creazioni - “paesaggi dell’anima che sanno di campi bruciati, di panni di velluto, di ruvido orbace” - sono esposte nella personale di Cagliari X l’arte in Sardegna, a cura di Alessandra Menesini.
Nella seconda metà degli anni Novanta matura l’idea di un Museo del Tessuto, che trovi sede a Isili, nei locali dell’antico convento dei Padri Scolopi: non un museo etnografico, di mera testimonianza, ma uno spazio dove si concretizzi quella unione di arte e artigianato, pensiero e manualità, presente e passato, modernità e tradizione. Dopo anni di studio dei materiali e delle tecniche, Zedde firma trenta arazzi originali: i fili si colorano di tinte naturali; la lana dei tessuti antichi s’intreccia con l’essenzialità dello spago e della rafia, la singolarità della plastica, i barbagli del rame, le luminescenze dell’oro e dell’argento; le suggestioni di tempi remoti con la lezione del Bauhaus. Il Museo per l’Arte del Tessuto - inaugurato nel 1999 - è un luogo unico al mondo, una costellazione di trame e di orditi, gettati come un ponte di luce sulla storia. (da: Biografia, testo di Simona Campus, catalogo della mostra, Teatro Lirico di Cagliari, 2005)
Il catalogo della mostra, a cura delle Arti Grafiche Pisano, presenta un testo critico di Giorgio Pellegrini, note biografiche di Simona Campus e 30 opere a colori. Piero Zedde sarà a disposizione del pubblico per visite guidate su prenotazione.
La mostra di Piero Zedde prosegue il nuovo progetto del Teatro Lirico di Cagliari dedicato all’arte contemporanea che continuerà per il resto del 2005 e presenta il foyer di platea del Teatro quale nuovo importante punto di incontro cittadino e nuovo spazio per la fruizione dell’arte: gli ambienti più ampi nel rispetto dell’originario progetto architettonico, l’illuminazione modificata, le pareti ridipinte e perfettamente sgombre, consentono un respiro maggiore ed un uso più appropriato delle volumetrie del Teatro.
L’inaugurazione della mostra, alla presenza dell’artista, si terrà giovedì 6 gennaio alle 18.30.
Piero Zedde, pittore, scultore, designer, è artista versatile e ricercatore sapiente. Gli elementi fondanti della sua riflessione estetica e della sua opera di infaticabile promotore culturale sono l’amore per l’antichissima perizia artigiana e il desiderio di innestare su quella perizia l’urgenza espressiva dell’arte e della modernità.
Dopo alcuni anni dedicati all’insegnamento, dal 1967, e per oltre trent’anni, fino al 1999, lavora per l’I.S.O.L.A. (Istituto Sardo per l’Organizzazione del Lavoro Artigiano). In qualità di responsabile del coordinamento tecnico e artistico, svolge un ruolo di determinante rilevanza nella creazione di una dialettica vitale tra l’immaginazione artistica e il fare artigiano, di un progredire senza soluzione di continuità dal gesto atavico al pensiero contemporaneo. Dopo la feconda stagione aurorale, che ha visto Ubaldo Badas ed Eugenio Tavolara alla guida dell’I.S.O.L.A., Zedde promuove e concretizza una ridefinizione del ruolo dell’Istituto nel senso di un rinnovamento, che sia però in grado di salvaguardare le specificità della tradizione. Coltiva l’ambizioso disegno di sostenere una crescita organica e naturale di un inestimabile patrimonio di forme, di arricchire l’identità con il confronto. Il suo operare è supportato dalle esperienze maturate in numerosissimi viaggi di studio. Inghilterra, Francia, Russia, Stati Uniti d’America, Spagna, Repubblica Ceca, Olanda, Germania, Giappone, Australia, Canada, Cina: ovunque si rechi, Zedde compie un’indagine approfondita intorno alle prerogative dell’arte di quei paesi. Dal 1981 coordina la produzione, progetta e allestisce la Biennale dell’artigianato a Sassari: proprio all’edizione del 1981, l’undicesima, attribuisce emblematicamente il titolo Magia di simboli antichi nella casa d’oggi. Per la quattordicesima Biennale, nel 1988, cura i rifacimenti di preziosi manufatti antichi e li espone affrontati ai prototipi di nuovi tappeti. Nel 1991, alla quindicesima Biennale, con la mostra Firmato, rinsalda il nesso imprescindibile tra arte e design, coinvolgendo dieci pittori sardi nella realizzazione di altrettanti contributi all’innovazione tessile e documentandoli nel relativo catalogo con la presentazione di Manlio Brigaglia e le pagine critiche di Giorgio Pellegrini. Nella diciassettesima Biennale del 1995 una sezione ceramica è ispirata alle iconografie e ai simboli legati alle festività pasquali, in una riattribuzione di significato ai motivi ornamentali, l’origine dei quali si perde agli albori della civiltà. Con grande coerenza, anche nelle iniziative che pure non ricadono sotto l’egida dell’I.S.O.L.A., Zedde recupera aspetti della tradizione espunti dall’immaginario collettivo, restituendo loro nuova capacità di emozionare: tra il 1992 e il 1993 cura ad Oliena Jocos, esponendo stupendi giocattoli di legno, e sempre nel 1993 presenta, a Villanovaforru, i pupazzi di Tavolara nella mostra Un popolo di legno, avvalendosi della critica di Giuliana Altea.
Il percorso artistico di Zedde è colto, originale, caleidoscopico: nel 1981 illustra la rivista di letteratura La grotta della vipera; nel 1982 realizza gli arazzi per la Banca Popolare di Sassari ed espone a Milano con Aligi Sassu, Maria Lai e Costantino Nivola; nel 1984 è presente al York Dale Center di Toronto e realizza una scultura di cristallo per la sede del Banco di Sardegna nella città di Colonia. Nel 1986 scolpisce un bassorilievo in ceramica e legno per Villanovaforru; nel 1987 plasma dieci sculture in ceramica, esposte poi nel 2001, a Cagliari, in 100 anni di ceramica. Del 1987 è anche il primo degli arazzi creati da Zedde per l’Aga Khan, del quale Salvatore Naitza scrive tutto l’incanto. Nel 1988, nell’ambito della rassegna Trame di luce, a Gavoi, Zedde elabora un’installazione all’interno di una casa tradizionale. Nel 1991 sperimenta gli effetti estetici della cera sugli arazzi. Nel 1992 per Cerdeña Isla de colores, all’Expo di Siviglia, dipinge peculiari figurazioni a tempera, con la dominante del nero. Intanto, tra il 1984 e il 1986, è docente dell’Istituto Europeo di Design; nel 1988 pubblica Diario, dieci “proposte grafico pittoriche da intrecciare agli orditi”, corredate dal testo di Placido Cherchi, e nel 1993, per le edizioni Janus, Il sole e l’ordito, altri progetti per arazzi. Nel 1997 e nel 1998 Zedde lavora, per oltre un anno, a nuovi arazzi, destinati alla residenza in Normandia dell’Aga Khan. Tra la fine del 2003 e gli inizi del 2004 le sue più recenti creazioni - “paesaggi dell’anima che sanno di campi bruciati, di panni di velluto, di ruvido orbace” - sono esposte nella personale di Cagliari X l’arte in Sardegna, a cura di Alessandra Menesini.
Nella seconda metà degli anni Novanta matura l’idea di un Museo del Tessuto, che trovi sede a Isili, nei locali dell’antico convento dei Padri Scolopi: non un museo etnografico, di mera testimonianza, ma uno spazio dove si concretizzi quella unione di arte e artigianato, pensiero e manualità, presente e passato, modernità e tradizione. Dopo anni di studio dei materiali e delle tecniche, Zedde firma trenta arazzi originali: i fili si colorano di tinte naturali; la lana dei tessuti antichi s’intreccia con l’essenzialità dello spago e della rafia, la singolarità della plastica, i barbagli del rame, le luminescenze dell’oro e dell’argento; le suggestioni di tempi remoti con la lezione del Bauhaus. Il Museo per l’Arte del Tessuto - inaugurato nel 1999 - è un luogo unico al mondo, una costellazione di trame e di orditi, gettati come un ponte di luce sulla storia. (da: Biografia, testo di Simona Campus, catalogo della mostra, Teatro Lirico di Cagliari, 2005)
Il catalogo della mostra, a cura delle Arti Grafiche Pisano, presenta un testo critico di Giorgio Pellegrini, note biografiche di Simona Campus e 30 opere a colori. Piero Zedde sarà a disposizione del pubblico per visite guidate su prenotazione.
La mostra di Piero Zedde prosegue il nuovo progetto del Teatro Lirico di Cagliari dedicato all’arte contemporanea che continuerà per il resto del 2005 e presenta il foyer di platea del Teatro quale nuovo importante punto di incontro cittadino e nuovo spazio per la fruizione dell’arte: gli ambienti più ampi nel rispetto dell’originario progetto architettonico, l’illuminazione modificata, le pareti ridipinte e perfettamente sgombre, consentono un respiro maggiore ed un uso più appropriato delle volumetrie del Teatro.
06
gennaio 2005
L’arte tessile di Piero Zedde
Dal 06 gennaio al 31 marzo 2005
arte contemporanea
Location
TEATRO LIRICO
Cagliari, Via Sant'Alenixedda, (Cagliari)
Cagliari, Via Sant'Alenixedda, (Cagliari)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato 18-20
Vernissage
6 Gennaio 2005, ore 18,30
Autore