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Stefania Vecchi – Cadeau – esercizio all’inquietudine
Si tratta di una serie che si riannoda, in maniera quasi evolutiva, al ciclo di lavori precedenti, le Autocombustioni, pitture segnate da una pittura morbida e materia e da una poetica fortemente simbolica
Comunicato stampa
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Stefania Vecchi presenta in questa personale un gruppo di opere recenti che, con sottile amarezza, chiama ‘Cadeau – Esercizio all’Inquietudine’.
Si tratta di una serie che si riannoda, in maniera quasi evolutiva, al ciclo di lavori precedenti, le Autocombustioni, pitture segnate da una pittura morbida e materia e da una poetica fortemente simbolica.
In quei lavori il punto di partenza era la riflessione sul sacrificio, inteso come rappresentazione simbolica ed evocato in una fisicità intrisa di senso tragico. Ora in Vecchi questi ultimi quadri diventano una sorta di narrazione, sempre imbevuta di senso sacrale, di ciò che appare l’esercizio all’inquietudine della nostra contemporaneità: lo stillicidio continuo e disumano di ciò che accade ai limiti del mondo, del nostro mondo bagnato di sangue. L’Iraq, le decapitazioni, le stragi di bambini, la morte ed i sacrifici sono tradotti in una tavolozza di rossi infuocati che scivolano sulla tela in maree sanguigne, incastonate nel buio del nero, nell’algido del bianco. Profili di fantasmi, di croci, di entità-identità che segnano ancora una volta l’idea di un olocausto. Ma se nelle serie precedenti si assisteva ad una sorta di metamorfosi da uno stato all’altro, certamente dolorosa ma necessaria, qui la visione appare drammaticamente lacerata, ma, contemporaneamente, cristallizzata in un non tempo, in una non-storia. Le superfici diventano la traccia di una ferita sul corpo dell’uomo, di chi la subisce e di chi la osserva, esercitandosi con lo sguardo all’inquieto, senza possibilità di fuga. Sono annotazioni tragiche, perturbanti che segnano ormai l’abitudine dei nostri giorni e ne trascrivono la grave consapevolezza.
Si tratta di una serie che si riannoda, in maniera quasi evolutiva, al ciclo di lavori precedenti, le Autocombustioni, pitture segnate da una pittura morbida e materia e da una poetica fortemente simbolica.
In quei lavori il punto di partenza era la riflessione sul sacrificio, inteso come rappresentazione simbolica ed evocato in una fisicità intrisa di senso tragico. Ora in Vecchi questi ultimi quadri diventano una sorta di narrazione, sempre imbevuta di senso sacrale, di ciò che appare l’esercizio all’inquietudine della nostra contemporaneità: lo stillicidio continuo e disumano di ciò che accade ai limiti del mondo, del nostro mondo bagnato di sangue. L’Iraq, le decapitazioni, le stragi di bambini, la morte ed i sacrifici sono tradotti in una tavolozza di rossi infuocati che scivolano sulla tela in maree sanguigne, incastonate nel buio del nero, nell’algido del bianco. Profili di fantasmi, di croci, di entità-identità che segnano ancora una volta l’idea di un olocausto. Ma se nelle serie precedenti si assisteva ad una sorta di metamorfosi da uno stato all’altro, certamente dolorosa ma necessaria, qui la visione appare drammaticamente lacerata, ma, contemporaneamente, cristallizzata in un non tempo, in una non-storia. Le superfici diventano la traccia di una ferita sul corpo dell’uomo, di chi la subisce e di chi la osserva, esercitandosi con lo sguardo all’inquieto, senza possibilità di fuga. Sono annotazioni tragiche, perturbanti che segnano ormai l’abitudine dei nostri giorni e ne trascrivono la grave consapevolezza.
18
dicembre 2004
Stefania Vecchi – Cadeau – esercizio all’inquietudine
Dal 18 dicembre 2004 al 06 gennaio 2005
arte contemporanea
Location
CENTRO CULTURALE IL GRANAIO
Fusignano, Piazza Arcangelo Corelli, 16, (Ravenna)
Fusignano, Piazza Arcangelo Corelli, 16, (Ravenna)
Orario di apertura
15,00-18,00 feriali; 10,30-12,00 e 15,00-18,00 festivi
Chiuso il lunedì, Natale e Capodanno
Vernissage
18 Dicembre 2004, h. 17,00
Autore