Prendiamo le mani sapienti di un maestro della pittura che negli ultimi decenni ha saputo scandagliare i territori dell’arte, rivedendo le esperienze dei grandi pittori del secolo scorso e mettendo la sua capacità creativa e stilistica al servizio di un’innata attitudine alla sperimentazione. Togliamoci anche dalla mente che un pittore che ha dato così tanto si senta soddisfatto della sua carriera e che non abbia voglia di entrare in territori per lui, evidentemente, inesplorati. Mettiamo anche che tali mani “d’artista” siano in grado di liberarsi del loro retaggio accumulato in anni e anni di duro lavoro (sia artistico che non); solo allora potremmo apprezzare i nuovi lavori di Giancarlo Gorsenio, attivo da decenni nel capoluogo lombardo e fuori da esso, già facente parte delle avanguardie degli anni Sessanta e Settanta, e molto attivo anche negli ultimi con diverse personali. Il maestro milanese affronta, questa volta, le sue “visioni”, in parte oniriche, in parte allucinate, che si esprimono attraverso tele di grande impatto visivo. Troviamo nelle sue opere le due anime dell’uomo, quella votata verso paesaggi misteriosi, luoghi che dovrebbero accoglierci dopo la vita, a volte posti tetri, bui, e altre luoghi quasi paradisiaci, che “splendono di luce propria”. Questi paesaggi sono fluttuanti, misteriosi, luoghi che difficilmente si lasciano penetrare dall’uomo stesso, se non attraverso una rappresentazione figurativa di grande impatto. Dall’altra parte esistono le ossessioni di tutti i giorni, sono invece questi dei luoghi tetri, dove i colori scuri la fanno da padrone, e dove l’immagine diviene forte, disturbante. In questo caso la fa da padrone la città, l’urbanizzazione, vista sicuramente non in una maniera positiva, dove il classico grigio metropolitano lascia il passo al nero. Nel primo caso l’artista si affida al registro più volte percorso del post-impressionismo (mai così completo) mentre per le visioni-ossessioni metropolitane si affida a un neo-indirizzo prettamente di stampo espressivo e, perché no, espressionista. Il tutto verrà presentato con un gioco di luci degno delle opere messe in mostra.