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Cattedrale
La mostra presenta i lavori di cinque giovani disegnatori i cui lavori sono caratterizzati da un approccio intimo e rivelatore, poetico e ossessivo.
Comunicato stampa
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Cattedrale è il titolo di un breve racconto di Raymond Carver che si conclude con un disegno: la richiesta di un cieco che invita un uomo a disegnare una cattedrale mantenendo gli occhi chiusi.
La mostra presenta i lavori di cinque giovani disegnatori i cui lavori sono caratterizzati
da un approccio intimo e rivelatore, poetico e ossessivo.
Influenzati da una serie di fattori esterni, i disegnatori invitati, mostrano un comune interesse per alcune tipologie di cultura visiva di larga diffusione, come può esserlo il fumetto e l’illustrazione: forme d’arte in assoluto più democratiche grazie alla loro natura di
riproducibilità, che nel corso della storia sono state immuni dal prendere lo statuto di feticcio artistico.
Michela Lorenzi ritrae l’aspetto del fantastico in visioni da sogno. I soggetti dei suoi lavori sono irradiati: corpi appena accennati che come delle apparizioni, immediate e velocissime,
ad un primo sguardo non si svelano per intero.
I lavori, nonostante si presentino sotto forma di schizzi, hanno una serie di elementi,
di livelli di trasparenza che richiedono uno sguardo più approfondito.
Emiliano Maggi espone disegni realizzati su vecchie foto di Play Man: l’oggetto del desiderio si trasforma in un altro tipo di feticcio sul quale segnare delle decorazioni
stilose e invadenti che censurano e trasformano le modelle fotografate.
Accanto a questi lavori, in una netta, ma guidata opposizione, cinque inquietanti profili di grandguignoleschi bambini si stagliano sulla carta da spolvero che Maggi tratta con ecoline ed alcool dandole un effetto antichizzante e corroso.
Michele Manfellotto presenta un lavoro che parte dalle icone dei super eroi: Sunfire, Capitan America, Luke Cage e Iron Man. Questi personaggi sono caratterizzati da una vita tanto surreale quanto verosimile che Manfellotto traduce in una versione cristallizzata composta assemblando piccoli moduli di carta colorati, metodicamente ritagliati. E' una libera interpretazione di queste icone del fumetto americano che smembrate, ritagliate e montate diventano un flusso continuo e dinamico, saturo di una forte carica emotiva, che si contrappone al lungo processo di lavorazione richiesto.
Maurizio Sanfilippo usa un modulo di base per costruire dei paesaggi, cercando di tradurre graficamente la composizione di questi elementi naturalistici attraverso la resa delle loro particolarità fisiche; in questo modo sintetizza e riduce, con una consapevolezza quasi spiazzante, una visione retinica della natura.
Nei suoi lavori tutti gli elementi si dispiegano in una pesata corrispondenza di segni alternati agli spazi bianchi del supporto, facendo di questi ultimi una componente altrettanto importante del lavoro: un gioco di equilibri ed evocazioni ai limiti della perfezione.
Nicola Pecoraro alterna la figurazione allo sviluppo di trazioni lineari restituendo un'immagine dalla forza centripeta.
Una dinamicità psichedelica che rafforza e introduce entrambi gli elementi in una scala ascendente di deliri figurativi.
Pecoraro disegna compulsivamente, seleziona particolari e assembla collage in un procedimento
che si potrebbe accostare ad un processo di produzione musicale
eseguito con campionature di suoni tesi a comporre un'unica traccia.
La mostra presenta i lavori di cinque giovani disegnatori i cui lavori sono caratterizzati
da un approccio intimo e rivelatore, poetico e ossessivo.
Influenzati da una serie di fattori esterni, i disegnatori invitati, mostrano un comune interesse per alcune tipologie di cultura visiva di larga diffusione, come può esserlo il fumetto e l’illustrazione: forme d’arte in assoluto più democratiche grazie alla loro natura di
riproducibilità, che nel corso della storia sono state immuni dal prendere lo statuto di feticcio artistico.
Michela Lorenzi ritrae l’aspetto del fantastico in visioni da sogno. I soggetti dei suoi lavori sono irradiati: corpi appena accennati che come delle apparizioni, immediate e velocissime,
ad un primo sguardo non si svelano per intero.
I lavori, nonostante si presentino sotto forma di schizzi, hanno una serie di elementi,
di livelli di trasparenza che richiedono uno sguardo più approfondito.
Emiliano Maggi espone disegni realizzati su vecchie foto di Play Man: l’oggetto del desiderio si trasforma in un altro tipo di feticcio sul quale segnare delle decorazioni
stilose e invadenti che censurano e trasformano le modelle fotografate.
Accanto a questi lavori, in una netta, ma guidata opposizione, cinque inquietanti profili di grandguignoleschi bambini si stagliano sulla carta da spolvero che Maggi tratta con ecoline ed alcool dandole un effetto antichizzante e corroso.
Michele Manfellotto presenta un lavoro che parte dalle icone dei super eroi: Sunfire, Capitan America, Luke Cage e Iron Man. Questi personaggi sono caratterizzati da una vita tanto surreale quanto verosimile che Manfellotto traduce in una versione cristallizzata composta assemblando piccoli moduli di carta colorati, metodicamente ritagliati. E' una libera interpretazione di queste icone del fumetto americano che smembrate, ritagliate e montate diventano un flusso continuo e dinamico, saturo di una forte carica emotiva, che si contrappone al lungo processo di lavorazione richiesto.
Maurizio Sanfilippo usa un modulo di base per costruire dei paesaggi, cercando di tradurre graficamente la composizione di questi elementi naturalistici attraverso la resa delle loro particolarità fisiche; in questo modo sintetizza e riduce, con una consapevolezza quasi spiazzante, una visione retinica della natura.
Nei suoi lavori tutti gli elementi si dispiegano in una pesata corrispondenza di segni alternati agli spazi bianchi del supporto, facendo di questi ultimi una componente altrettanto importante del lavoro: un gioco di equilibri ed evocazioni ai limiti della perfezione.
Nicola Pecoraro alterna la figurazione allo sviluppo di trazioni lineari restituendo un'immagine dalla forza centripeta.
Una dinamicità psichedelica che rafforza e introduce entrambi gli elementi in una scala ascendente di deliri figurativi.
Pecoraro disegna compulsivamente, seleziona particolari e assembla collage in un procedimento
che si potrebbe accostare ad un processo di produzione musicale
eseguito con campionature di suoni tesi a comporre un'unica traccia.
16
dicembre 2004
Cattedrale
Dal 16 dicembre 2004 al 12 gennaio 2005
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE ADRIANO OLIVETTI
Roma, Via Giuseppe Zanardelli, 34, (Roma)
Roma, Via Giuseppe Zanardelli, 34, (Roma)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 10 alle 18, tranne il sabato, la domenica e i festivi.
Vernissage
16 Dicembre 2004, ore 19.00
Curatore