Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Julie An
L’opera di Julie An considera la concezione corrente dell’identità della donna Asio-americana. Usando arredi, costumi, oggetti di richiamo sessuale e se stessa come modella, l’artista si rivolge alla rappresentazione feticizzata dell’Altro (in questo caso la femmina asiatica) nell’arte e nella cultura.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Julie An, nata a Seoul nel 1971, ha studiato Fotografia all'Università del New Mexico.
Dal 1994 ha partecipato a numerose mostre, individuali e collettive, in varie città del New Mexico e a New York.
Nel 2003 è stata selezionata come finalista da ArtLink Sotheby's International Young Art, che le ha dedicato la copertina del suo catalogo annuale.
L'opera di Julie An considera la concezione corrente dell'identità della donna Asio-americana. Usando arredi, costumi, oggetti di richiamo sessuale e se stessa come modella, l'artista si rivolge alla rappresentazione feticizzata dell'Altro (in questo caso la femmina asiatica) nell'arte e nella cultura.
Le immagini, seducenti ma sarcastiche e provocatorie, attaccano i potenti stereotipi presenti nella concezione occidentale della cultura asiatica. Esse disturbano le fantasie sulla femmina esotica e lo sguardo dello spettatore, in particolare di quello maschile.
Alcune appaiono come se fossero viste attraverso il foro della serratura, evidenziando la critica dell'artista allo sguardo voyeuristico.
In altre, pezzi di manichini sostituiscono fino all'inganno le parti del corpo femminile esposte dai mass media e dagli artisti maschi classici per il piacere di uno spettatore esclusivamente maschile.
Sostituendo le parti del suo corpo con il prototipo dello stereotipo femminile (il manichino da negozio), e non rivelando quasi mai il suo volto, Julie An disturba il desiderio e la gratificazione che sono normalmente percepiti guardando questo genere d'immagini.
Attraverso l'uso della fotografia, il mezzo usato nelle rappresentazioni pornografiche, in quelle colonialiste e nei documentari antropologici, l'artista sfida la concezione delle donne come oggetto del desiderio maschile e indirizza lo sguardo Occidentale ad osservare l'Altro.
Dal 1994 ha partecipato a numerose mostre, individuali e collettive, in varie città del New Mexico e a New York.
Nel 2003 è stata selezionata come finalista da ArtLink Sotheby's International Young Art, che le ha dedicato la copertina del suo catalogo annuale.
L'opera di Julie An considera la concezione corrente dell'identità della donna Asio-americana. Usando arredi, costumi, oggetti di richiamo sessuale e se stessa come modella, l'artista si rivolge alla rappresentazione feticizzata dell'Altro (in questo caso la femmina asiatica) nell'arte e nella cultura.
Le immagini, seducenti ma sarcastiche e provocatorie, attaccano i potenti stereotipi presenti nella concezione occidentale della cultura asiatica. Esse disturbano le fantasie sulla femmina esotica e lo sguardo dello spettatore, in particolare di quello maschile.
Alcune appaiono come se fossero viste attraverso il foro della serratura, evidenziando la critica dell'artista allo sguardo voyeuristico.
In altre, pezzi di manichini sostituiscono fino all'inganno le parti del corpo femminile esposte dai mass media e dagli artisti maschi classici per il piacere di uno spettatore esclusivamente maschile.
Sostituendo le parti del suo corpo con il prototipo dello stereotipo femminile (il manichino da negozio), e non rivelando quasi mai il suo volto, Julie An disturba il desiderio e la gratificazione che sono normalmente percepiti guardando questo genere d'immagini.
Attraverso l'uso della fotografia, il mezzo usato nelle rappresentazioni pornografiche, in quelle colonialiste e nei documentari antropologici, l'artista sfida la concezione delle donne come oggetto del desiderio maschile e indirizza lo sguardo Occidentale ad osservare l'Altro.
04
dicembre 2004
Julie An
Dal 04 dicembre 2004 al 18 gennaio 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA L’ELEFANTE
Treviso, Via Roggia, 52, (Treviso)
Treviso, Via Roggia, 52, (Treviso)
Orario di apertura
dal martedì al sabato dalle 15.30 alle 19.30, oppure su appuntamento
Vernissage
4 Dicembre 2004, dalle ore 18
Autore