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Silvia Camporesi – Friend become enemies
Tutte le fotografie di Silvia Camporesi hanno, nella loro evidente poeticità, una connotazione quasi scientifica di fondazione, riconoscimento e verifica della realtà. Sono per l’artista il modo per mettere mano agli input che continuamente assorbe dal mondo circostante.
Comunicato stampa
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Sabato 18 dicembre Rebecca Container Gallery [piazza Grillo Cattaneo 2, Genova] presenta la mostra di Silvia Camporesi “Friends become enemies” a cura di Roberta Gucci Cantarini.
In occasione di questa personale l’artista propone due recenti serie fotografiche.
La prima sala della galleria ospiterà la serie ispirata alla morte di Ofelia. La fotografia di grandi dimensioni, che dà nome all’intera serie, si rifà esplicitamente, per la composizione stessa della scena, al dipinto preraffaellita di Millais. Camporesi, utilizzando un espediente tipico dei pittori, affianca alla sua Ofelia una serie di Studi che ama definire “più ironici che funzionali”: qui figure femminili e bambole sono modelle che solo lontanamente sono riconducibili alla donna impazzita a causa del suo amore per Amleto.
La serie Un diverso stato sarà presentata nell’ufficio della galleria. Qui l’artista mette in luce quanto il concetto di “normalità” sia arbitrario: con i suoi scatti racconta storie in cui un limite fisico o mentale diventa possibilità di apertura su nuovi territori. E’ il caso di Les idiots savants in cui Silvia Camporesi prende come punto di partenza “L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello” di Oliver Sacks, in cui si legge la storia vera di due gemelli autistici che hanno il dono di individuare numeri primi fino a 20 cifre, operazione possibile solo ad un computer molto potente.
Il titolo scelto da Silvia Camporesi per la sua personale presso Rebecca Container Gallery, Friends become enemies, si riferisce al filo rosso che l’artista vede sotteso ai due lavori: “un’incrinatura, uno spostamento in cui lo spettro di possibilità cambia, le cose si capovolgono e nuove leggi devono essere stabilite”.
Tutte le fotografie di Silvia Camporesi hanno, nella loro evidente poeticità, una connotazione quasi scientifica di fondazione, riconoscimento e verifica della realtà. Sono per l’artista il modo per mettere mano agli input che continuamente assorbe dal mondo circostante. Con i suoi scatti Silvia apre una vera e propria finestra sul fluire di una storia, dando vita ad un’intera sceneggiatura, fatta di sospensioni e valenze sempre aperte, che l’artista decide di strutturare in un’opera statica e bidimensionale. Il vibrare delle sue fotografie proviene infatti dalle relazioni forti che intercorrono tra gli elementi. Sia la composizione, sempre seducente ed attenta, sia il casus dietro ad ogni opera, rimandano in qualche maniera ad una crisi, un cambiamento imminente o ad uno scarto rispetto alla realtà come ce la si aspettava fino ad un attimo prima: friends become enemies. Ecco che le affascinanti profondità create dall’arte di Silvia Camporesi provengono da temi come la malattia, la morte e il continuo mutamento indagati attraverso il detto e il non-detto, rigorosa analisi e accettazione del mistero, attesa del destino e fuga dalla necessità, sempre a fior d’acqua.
In occasione di questa personale l’artista propone due recenti serie fotografiche.
La prima sala della galleria ospiterà la serie ispirata alla morte di Ofelia. La fotografia di grandi dimensioni, che dà nome all’intera serie, si rifà esplicitamente, per la composizione stessa della scena, al dipinto preraffaellita di Millais. Camporesi, utilizzando un espediente tipico dei pittori, affianca alla sua Ofelia una serie di Studi che ama definire “più ironici che funzionali”: qui figure femminili e bambole sono modelle che solo lontanamente sono riconducibili alla donna impazzita a causa del suo amore per Amleto.
La serie Un diverso stato sarà presentata nell’ufficio della galleria. Qui l’artista mette in luce quanto il concetto di “normalità” sia arbitrario: con i suoi scatti racconta storie in cui un limite fisico o mentale diventa possibilità di apertura su nuovi territori. E’ il caso di Les idiots savants in cui Silvia Camporesi prende come punto di partenza “L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello” di Oliver Sacks, in cui si legge la storia vera di due gemelli autistici che hanno il dono di individuare numeri primi fino a 20 cifre, operazione possibile solo ad un computer molto potente.
Il titolo scelto da Silvia Camporesi per la sua personale presso Rebecca Container Gallery, Friends become enemies, si riferisce al filo rosso che l’artista vede sotteso ai due lavori: “un’incrinatura, uno spostamento in cui lo spettro di possibilità cambia, le cose si capovolgono e nuove leggi devono essere stabilite”.
Tutte le fotografie di Silvia Camporesi hanno, nella loro evidente poeticità, una connotazione quasi scientifica di fondazione, riconoscimento e verifica della realtà. Sono per l’artista il modo per mettere mano agli input che continuamente assorbe dal mondo circostante. Con i suoi scatti Silvia apre una vera e propria finestra sul fluire di una storia, dando vita ad un’intera sceneggiatura, fatta di sospensioni e valenze sempre aperte, che l’artista decide di strutturare in un’opera statica e bidimensionale. Il vibrare delle sue fotografie proviene infatti dalle relazioni forti che intercorrono tra gli elementi. Sia la composizione, sempre seducente ed attenta, sia il casus dietro ad ogni opera, rimandano in qualche maniera ad una crisi, un cambiamento imminente o ad uno scarto rispetto alla realtà come ce la si aspettava fino ad un attimo prima: friends become enemies. Ecco che le affascinanti profondità create dall’arte di Silvia Camporesi provengono da temi come la malattia, la morte e il continuo mutamento indagati attraverso il detto e il non-detto, rigorosa analisi e accettazione del mistero, attesa del destino e fuga dalla necessità, sempre a fior d’acqua.
18
dicembre 2004
Silvia Camporesi – Friend become enemies
Dal 18 dicembre 2004 al 23 gennaio 2005
arte contemporanea
Location
REBECCA CONTAINER GALLERY
Genova, Piazza Grillo Cattaneo, 2R, (Genova)
Genova, Piazza Grillo Cattaneo, 2R, (Genova)
Orario di apertura
giovedì - venerdì - sabato dalle 16 alle 19 o su appuntamento
Vernissage
18 Dicembre 2004, ore 18.30
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