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Spider – Don’t Sing the Wrong Song
Donne che di continuo sbucano in campo, motociclette d’epoca, animali e animaloidi vari, teschi e scheletri, personaggi da fumetto, scrittura da cartellonistica, maschere e faccine, spunti da scrittura automatica
Comunicato stampa
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Si inaugura il 24 novembre 2004 nella galleria Officina 14 di Roma, la mostra dell’artista fiorentino Spider, “Don’t Sing the Wrong Song”, curata da Gianluca Marziani.
Questa esposizione, un diario intimo redatto su formati pittorici e supporti di voluta presenza materica, con una quindicina di opere che raccolgono sia disegni su carta sia tecniche miste su tavole, è soprattutto il viaggio di un artista nella normale confusione del quotidiano. Il suo mondo si incastra col nostro, i suoi riferimenti toccano sensazioni diffuse, emozioni condivisibili, rabbie, infatuazioni, amori. Donne che di continuo sbucano in campo, motociclette d’epoca, animali e animaloidi vari, teschi e scheletri, personaggi da fumetto, scrittura da cartellonistica, maschere e faccine, spunti da scrittura automatica, simboli e segnali, frasi fatte, carte da gioco, brandelli di cronaca popolare… un gran casino sotto calibrato controllo iconografico, un diario intimo redatto su formati pittorici e supporti di voluta presenza materica.
“Spider rappresenta in Italia un percorso autonomo e rigoroso, integrato alle regole auree del quadro pittorico. Sul tema dello stile non si sbaglia: Spider ha personalità, tecnica e idee. Il suo istinto, lucido e opaco come lo sporco bello nelle periferie brutte, travolge i supporti con una potenza da valvole al testosterone.
La molteplicità visuale è il cardine che accomuna quadri sempre diversi, quasi fossero brandelli di vita in pillole semantiche. Ogni opera, inanzittutto, piazza un elemento in evidenza mai evidente: una figura animaloide, un corpo da fumetto, una scritta, una moto o un oggetto, dandogli risalto ma senza vincoli didascalici e imposizioni grafiche. Da lì si aggrappano ulteriori elementi, loghi impliciti, citazioni alte e basse, scritte dal lettering ora più manuale, ora più elettronico, ora più grafico. Il miscuglio combinatorio accumula spunti lungo un dialogo di sana entropia. L’opera si gonfia di eccitazioni muraliste, capta gli incroci tra soggetto e massa, sente quei dislivelli culturali in cui le categorie (alto e basso, per intenderci) le ricrea non il pubblico ma l’autore quando e come vuole. Modi per riuscirci? Basta che il suo occhio creativo filtri la mente intuitiva e talentosa, il cuore forte ma aperto, la tecnica matura ma non scontata. E non è facile per niente, credeteci.
Quando poi prende un telone, tipo quelli che piacciono tanto a Jiulian Schnabel, Spider sceglie un’improvvisa riduzione e il minimo diviene ancora più catalizzante. Una scritta, linee geometriche ed alcune applicazioni parlano la seconda lingua di una personalità bifronte dai modi coerenti. Così come i disegni su carta, al dunque, non perdono l’energia evocativa dei lavori ad alto tasso pittorico” (Gianluca Marziani).
Lontano dal 1995 da Roma, ha esposto più volte nella galleria Affiche di Milano dal 1994 al 2003.
Questa esposizione, un diario intimo redatto su formati pittorici e supporti di voluta presenza materica, con una quindicina di opere che raccolgono sia disegni su carta sia tecniche miste su tavole, è soprattutto il viaggio di un artista nella normale confusione del quotidiano. Il suo mondo si incastra col nostro, i suoi riferimenti toccano sensazioni diffuse, emozioni condivisibili, rabbie, infatuazioni, amori. Donne che di continuo sbucano in campo, motociclette d’epoca, animali e animaloidi vari, teschi e scheletri, personaggi da fumetto, scrittura da cartellonistica, maschere e faccine, spunti da scrittura automatica, simboli e segnali, frasi fatte, carte da gioco, brandelli di cronaca popolare… un gran casino sotto calibrato controllo iconografico, un diario intimo redatto su formati pittorici e supporti di voluta presenza materica.
“Spider rappresenta in Italia un percorso autonomo e rigoroso, integrato alle regole auree del quadro pittorico. Sul tema dello stile non si sbaglia: Spider ha personalità, tecnica e idee. Il suo istinto, lucido e opaco come lo sporco bello nelle periferie brutte, travolge i supporti con una potenza da valvole al testosterone.
La molteplicità visuale è il cardine che accomuna quadri sempre diversi, quasi fossero brandelli di vita in pillole semantiche. Ogni opera, inanzittutto, piazza un elemento in evidenza mai evidente: una figura animaloide, un corpo da fumetto, una scritta, una moto o un oggetto, dandogli risalto ma senza vincoli didascalici e imposizioni grafiche. Da lì si aggrappano ulteriori elementi, loghi impliciti, citazioni alte e basse, scritte dal lettering ora più manuale, ora più elettronico, ora più grafico. Il miscuglio combinatorio accumula spunti lungo un dialogo di sana entropia. L’opera si gonfia di eccitazioni muraliste, capta gli incroci tra soggetto e massa, sente quei dislivelli culturali in cui le categorie (alto e basso, per intenderci) le ricrea non il pubblico ma l’autore quando e come vuole. Modi per riuscirci? Basta che il suo occhio creativo filtri la mente intuitiva e talentosa, il cuore forte ma aperto, la tecnica matura ma non scontata. E non è facile per niente, credeteci.
Quando poi prende un telone, tipo quelli che piacciono tanto a Jiulian Schnabel, Spider sceglie un’improvvisa riduzione e il minimo diviene ancora più catalizzante. Una scritta, linee geometriche ed alcune applicazioni parlano la seconda lingua di una personalità bifronte dai modi coerenti. Così come i disegni su carta, al dunque, non perdono l’energia evocativa dei lavori ad alto tasso pittorico” (Gianluca Marziani).
Lontano dal 1995 da Roma, ha esposto più volte nella galleria Affiche di Milano dal 1994 al 2003.
24
novembre 2004
Spider – Don’t Sing the Wrong Song
Dal 24 novembre al 15 dicembre 2004
giovane arte
Location
OFFICINA 14
Roma, Via Chiana, 40, (Roma)
Roma, Via Chiana, 40, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì pomeriggio al sabato, ore 10.30-13.00 – 16.00-19.30
Vernissage
24 Novembre 2004, ore 18-21.30
Curatore