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Giovanni Zaffagnini – maneggiare con cura
Mentre sul davanti si vedevano sempre le stesse immagini di una natura priva di esseri umani, un deserto, un canyon, una sierra, dal testo sul retro col tempo erano sparite le ultime lettere riconoscibili.
Comunicato stampa
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23 stampe a colori nel formato 20 X 30 cm
Mentre sul davanti si vedevano sempre le stesse immagini di una natura priva di esseri umani, un deserto, un canyon, una sierra, dal testo sul retro col tempo erano sparite le ultime lettere riconoscibili.
Peter Handke
…su ogni cartolina c‘era un timbro postale diverso. Mentre sul davanti si vedevano sempre le stesse immagini di una natura priva di esseri umani, un deserto, un canyon, una sierra, dal testo sul retro col tempo erano sparite le ultime lettere riconoscibili. Fino a poco tempo prima i due punti, le parentesi e le serpentine avevano ancora fatto pensare a qualcosa di arabo; ma nel frattempo i tratti avevano perso qualsiasi forma, e anche la distanza tra l‘uno e l‘altro era diventata cosi grande o irregolare, che non si poteva neppure più intuire un nesso (soltanto l‘indirizzo e il” as ever “ con sotto il nome erano scritti con la stessa chiarezza di sempre). In compenso, ciò che gli oscuri scarabocchi trasmettevano all‘osservatore, evidente nella pressione esercitata sullo strumento usato, nel doppio tratto della penna, negli schizzi d‘inchiostro, era uno sforzo furibondo: come se la carta fosse stata aggredita sempre di nuovo e sempre invano. Ma quella scrittura cuneiforme storpiata, cancellata da tutte le impronte delle mani, rivelava anche qualcos‘altro: una minaccia, un presagio di monte e di fine che assaliva il destinatario. Peter Handke
Giovanni Zaffagnini
vive e lavora a Fusignano (Ravenna). Negli anni Settanta ha svolto ricerche sistematiche sulla cultura del mondo popolare in Romagna, che hanno portato alla creazione di un consistente archivio fotografico. Dal 1985 si dedica alla fotografia di paesaggio, con particolare attenzione agli spazi urbani. Nel 1986 è stato tra i curatori della mostra Traversate del deserto e dell‘omonimo volume (Fusignano, I figli del deserto).
Aperto alle esperienze di altri generi artistici, ha realizzato interventi fotografici legati alla poesia (con Raffaello Baldini — Di Notte, Rimini 1996 —‚ Giovanni Nadiani — Invel, Faenza 1999 —‚ Dino Campana — Io vidi, Faenza 2003), alla narrativa (Italo Calvino — Tecla, Rubiera 1994) e all‘architettura (Terra, case, strade, acqua, Facoltà di Architettura dell‘Università di Ferrara, 1992).
Per conto dell‘Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna ha effettuato, con Guido Guidi e Olivo Barbieri, una complessa ricerca relativa alla costa emiliano-romagnola (1999-2000).
Ha esposto i suoi lavori in mostre personali e collettive, tra le quali L’insistenza dello sguardo. Fotografia italiana 1839-] 989 (a cura di P. Costantini e I. Zannier, Venezia, Palazzo Fortuny, 1989), Segni di luce. Fotografia italiana contemporanea (a cura di I. Zannier, Ravenna, Manica Lunga, 1994), La matière, l’ombre, /a fiction (a cura di J.C. Lemagny, Paris, Galerie Colbert, Bibliothèque Nationale de France, 1994), Modena per la fotografia (Modena, Palazzina dei Giardini, 1997), 32 Italian Photographers: A Tribute to Phyllis Lambert (Montreal, Canadian Center for Architecture, 1999), Pensées sauvages (Sceaux, La Galerie du Petit Chateau, 2003), Herbolarium (Bari, Castello Svevo, 2004),.
Ha pubblicato, tra l‘altro, Terra, case, strade, acqua (Padova, Interbooks, 1992), Tecla (Fusignano, I figli del deserto, 1994), Carte riciclate (Milano, Charta, 2001), Herbarium (Milano, Silvana editoriale, 2003), Io vidi. Il paesaggio nella poesia di Dino Campana (Ravenna, Longo, 2003).
Mentre sul davanti si vedevano sempre le stesse immagini di una natura priva di esseri umani, un deserto, un canyon, una sierra, dal testo sul retro col tempo erano sparite le ultime lettere riconoscibili.
Peter Handke
…su ogni cartolina c‘era un timbro postale diverso. Mentre sul davanti si vedevano sempre le stesse immagini di una natura priva di esseri umani, un deserto, un canyon, una sierra, dal testo sul retro col tempo erano sparite le ultime lettere riconoscibili. Fino a poco tempo prima i due punti, le parentesi e le serpentine avevano ancora fatto pensare a qualcosa di arabo; ma nel frattempo i tratti avevano perso qualsiasi forma, e anche la distanza tra l‘uno e l‘altro era diventata cosi grande o irregolare, che non si poteva neppure più intuire un nesso (soltanto l‘indirizzo e il” as ever “ con sotto il nome erano scritti con la stessa chiarezza di sempre). In compenso, ciò che gli oscuri scarabocchi trasmettevano all‘osservatore, evidente nella pressione esercitata sullo strumento usato, nel doppio tratto della penna, negli schizzi d‘inchiostro, era uno sforzo furibondo: come se la carta fosse stata aggredita sempre di nuovo e sempre invano. Ma quella scrittura cuneiforme storpiata, cancellata da tutte le impronte delle mani, rivelava anche qualcos‘altro: una minaccia, un presagio di monte e di fine che assaliva il destinatario. Peter Handke
Giovanni Zaffagnini
vive e lavora a Fusignano (Ravenna). Negli anni Settanta ha svolto ricerche sistematiche sulla cultura del mondo popolare in Romagna, che hanno portato alla creazione di un consistente archivio fotografico. Dal 1985 si dedica alla fotografia di paesaggio, con particolare attenzione agli spazi urbani. Nel 1986 è stato tra i curatori della mostra Traversate del deserto e dell‘omonimo volume (Fusignano, I figli del deserto).
Aperto alle esperienze di altri generi artistici, ha realizzato interventi fotografici legati alla poesia (con Raffaello Baldini — Di Notte, Rimini 1996 —‚ Giovanni Nadiani — Invel, Faenza 1999 —‚ Dino Campana — Io vidi, Faenza 2003), alla narrativa (Italo Calvino — Tecla, Rubiera 1994) e all‘architettura (Terra, case, strade, acqua, Facoltà di Architettura dell‘Università di Ferrara, 1992).
Per conto dell‘Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna ha effettuato, con Guido Guidi e Olivo Barbieri, una complessa ricerca relativa alla costa emiliano-romagnola (1999-2000).
Ha esposto i suoi lavori in mostre personali e collettive, tra le quali L’insistenza dello sguardo. Fotografia italiana 1839-] 989 (a cura di P. Costantini e I. Zannier, Venezia, Palazzo Fortuny, 1989), Segni di luce. Fotografia italiana contemporanea (a cura di I. Zannier, Ravenna, Manica Lunga, 1994), La matière, l’ombre, /a fiction (a cura di J.C. Lemagny, Paris, Galerie Colbert, Bibliothèque Nationale de France, 1994), Modena per la fotografia (Modena, Palazzina dei Giardini, 1997), 32 Italian Photographers: A Tribute to Phyllis Lambert (Montreal, Canadian Center for Architecture, 1999), Pensées sauvages (Sceaux, La Galerie du Petit Chateau, 2003), Herbolarium (Bari, Castello Svevo, 2004),.
Ha pubblicato, tra l‘altro, Terra, case, strade, acqua (Padova, Interbooks, 1992), Tecla (Fusignano, I figli del deserto, 1994), Carte riciclate (Milano, Charta, 2001), Herbarium (Milano, Silvana editoriale, 2003), Io vidi. Il paesaggio nella poesia di Dino Campana (Ravenna, Longo, 2003).
11
dicembre 2004
Giovanni Zaffagnini – maneggiare con cura
Dall'undici dicembre 2004 al 04 febbraio 2005
fotografia
Location
KUNSTRAUM CAFE MITTERHOFER
San Candido, Via Peter Paul Rainer, 4, (Bolzano)
San Candido, Via Peter Paul Rainer, 4, (Bolzano)
Orario di apertura
lu - sa ore 7.00 - 20.00 – domenica chiuso
Autore