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Vedo Rosso. Il rosso nell’arte contemporanea
La Galleria Edieuropa presenta un’ampia selezione di opere su tela, carta e di sculture di piccolo formato, il cui filo conduttore è il rosso.
Comunicato stampa
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Le opere esposte, oltre settanta, documentano l’importanza nel panorama storico-artistico di artisti come Accardi, Afro, Angeli, Arrighi, Avenali, Barbarini, Biggi, Boetti, Boille, Bonalumi, Burri, Calò, Campigli, Capogrossi, Caracciolo, Carmi, Carrino, Cioffi, Consagra, Conte, Del Pezzo, Delle Site, Dorazio, Federici, Festa, Fumanti, Gentilini, Giuli, Hafif, Lazzari, Liberatore, Lorenzetti, Marini, Mastroianni, Mirò, Morales, Morera, Nativi, Padovan, Perilli, Peruzzi, Pinelli, Pozzati, Prampolini, Sadun, Sanfilippo, Santomaso, Santucci, Scanavino, Scialoja, Scolamiero, Scordia, Spagnoli, Turcato, Verna, Veronesi.
La mostra propone, quindi, le infinite declinazioni del rosso da parte di alcuni tra i più noti artisti contemporanei ed offre un panorama molto vario, in cui nonostante il comune – è proprio il caso di dire - fil rouge, ogni opera è il risultato “unico” di una singolare, personale interpretazione di un colore che non ha mai lasciato nessuno indifferente.
Il rosso è un colore affascinante e ambivalente che assume di volta in volta significati diversi. E in questo modo lo hanno interpretato gli artisti contemporanei. Qualcuno lo ha inteso come energia vitale, altri come macchia cromatica drammatica, portatrice di un elemento tragico, espressione di una ferita. Se il rosso è, nella più comune simbologia, il colore del sangue questo ne rende possibile e necessaria, una volta di più, una doppia lettura: il sangue pulsa, riscalda, è il simbolo della vita in movimento ma, nello stesso tempo, evoca l’idea della sofferenza del corpo. Il rosso compare nella pittura del passato nei rassicuranti abiti dei prelati ma anche nei mantelli di San Giovanni e della Maddalena che assistono impotenti e disperati alla Crocifissione di Cristo. O, con lo stesso dolore, lo accompagnano al Sepolcro.
Nei pittori contemporanei, soprattutto nei maestri dell’astrazione, il rosso può essere collegato anche all’idea della leggerezza: succede quando viene utilizzato per vitalizzare, far vibrare musicalmente la superficie pittorica. Tuttavia, con la stessa intensità espressiva, ci sono artisti che se ne servono per condurre lo sguardo verso profondità sconosciute e segrete. E se è vero che il più delle volte al rosso – colore caldo per eccellenza- si accomuna il grido, la passione, non è escluso che quando lo si indaga nelle sue possibilità cromatiche “spente”, questo possa giungere a risultati freddi, distaccati, concettuali.
Per questa ragione l’esposizione proposta dalla galleria Edieuropa, che propone le infinite declinazioni del rosso da parte di alcuni tra i più importanti maestri del Novecento in Italia, offre un panorama molto vario, in cui, nonostante il comune – è proprio il caso di dire- fil rouge, ogni opera è il risultato “unico” di una singolare, personale interpretazione di un colore che non ha mai lasciato nessuno indifferente.
Lea Mattarella 29 novembre 2004
La mostra propone, quindi, le infinite declinazioni del rosso da parte di alcuni tra i più noti artisti contemporanei ed offre un panorama molto vario, in cui nonostante il comune – è proprio il caso di dire - fil rouge, ogni opera è il risultato “unico” di una singolare, personale interpretazione di un colore che non ha mai lasciato nessuno indifferente.
Il rosso è un colore affascinante e ambivalente che assume di volta in volta significati diversi. E in questo modo lo hanno interpretato gli artisti contemporanei. Qualcuno lo ha inteso come energia vitale, altri come macchia cromatica drammatica, portatrice di un elemento tragico, espressione di una ferita. Se il rosso è, nella più comune simbologia, il colore del sangue questo ne rende possibile e necessaria, una volta di più, una doppia lettura: il sangue pulsa, riscalda, è il simbolo della vita in movimento ma, nello stesso tempo, evoca l’idea della sofferenza del corpo. Il rosso compare nella pittura del passato nei rassicuranti abiti dei prelati ma anche nei mantelli di San Giovanni e della Maddalena che assistono impotenti e disperati alla Crocifissione di Cristo. O, con lo stesso dolore, lo accompagnano al Sepolcro.
Nei pittori contemporanei, soprattutto nei maestri dell’astrazione, il rosso può essere collegato anche all’idea della leggerezza: succede quando viene utilizzato per vitalizzare, far vibrare musicalmente la superficie pittorica. Tuttavia, con la stessa intensità espressiva, ci sono artisti che se ne servono per condurre lo sguardo verso profondità sconosciute e segrete. E se è vero che il più delle volte al rosso – colore caldo per eccellenza- si accomuna il grido, la passione, non è escluso che quando lo si indaga nelle sue possibilità cromatiche “spente”, questo possa giungere a risultati freddi, distaccati, concettuali.
Per questa ragione l’esposizione proposta dalla galleria Edieuropa, che propone le infinite declinazioni del rosso da parte di alcuni tra i più importanti maestri del Novecento in Italia, offre un panorama molto vario, in cui, nonostante il comune – è proprio il caso di dire- fil rouge, ogni opera è il risultato “unico” di una singolare, personale interpretazione di un colore che non ha mai lasciato nessuno indifferente.
Lea Mattarella 29 novembre 2004
12
dicembre 2004
Vedo Rosso. Il rosso nell’arte contemporanea
Dal 12 dicembre 2004 al 27 gennaio 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA EDIEUROPA
Roma, Piazza Cenci, 56, (Roma)
Roma, Piazza Cenci, 56, (Roma)
Vernissage
12 Dicembre 2004, dalle ore 11,00 alle 14,00