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Carel Moiseiwitsch – Palestina occupata
Artista che ha esposto ampiamente nel suo Paese e internazionalmente, Moiseiwitsch aggiunge alla sua pratica artistica l’esperienza politica ed umana di attivista in sostegno della pace
Comunicato stampa
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Carel Moiseiwitsch è nata a Londra, dove ha studiato pittura al St.Martin’s Central. Vive a Vancouver in Canada, dove si è stabilita negli anni ’80 per insegnare all’ Emily College of Art and Design. Lasciato in seguito il college, si dedica attualmente al lavoro di riabilitazione per persone affette da disagio mentale e tossicodipendenza nel centro della città, l’area urbana più povera e degradata del Canada. Artista che ha esposto ampiamente nel suo Paese e internazionalmente, Moiseiwitsch aggiunge alla sua pratica artistica l’esperienza politica ed umana di attivista in sostegno della pace: dopo lunghi viaggi nel nord Africa e nel Medio Oriente, la Moiseiwitsch è stata presente nel 2003 nei territori della Palestina sotto occupazione israeliana come attivista per i diritti umani dell’ISM (International Rights Movement), nei giorni dell’uccisione dell’attivista Rachel Corrie che tentava di impedire la distruzione di una casa nella striscia di Gaza da parte di un bulldozer. Di questa sua esperienza è frutto il corpo di lavori in mostra a Nuova Icona in première per l’Europa. Moiseiwitsch si colloca di diritto nella grande tradizione degli artisti testimoni del dolore e dell’ingiustizia, da Francisco Goya a Honoré Daumier, da Kate Kollwitz ai fratelli Chapman. Una pittura forte e saporosa, che spazia dalla trascrizione apparentemente distaccata e fredda delle immagini scioccanti e celebri del reportage fotogiornalistico, ad una sottile trascrizione, poetica e apparentemente naive della tragedia quotidiana della Intifada. Scene di strada, come la rappresentazione del “dopo” di un attentato terroristico: ambulanze accorrono, i portantini trasportano cadaveri e c’è sangue dappertutto. Ma nonostante tutto questa pittura è felice, piena della gioia istintiva della rappresentazione e del colore. Si legge l’immagine per così dire a due livelli: retinico – letterale, nei suoi dati coloristici e formali e corticale, nella ricostruzione della tragedia e, dandole un senso, nella percezione dolorosa del significato della rappresentazione. E’ però proprio questa prima felicità incongrua che crea tensione morale e rende problematica, e insieme poetica e forte l’immagine.” (v.u.)
“La mia arte è stata sempre più vicina alla strada (prendendo la forma di posters, comics, zines, t-shirts, ecc.) che al formale sistema di galleria. Prende spesso forme temporanee, molto grandi oppure pensate per la riproduzione di massa (è assai di rado arte incorniciata!). Il mio lavoro ha sempre un sottotesto politico e spesso si occupa di ingiustizia, abuso di potere e dei diritti umani dei diseredati. Uso il mio talento di disegnatrice per aggiungere una dimensione diversa alle informazioni, spesso distorte e disoneste che appaiono sui media internazionali.” (C. Moiseiwitsch).
La mostra di Carel Moiseiwitsch è prodotta con il sostegno e la collaborazione della galleria “grunt”, Vancouver; Comune di Venezia, Centro Pace, Venezia; Canada Council for the Arts, Visual Arts Section, Ottawa; e il contributo e Patrocinio dell’Ambasciata del Canada, Roma.
“by//pass” e’ il titolo di una rassegna di quattro mostre che si occupano, in modi e misura diversa, delle “terre di tensione” nel mondo, con particolare attenzione alle nuove e vecchie realta’ mediorientali ulteriormente agitate dalla corrente crisi irachena, e dell’identita’ delle diverse popolazioni, in contraddizione tra il desiderio rassicurante di un ritorno a radici culturali e religiose “proprie” ed il bisogno di una nuova e autonoma definizione. Carel Moisewitsch conclude e completa il ciclo, formato dalle personali di Emily Jacir (Palestina/USA), Melih Gorgun (Turchia),e Alì Assaf (Iraq/Italia) lungo l’anno 2004.
“La mia arte è stata sempre più vicina alla strada (prendendo la forma di posters, comics, zines, t-shirts, ecc.) che al formale sistema di galleria. Prende spesso forme temporanee, molto grandi oppure pensate per la riproduzione di massa (è assai di rado arte incorniciata!). Il mio lavoro ha sempre un sottotesto politico e spesso si occupa di ingiustizia, abuso di potere e dei diritti umani dei diseredati. Uso il mio talento di disegnatrice per aggiungere una dimensione diversa alle informazioni, spesso distorte e disoneste che appaiono sui media internazionali.” (C. Moiseiwitsch).
La mostra di Carel Moiseiwitsch è prodotta con il sostegno e la collaborazione della galleria “grunt”, Vancouver; Comune di Venezia, Centro Pace, Venezia; Canada Council for the Arts, Visual Arts Section, Ottawa; e il contributo e Patrocinio dell’Ambasciata del Canada, Roma.
“by//pass” e’ il titolo di una rassegna di quattro mostre che si occupano, in modi e misura diversa, delle “terre di tensione” nel mondo, con particolare attenzione alle nuove e vecchie realta’ mediorientali ulteriormente agitate dalla corrente crisi irachena, e dell’identita’ delle diverse popolazioni, in contraddizione tra il desiderio rassicurante di un ritorno a radici culturali e religiose “proprie” ed il bisogno di una nuova e autonoma definizione. Carel Moisewitsch conclude e completa il ciclo, formato dalle personali di Emily Jacir (Palestina/USA), Melih Gorgun (Turchia),e Alì Assaf (Iraq/Italia) lungo l’anno 2004.
08
gennaio 2005
Carel Moiseiwitsch – Palestina occupata
Dall'otto al 30 gennaio 2005
arte contemporanea
Location
NUOVA ICONA
Venezia, Giudecca, 454, (Venezia)
Venezia, Giudecca, 454, (Venezia)
Orario di apertura
da giovedì a domenica ore 16 / 20
Vernissage
8 Gennaio 2005, ore 17
Autore
Curatore