Mentre in varie città italiane sono stati ampiamente storicizzati gli esperimenti "tra linguaggio e immagine" che vi si sono tenuti dagli anni Sessanta, mancava un censimento degli operatori attivi a Roma in ambito verbovisivo in quel decennio. Appunto dall'esigenza di colmare questa lacuna è nata la mostra "Il non gruppo - Testi-immagine a Roma negli anni Sessanta" che si terrà presso la vanvitelliana Biblioteca Angelica, nei ristrutturati locali di pianterreno dedicati a eventi espositivi, e che verrà replicata a Viterbo nelle sale di Palazzo Chigi gestite dalla Galleria Miralli.
Curata da Mirella Bentivoglio, la rassegna raccoglie opere di quindici artisti del settore, stabilmente presenti a Roma in quel periodo cruciale (qui residenti o qui allora convenuti per alcuni anni, per motivi redazionali o di studio) non appartenenti a gruppi altrove istituiti. Gli esempi recano date che partono dalla seconda metà degli anni Cinquanta e appartengono a diversi tipi di produzione: libri, cartelle, disegni verbalizzati, collages, oggetti.
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Insieme a nomi noti anche per la loro successiva costante presenza nell'area delle espressioni verbovisive (Nanni Balestrini, Gianfranco Baruchello, Mirella Bentivoglio, Magdalo Mussio, Luca Patella, Giovanna Sandri, Emilio Villa) si possono cogliere in questa rassegna anche alcune sorprese: il tardofuturista Sebastiano Carta, che fornisce un anello di congiunzione con l'avanguardia storica; alcuni ricercatori che presero poi altre strade (Marco Balzarro, Bruno Conte, Mario Diacono, Lia Drei); due sperimentatori drammaticamente deceduti in età giovanissima (Luigi Di Sarro e Carlo Vincenti); un futuro protagonista della performance fonopoetica, Giovanni Fontana.
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