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Primaticcio. Un bolognese nel cuore di francia
La mostra Primatice. Maître de Fontainebleau, curata dal Louvre e prodotta dalla Réunion des Musées Nationaux, è stata fortemente voluta dal Comune di Bologna per rendere omaggio ad uno dei suoi artisti più grandi, portavoce internazionale dell’arte italiana del Cinquecento
Comunicato stampa
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Dalle sale del Museo del Louvre, la mostra dedicata a Primaticcio approda a Bologna, città natale dell’artista, nelle prestigiose sale di Palazzo di Re Enzo, dal 30 gennaio al 10 aprile 2005.
La mostra Primatice. Maître de Fontainebleau, curata dal Louvre e prodotta dalla Réunion des Musées Nationaux, è stata fortemente voluta dal Comune di Bologna per rendere omaggio ad uno dei suoi artisti più grandi, portavoce internazionale dell’arte italiana del Cinquecento.
L’edizione bolognese, con alcune varianti e un nuovo catalogo, edito da Five Continents, ha assunto il titolo di Primaticcio (1504-1570). Un bolognese nel cuore di Francia e si configura come un inedito assoluto per l’Italia, in una fase di particolare attenzione ai maggiori artisti del manierismo a partire dal Parmigianino.
Nessuna mostra monografica era mai stata dedicata a Primaticcio prima di Parigi e ora di Bologna; l’ultima esposizione collettiva in cui figurava risale al 1972, allestita al Grand Palais di Parigi, dal titolo L’École de Fontainebleau. L’attuale esposizione, a cura di Dominique Cordellier, Capo Curatore del Dipartimento di Arte Grafica del Louvre, e di Geneviève Bresc-Bautier, Curatore del Dipartimento i Scultura, si è avvalsa di un comitato scientifico di esperti internazionali e comprende un numero considerevole di opere provenienti dai maggiori musei del mondo, tra cui il Louvre, la Bibliothèque Nationale de France, gli Uffizi di Firenze, il Nationalmuseum di Stoccolma, l’Ermitage di San Pietroburgo, British Museum di Londra e il Toledo Mueum of Art.
La mostra illustra lo sviluppo dell’arte di Primaticcio in relazione all’evoluzione della monarchia dei Valois votata ad una cultura aristocratica sempre più raffinata ed erudita, una “mitologia in atto”, secondo la definizione di André Chastel. Le gesta di Primaticcio concretizzano con ciò la trasformazione di Fontainebleau in quella che non solo i francesi ma anche gli italiani del tempo definiscono la “nuova Roma”.
Primaticcio, allievo di Giulio Romano, collega e poi erede di Rosso Fiorentino a Fontainebleau, diviene direttore dell’intero progetto decorativo della reggia riunendo lo spirito del manierismo italiano con le influenze del rinascimento francese.
Sotto Francesco I, l’attività di Primaticcio è frenetica: inaugura il cantiere della Galleria d’Ulisse (rimasta incompiuta alla sua morte), progetta feste e mascherate, moltiplica i decori degli interni, dalla Galleria Bassa agli Appartamenti dei bagni, dalla Camera della duchessa d’Étampes al Gabinetto del re, lavora nei giardini del castello (Padiglione di Pomona, Fontana di Ercole, Giardino dei Pini). Dirige Nicolò dell’Abate nella decorazione della Sala da ballo e si occupa del progetto di molti monumenti funerari durante il regno di Enrico II. Nel continuare la sua carriera di pittore non manca dunque di occuparsi altresì di architettura e di scultura.
Primaticcio esegue moltissimi disegni preparatori prima di affidare il compito esecutivo agli artigiani della sua bottega, i quali interpretano, pur con talento personale, le sue direttive. Un atelier di smaltatori, tappezzieri, pittori e scultori, che egli ha organizzato sull’esempio di Raffaello e di Giulio Romano.
Molti tra questi disegni sono esposti in mostra come testimonianze di capolavori ancora esistenti a Fontainebleau ma altri, ancora più preziosi, sono documenti di decorazioni perdute o gravemente danneggiate. E ugualmente lo sono le incisioni, a cui Primaticcio associa costantemente il suo lavoro, quale marchio di autenticità nella riproduzione delle sue opere nonché strumento di diffusione e pubblicità della sua arte.
Ma tra le opere esposte spiccano sicuramente i quattro, su cinque, dipinti concordemente riferiti al pittore: la Sacra Famiglia su lavagna dall’Ermitage, l’Autoritratto degli Uffizi, il bellissimo Ulisse e Penelope del Toledo Museum of Art e un frammento di tela della Fucina di Vulcano del Museo di Wiesbaden. Il quinto quadro, troppo danneggiato per essere esposto, rappresenta Lo svenimento di Andromaca alla notizia della morte di Ettore ed è al Museo di Providence, Rhode Island.
L’arte del Primaticcio è un’erudita congiunzione tra sensi ed eroismo epico. Il suo stile s’impone con singolarità su tutta l’Europa, creando una vera e propria corrente artistica.
La mostra Primatice. Maître de Fontainebleau, curata dal Louvre e prodotta dalla Réunion des Musées Nationaux, è stata fortemente voluta dal Comune di Bologna per rendere omaggio ad uno dei suoi artisti più grandi, portavoce internazionale dell’arte italiana del Cinquecento.
L’edizione bolognese, con alcune varianti e un nuovo catalogo, edito da Five Continents, ha assunto il titolo di Primaticcio (1504-1570). Un bolognese nel cuore di Francia e si configura come un inedito assoluto per l’Italia, in una fase di particolare attenzione ai maggiori artisti del manierismo a partire dal Parmigianino.
Nessuna mostra monografica era mai stata dedicata a Primaticcio prima di Parigi e ora di Bologna; l’ultima esposizione collettiva in cui figurava risale al 1972, allestita al Grand Palais di Parigi, dal titolo L’École de Fontainebleau. L’attuale esposizione, a cura di Dominique Cordellier, Capo Curatore del Dipartimento di Arte Grafica del Louvre, e di Geneviève Bresc-Bautier, Curatore del Dipartimento i Scultura, si è avvalsa di un comitato scientifico di esperti internazionali e comprende un numero considerevole di opere provenienti dai maggiori musei del mondo, tra cui il Louvre, la Bibliothèque Nationale de France, gli Uffizi di Firenze, il Nationalmuseum di Stoccolma, l’Ermitage di San Pietroburgo, British Museum di Londra e il Toledo Mueum of Art.
La mostra illustra lo sviluppo dell’arte di Primaticcio in relazione all’evoluzione della monarchia dei Valois votata ad una cultura aristocratica sempre più raffinata ed erudita, una “mitologia in atto”, secondo la definizione di André Chastel. Le gesta di Primaticcio concretizzano con ciò la trasformazione di Fontainebleau in quella che non solo i francesi ma anche gli italiani del tempo definiscono la “nuova Roma”.
Primaticcio, allievo di Giulio Romano, collega e poi erede di Rosso Fiorentino a Fontainebleau, diviene direttore dell’intero progetto decorativo della reggia riunendo lo spirito del manierismo italiano con le influenze del rinascimento francese.
Sotto Francesco I, l’attività di Primaticcio è frenetica: inaugura il cantiere della Galleria d’Ulisse (rimasta incompiuta alla sua morte), progetta feste e mascherate, moltiplica i decori degli interni, dalla Galleria Bassa agli Appartamenti dei bagni, dalla Camera della duchessa d’Étampes al Gabinetto del re, lavora nei giardini del castello (Padiglione di Pomona, Fontana di Ercole, Giardino dei Pini). Dirige Nicolò dell’Abate nella decorazione della Sala da ballo e si occupa del progetto di molti monumenti funerari durante il regno di Enrico II. Nel continuare la sua carriera di pittore non manca dunque di occuparsi altresì di architettura e di scultura.
Primaticcio esegue moltissimi disegni preparatori prima di affidare il compito esecutivo agli artigiani della sua bottega, i quali interpretano, pur con talento personale, le sue direttive. Un atelier di smaltatori, tappezzieri, pittori e scultori, che egli ha organizzato sull’esempio di Raffaello e di Giulio Romano.
Molti tra questi disegni sono esposti in mostra come testimonianze di capolavori ancora esistenti a Fontainebleau ma altri, ancora più preziosi, sono documenti di decorazioni perdute o gravemente danneggiate. E ugualmente lo sono le incisioni, a cui Primaticcio associa costantemente il suo lavoro, quale marchio di autenticità nella riproduzione delle sue opere nonché strumento di diffusione e pubblicità della sua arte.
Ma tra le opere esposte spiccano sicuramente i quattro, su cinque, dipinti concordemente riferiti al pittore: la Sacra Famiglia su lavagna dall’Ermitage, l’Autoritratto degli Uffizi, il bellissimo Ulisse e Penelope del Toledo Museum of Art e un frammento di tela della Fucina di Vulcano del Museo di Wiesbaden. Il quinto quadro, troppo danneggiato per essere esposto, rappresenta Lo svenimento di Andromaca alla notizia della morte di Ettore ed è al Museo di Providence, Rhode Island.
L’arte del Primaticcio è un’erudita congiunzione tra sensi ed eroismo epico. Il suo stile s’impone con singolarità su tutta l’Europa, creando una vera e propria corrente artistica.
30
gennaio 2005
Primaticcio. Un bolognese nel cuore di francia
Dal 30 gennaio al 10 aprile 2005
Location
PALAZZO RE ENZO
Bologna, Piazza Re Enzo, (Bologna)
Bologna, Piazza Re Enzo, (Bologna)
Biglietti
Intero € 8
Ridotto € 6 (fino a 18 anni - oltre 60 anni)
Gratuito bambini fino a 6 anni
Gruppi € 3
Orario di apertura
Tutti i giorni dalle 9 alle 19
Editore
5 CONTINENTS
Ufficio stampa
ARTHEMISIA
Autore
Curatore