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Garo Keshishian
Transarte inaugura la propria attività a Rovereto con la personale del fotografo bulgaro Garo Keshishian. Nato nel 1946 a Varna, sul Mar Nero, Keshishian si dedica alla fotografia dal 1976.
Comunicato stampa
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“Mi sono sentito come un pesce di fondale marino. Là in fondo, dove ogni cosa affonda, dove il fango è disturbato dal più piccolo movimento e intorbida l’acqua, dove la luce è insufficiente, niente può essere fotogenico. I riflessi dei dorati raggi del sole sulla superficie sono disponibili a permessi ad altre privilegiate nature”. (Garo Keshishian)
Transarte inaugura la propria attività a Rovereto con la personale del fotografo bulgaro Garo Keshishian. Nato nel 1946 a Varna, sul Mar Nero, Keshishian si dedica alla fotografia dal 1976. Un fotografo impegnato, uno dei maggiori fotografi dell’Est europeo: numerosi i riconoscimenti che gli sono stati attribuiti nei Paesi dell’Unione Europea e pure negli Stati Uniti ed in Giappone. Le sue fotografie dimorano all’Elysée di Losanna, accanto agli scatti di Victor Marustchenko, Sebastiao Salgado, Mar Trivier, Gottfried Helnwein; ed i suoi nudi - in compagnia di quelli di Wilhelm von Gloeden, Robert Mapplethorpe, Rudolf Koppitz e Gorge Platte – recentemente sono pubblicati nella monografia di Giuliana Scimé sull’arte fotografica (Il Saggiatore, 2003), oltre che nella storia della fotografia di Angela Madesani (Bruno Mondatori, 2004).
Da trent'anni ruba scatti e racconta per immagini il disagio sociale della gente che abita la sua terra nel difficile passaggio della Bulgaria dalla influenza sovietica alla democrazia di stampo occidentale: Zingari, Militari ai lavori forzati, Lavoratori dell’industria siderurgica, e pure chi, giusto per una fototessera, è casualmente approdato nel suo studio di Varna: i personaggi della serie Ritratti. Il disagio sociale, ma anche la vitalità, l’ironia. Questo racconta Garo Keshishian, affidato agli obiettivi della sua inseparabile Leica, per far affiorare le radici più nascoste della civiltà umana. Senso, questo, che Transarte riconosce soprattutto alla sezione dedicata ai 42 ritratti degli Armeni (in allestimento presso la Libreria Palazzo Cosmi): lo stesso Keshishian è uno dei numerosi Armeni che risiedono a Varna. Un popolo perseguitato al pari di quello ebraico ed il cui tragico epilogo è ricordato con la deportazione e il genocidio del 1915. Queste, forse più di tutte le altre sono fotografie di grande impatto: ritratti forti, freddi e puliti; volti di uomini e donne, di vecchi e bambini, che costringono a puntare lo sguardo sui loro occhi.
Secondo Sergio Poggianella, curatore della mostra e del catalogo, Garo Keshishian “usa la macchina fotografica come Lucio Fontana usava taglierini e punteruoli per sfondare la tela. La loro arte risulta essere l’estremo tentativo di andare a vedere se, attraverso il limite che divide la terza dalla quarta dimensione, al di là della tela o dell’immagine fotografica, esista lo zero assoluto, il nulla o l’origine del tutto”.
Per Transarte, l’attività si inaugura quindi con un omaggio alla Bulgaria e alla sua cultura, ed anche con un omaggio al Trentino-Alto Adige che ospita una comunità proveniente dall’area balcanica tra quelle numericamente più importanti d’Italia.
Transarte inaugura la propria attività a Rovereto con la personale del fotografo bulgaro Garo Keshishian. Nato nel 1946 a Varna, sul Mar Nero, Keshishian si dedica alla fotografia dal 1976. Un fotografo impegnato, uno dei maggiori fotografi dell’Est europeo: numerosi i riconoscimenti che gli sono stati attribuiti nei Paesi dell’Unione Europea e pure negli Stati Uniti ed in Giappone. Le sue fotografie dimorano all’Elysée di Losanna, accanto agli scatti di Victor Marustchenko, Sebastiao Salgado, Mar Trivier, Gottfried Helnwein; ed i suoi nudi - in compagnia di quelli di Wilhelm von Gloeden, Robert Mapplethorpe, Rudolf Koppitz e Gorge Platte – recentemente sono pubblicati nella monografia di Giuliana Scimé sull’arte fotografica (Il Saggiatore, 2003), oltre che nella storia della fotografia di Angela Madesani (Bruno Mondatori, 2004).
Da trent'anni ruba scatti e racconta per immagini il disagio sociale della gente che abita la sua terra nel difficile passaggio della Bulgaria dalla influenza sovietica alla democrazia di stampo occidentale: Zingari, Militari ai lavori forzati, Lavoratori dell’industria siderurgica, e pure chi, giusto per una fototessera, è casualmente approdato nel suo studio di Varna: i personaggi della serie Ritratti. Il disagio sociale, ma anche la vitalità, l’ironia. Questo racconta Garo Keshishian, affidato agli obiettivi della sua inseparabile Leica, per far affiorare le radici più nascoste della civiltà umana. Senso, questo, che Transarte riconosce soprattutto alla sezione dedicata ai 42 ritratti degli Armeni (in allestimento presso la Libreria Palazzo Cosmi): lo stesso Keshishian è uno dei numerosi Armeni che risiedono a Varna. Un popolo perseguitato al pari di quello ebraico ed il cui tragico epilogo è ricordato con la deportazione e il genocidio del 1915. Queste, forse più di tutte le altre sono fotografie di grande impatto: ritratti forti, freddi e puliti; volti di uomini e donne, di vecchi e bambini, che costringono a puntare lo sguardo sui loro occhi.
Secondo Sergio Poggianella, curatore della mostra e del catalogo, Garo Keshishian “usa la macchina fotografica come Lucio Fontana usava taglierini e punteruoli per sfondare la tela. La loro arte risulta essere l’estremo tentativo di andare a vedere se, attraverso il limite che divide la terza dalla quarta dimensione, al di là della tela o dell’immagine fotografica, esista lo zero assoluto, il nulla o l’origine del tutto”.
Per Transarte, l’attività si inaugura quindi con un omaggio alla Bulgaria e alla sua cultura, ed anche con un omaggio al Trentino-Alto Adige che ospita una comunità proveniente dall’area balcanica tra quelle numericamente più importanti d’Italia.
19
novembre 2004
Garo Keshishian
Dal 19 novembre all'otto dicembre 2004
arte contemporanea
Location
TRANSARTE
Rovereto, Via Valbusa Grande, 2, (Trento)
Rovereto, Via Valbusa Grande, 2, (Trento)
Vernissage
19 Novembre 2004, ore 18
Curatore