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Il linguaggio dei segni nelle acqueforti di Marino Marini
Questi sono i fogli della collezione De Tullio, le primissime copie, freschissime, con le barbe cariche d’inchiostro. Sono presenti in mostra oltre una ventina di acqueforti, puntesecche e le superbe punte rotanti incise fra il 1959 e il 1973.
Comunicato stampa
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Le acqueforti assieme alle sue sculture sono certamente le opere più significative di Marino Marini, sono quelle dalle quali meglio emergono i contenuti più
Da molto tempo desideravo realizzare un’importante mostra personale delle incisioni del Maestro, ma le stampe più interessanti, quelle incise attorno agli anni sessanta, erano introvabili a causa delle esigue tirature di quegli anni.
Grazie a Luigi De Tullio, il famoso editore milanese di origini pugliesi, presso il quale aveva il suo studio di acquafortista, è però stato possibile rendere concreto questo progetto.
Questa mostra,Infatti, si colloca a ridosso della bella esposizione fatta dal compianto Gian Alvise Salamon – uno dei massimi esperti di grafica a livello nazionale e oltre, in occasione del primo centenario della nascita del Maestro ed è, sicuramente, la prima mostra organica di grafica di MARINO fatta in Puglia.
Marino Marini fu uno dei massimi Maestri del Novecento. Il suo stile , come quello di Giacometti, si colloca nell’area espressionista, area nella quale il segno gioca un ruolo predominante rispetto alle forme. L’immagine, infatti, appare poco dettagliata perché vuole essere solo un suggerimento del tema proposto e l’espressione dei contenuti è affidata e resa più intensa dai segni che la caratterizzano: “ ….i segni devono essere più neri, mi vanno bene le bruciature dell’acido…, se occorresse calpesterei la lastra per tormentarla e creare pretesti di emozione”. (Marino Marini, dai diari di Luigi De Tullio ).
Marini realizzò le sue acqueforti più significative tra l’inizio degli anni Cinquanta e la metà degli anni Settanta. Per tredici anni ha avuto il suo studio di incisore presso al stamperia di Luigi De Tullio ed è proprio qui che il segno di Marini si fa più vivo e potente grazie anche ad una serie di strumenti, le punte rotanti, con cui lavorava direttamente sulla lastra quasi fosse una scultura. Come tutti i più grandi peintres-graveurs, Marini realizzava le acqueforti procedendo per successive approssimazioni e, come d’uso, stampava alcune copie dopo ogni modifica della matrice, detta stato. Su una delle copie così prodotte indicava i cambiamenti che avrebbe apportato in seguito alla lastra, mentre le altre servivano come documentazione sua e della stamperia.
Da molto tempo desideravo realizzare un’importante mostra personale delle incisioni del Maestro, ma le stampe più interessanti, quelle incise attorno agli anni sessanta, erano introvabili a causa delle esigue tirature di quegli anni.
Grazie a Luigi De Tullio, il famoso editore milanese di origini pugliesi, presso il quale aveva il suo studio di acquafortista, è però stato possibile rendere concreto questo progetto.
Questa mostra,Infatti, si colloca a ridosso della bella esposizione fatta dal compianto Gian Alvise Salamon – uno dei massimi esperti di grafica a livello nazionale e oltre, in occasione del primo centenario della nascita del Maestro ed è, sicuramente, la prima mostra organica di grafica di MARINO fatta in Puglia.
Marino Marini fu uno dei massimi Maestri del Novecento. Il suo stile , come quello di Giacometti, si colloca nell’area espressionista, area nella quale il segno gioca un ruolo predominante rispetto alle forme. L’immagine, infatti, appare poco dettagliata perché vuole essere solo un suggerimento del tema proposto e l’espressione dei contenuti è affidata e resa più intensa dai segni che la caratterizzano: “ ….i segni devono essere più neri, mi vanno bene le bruciature dell’acido…, se occorresse calpesterei la lastra per tormentarla e creare pretesti di emozione”. (Marino Marini, dai diari di Luigi De Tullio ).
Marini realizzò le sue acqueforti più significative tra l’inizio degli anni Cinquanta e la metà degli anni Settanta. Per tredici anni ha avuto il suo studio di incisore presso al stamperia di Luigi De Tullio ed è proprio qui che il segno di Marini si fa più vivo e potente grazie anche ad una serie di strumenti, le punte rotanti, con cui lavorava direttamente sulla lastra quasi fosse una scultura. Come tutti i più grandi peintres-graveurs, Marini realizzava le acqueforti procedendo per successive approssimazioni e, come d’uso, stampava alcune copie dopo ogni modifica della matrice, detta stato. Su una delle copie così prodotte indicava i cambiamenti che avrebbe apportato in seguito alla lastra, mentre le altre servivano come documentazione sua e della stamperia.
21
novembre 2004
Il linguaggio dei segni nelle acqueforti di Marino Marini
Dal 21 novembre 2004 al 09 gennaio 2005
disegno e grafica
Location
LA BOTTEGA DELLE ARTI
Mola Di Bari, Via Carlo D'Angiò, 10, (Bari)
Mola Di Bari, Via Carlo D'Angiò, 10, (Bari)
Orario di apertura
dal lunedi al venerdì 17.30 – 20.30 – festivi e al mattino per appuntamento
Vernissage
21 Novembre 2004, ore 12.00
Curatore