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Julia Krahn – 0
Alternando fotografie in bianconero e a colori – ma in questo secondo caso prevale l’aspetto monocromatico – la fotografa costruisce un percorso ideale che coglie atmosfere diverse a seconda del paese visitato
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Da sempre un fotografo non deve limitarsi ad affinare la tecnica così
da realizzare immagini sempre più aderenti a quanto vuole realizzare,
ma deve soprattutto farsi guidare da un’idea che gli permetta di
esaltare la sua creatività e di entrare in tal modo in contatto con
quanti osservano le sue opere. Questo aspetto è molto presente nel
lavoro di Julia Krhan, una fotografa che nonostante la giovane età è
già riuscita a presentare diversi progetti trasformati in mostre ogni
volta sorprendenti. Ciò dipende in modo particolare dal forte senso
dello spazio che caratterizza la sua visione ma anche dalla capacità di
cogliere ogni volta un’idea forte dalla quale farsi guidare.
Qui la presenza emblematica è quella di un uovo che però non viene
osservato da vicino per coglierne insieme la forza e la delicatezza, ma
inserito nel più vasto contesto, per molte ragioni sorprendente, del
reportage di viaggio. La soluzione è insolita e forse anche
provocatoria: in genere ci si fa accompagnare da un nostro simile che
poi inevitabilmente compare nelle fotografie accanto a strade e
monumenti nel singolare ruolo di testimone di quanto è accaduto, mentre
Julia Krhan ha preferito compiere i suoi viaggi in compagnia di un uovo
che poi ha inserito in paesaggi, still life, visioni. In tal modo
questo oggetto dalla forma emblematica è diventato un elemento dotato
talvolta di una presenza importante – come quando appare in mezzo a una
strada accanto a un paio di scarpe femminili – e in altri casi un punto
minuscolo che lo sguardo scopre con più fatica. Alternando fotografie
in bianconero e a colori – ma in questo secondo caso prevale l’aspetto
monocromatico – la fotografa costruisce un percorso ideale che coglie
atmosfere diverse a seconda del paese visitato ma che muta anche nei
riferimenti passando dal simbolismo (la scacchiera su cui posa una
statuetta che tiene fra le braccia un uovo) alla metafora (l’uovo che
sembra nascere dalla spuma del mare), dalla classicità dello still life
in cui appare anche un piatto e una forchetta alla citazione della
op-art nell’immagine dell’uovo immerso in un bicchiere d’acqua. C’è
però una fotografia capace di rivelare il vero senso più profondo della
ricerca: ritrae una ragazza ripresa di spalle, inserita in una sorte di
grande cornice, che tiene delicatamente in una mano un uovo. Ci si
accorge allora che Julia Krhan mira ad affrontare un tema più
importante e fondamentale perché, attraverso un oggetto che da sempre è
simbolo della delicatezza e della forza, dell’armonia e
dell’equilibrio, raggiunge infine la bellezza.
da realizzare immagini sempre più aderenti a quanto vuole realizzare,
ma deve soprattutto farsi guidare da un’idea che gli permetta di
esaltare la sua creatività e di entrare in tal modo in contatto con
quanti osservano le sue opere. Questo aspetto è molto presente nel
lavoro di Julia Krhan, una fotografa che nonostante la giovane età è
già riuscita a presentare diversi progetti trasformati in mostre ogni
volta sorprendenti. Ciò dipende in modo particolare dal forte senso
dello spazio che caratterizza la sua visione ma anche dalla capacità di
cogliere ogni volta un’idea forte dalla quale farsi guidare.
Qui la presenza emblematica è quella di un uovo che però non viene
osservato da vicino per coglierne insieme la forza e la delicatezza, ma
inserito nel più vasto contesto, per molte ragioni sorprendente, del
reportage di viaggio. La soluzione è insolita e forse anche
provocatoria: in genere ci si fa accompagnare da un nostro simile che
poi inevitabilmente compare nelle fotografie accanto a strade e
monumenti nel singolare ruolo di testimone di quanto è accaduto, mentre
Julia Krhan ha preferito compiere i suoi viaggi in compagnia di un uovo
che poi ha inserito in paesaggi, still life, visioni. In tal modo
questo oggetto dalla forma emblematica è diventato un elemento dotato
talvolta di una presenza importante – come quando appare in mezzo a una
strada accanto a un paio di scarpe femminili – e in altri casi un punto
minuscolo che lo sguardo scopre con più fatica. Alternando fotografie
in bianconero e a colori – ma in questo secondo caso prevale l’aspetto
monocromatico – la fotografa costruisce un percorso ideale che coglie
atmosfere diverse a seconda del paese visitato ma che muta anche nei
riferimenti passando dal simbolismo (la scacchiera su cui posa una
statuetta che tiene fra le braccia un uovo) alla metafora (l’uovo che
sembra nascere dalla spuma del mare), dalla classicità dello still life
in cui appare anche un piatto e una forchetta alla citazione della
op-art nell’immagine dell’uovo immerso in un bicchiere d’acqua. C’è
però una fotografia capace di rivelare il vero senso più profondo della
ricerca: ritrae una ragazza ripresa di spalle, inserita in una sorte di
grande cornice, che tiene delicatamente in una mano un uovo. Ci si
accorge allora che Julia Krhan mira ad affrontare un tema più
importante e fondamentale perché, attraverso un oggetto che da sempre è
simbolo della delicatezza e della forza, dell’armonia e
dell’equilibrio, raggiunge infine la bellezza.
Roberto Mutti
09
dicembre 2004
Julia Krahn – 0
Dal 09 dicembre 2004 all'otto gennaio 2005
fotografia
Location
GALLERIA OPEN MIND
Milano, Via Dante, 12, (Milano)
Milano, Via Dante, 12, (Milano)
Vernissage
9 Dicembre 2004, dalle ore 18 alle ore 21
Autore