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Giovanni De Angelis – Luceveloce
Nell’appagarsi di ciò che vede, l’uomo impigrito tende a sedersi sul “già noto ” sul “conosciuto” onde evitare la tensione legata al nuovo, al diverso, al mistero.
Comunicato stampa
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Sussurri e grida. La rassegna invita ad una riflessione sulla tendenza degli artisti contemporanei ad esprimersi attraverso l’uso di ogni mezzo, ogni linguaggio messo a disposizione dalle arti e dalla tecnologia multimediale, in un’ansia crescente di coinvolgimento dello spettatore nel fare artistico. I confini tra le varie poetiche sono sempre meno definiti : la pittura si sposta verso la letteratura e la poesia; la parola si organizza come oggetto e muta in segno, immagine o concetto che dialoga con altre estensioni del pensiero, o diviene ritmo, composizione, spettacolo.
In ogni caso, una parola che subisce una contaminazione che la trasforma e che la fa divenire accessibile attraverso altri parametri come quelli del vedere e del sentire.
Da un lato vi è l’esasperazione ed abuso della parola, la pulsione onnivora dell’Io ad invadere sempre nuovi spazi attraverso un eccesso di autorappresentazione ed autointerpretazione; dall’altro, assistiamo al ritorno del mito platonico della caverna, la ricerca di un contatto intimo e discreto per giungere all’ascolto interiore che lascia il tempo di sentire, riflettere e guardare oltre la percezione.
Si indagano (o si riscoprono) nuove forme di espressione che transitano attraverso il silenzio come passaggio rigenerante e purificatore dove i linguaggi ritrovano una dimensione di primigenìa recuperando a sé ogni potere evocativo, forza e simbolicità.
“In questa dicotomia si richiama l’alternanza tra il rumore ed il silenzio (tra presenza ed assenza), la loro complementarietà, ed anche la responsabilità dell’arte a scegliere di tacere, per dire di più e meglio.”
Mostra fotografica : “Luceveloce” di Giovanni De Angelis
(…) I nostri occhi si allenano a vedere ciò che si aspettano di vedere. Come una telecamera, registrano incessantemente ciò che hanno la possibilità di riconoscere, ma non tutto ciò che arriva a imprimersi sulla retina arriva alla coscienza, così come non tutto ciò che crediamo di vedere è realmente esistente nella realtà fisica.
Nell'appagarsi di ciò che vede, l'uomo impigrito tende a sedersi sul "già noto " sul “conosciuto” onde evitare la tensione legata al nuovo, al diverso, al mistero. Confondendo il percepito col vero, si nega la possibilità di accedere alla conoscenza di realtà altre, infinite e parallele, che gli scorrono affianco e di continuo lo investono e magari giocano con la sua ottusità. Può bastare invece una semplice fotocamera per l'artista che, intuendo l'esistenza di altri mondi, non si arrende alla illusione, la limitatezza di ciò che vede, e cerca, inseguendo di corsa un raggio di luce, la possibilità di accedere a un reale perso di continuo.
Ed è qui che l'occhio indiscreto della fotocamera di chi, da studioso si trasforma in artista, si pone all'inseguimento di quel raggio e corre. Corre e per un attimo ruba il raggio che nella fuga trascina con sé la forma e i colori delle cose che diventano altra forma e altro colore, fino a svelare il mistero di altri mondi mai visti, mai pensati. E l’artista incantato e stupito crea opere d'arte. Un faro nella notte in autostrada, un cartello pubblicitario, una scialba busta, una sedia, un profilo… Fermato e dilatato l’attimo in cui il raggio li sfiora esplodono in mille mondi in fuga su scie che brillano di tutti i colori dell’arcobaleno. (Tina Paliotti)
Videoarte: “Transiti” di Marco Maiello video in digitale mm16,00
“La modernità è il transitorio, il fuggitivo, il contingente, la metà dell’arte, di cui l’altra metà è l’eterno e l’immutabile”
Baudelaire
I versi di Baudelaire a commento del video o ispiratori della costruzione del video Transiti ? E’ difficile rispondere a un quesito al quale lo stesso autore non sa dare onestamente una risposta.
Certo è che una frase può essere illuminante rispetto ad una intuizione e tale sembra essere il caso di questo video, omaggio all’evento di Artfest 2004. Il tema è incentrato sul guardare e vedere, sull’apparenza e sulla realtà, sul contingente- moderno e sull’immutabile - eterno. L’arte partecipa di entrambi i momenti: non c’è comprensione dell’uno senza l’altro. L’occhio di Giulia è chiuso nella prima parte del video, quasi sopraffatto dalla realtà frenetica e apparentemente senza senso che scorre intorno, per aprirsi fisicamente nella seconda parte “ essendo cambiato il modo di guardare le cose”: la realtà attorno si rivela più pacata, più armoniosa e l’occhio aperto la percepisce nella sua essenza. In perfetta armonia con i tempi interiori del video, la musica di Luigi Maiello completa un piccolo cammeo.
Il programma della serata prevede:
ore 19,30 inaugurazione mostra fotografica di Giovanni De Angelis
ore 21,00 Proiezione video “Transiti” di Marco Maiello
ore 22,30 Audio-visual Art proiezione del video “Luceveloce” di Giovanni De Angelis e Marco Maiello
ore 23,00 Djset di Véro.
In ogni caso, una parola che subisce una contaminazione che la trasforma e che la fa divenire accessibile attraverso altri parametri come quelli del vedere e del sentire.
Da un lato vi è l’esasperazione ed abuso della parola, la pulsione onnivora dell’Io ad invadere sempre nuovi spazi attraverso un eccesso di autorappresentazione ed autointerpretazione; dall’altro, assistiamo al ritorno del mito platonico della caverna, la ricerca di un contatto intimo e discreto per giungere all’ascolto interiore che lascia il tempo di sentire, riflettere e guardare oltre la percezione.
Si indagano (o si riscoprono) nuove forme di espressione che transitano attraverso il silenzio come passaggio rigenerante e purificatore dove i linguaggi ritrovano una dimensione di primigenìa recuperando a sé ogni potere evocativo, forza e simbolicità.
“In questa dicotomia si richiama l’alternanza tra il rumore ed il silenzio (tra presenza ed assenza), la loro complementarietà, ed anche la responsabilità dell’arte a scegliere di tacere, per dire di più e meglio.”
Mostra fotografica : “Luceveloce” di Giovanni De Angelis
(…) I nostri occhi si allenano a vedere ciò che si aspettano di vedere. Come una telecamera, registrano incessantemente ciò che hanno la possibilità di riconoscere, ma non tutto ciò che arriva a imprimersi sulla retina arriva alla coscienza, così come non tutto ciò che crediamo di vedere è realmente esistente nella realtà fisica.
Nell'appagarsi di ciò che vede, l'uomo impigrito tende a sedersi sul "già noto " sul “conosciuto” onde evitare la tensione legata al nuovo, al diverso, al mistero. Confondendo il percepito col vero, si nega la possibilità di accedere alla conoscenza di realtà altre, infinite e parallele, che gli scorrono affianco e di continuo lo investono e magari giocano con la sua ottusità. Può bastare invece una semplice fotocamera per l'artista che, intuendo l'esistenza di altri mondi, non si arrende alla illusione, la limitatezza di ciò che vede, e cerca, inseguendo di corsa un raggio di luce, la possibilità di accedere a un reale perso di continuo.
Ed è qui che l'occhio indiscreto della fotocamera di chi, da studioso si trasforma in artista, si pone all'inseguimento di quel raggio e corre. Corre e per un attimo ruba il raggio che nella fuga trascina con sé la forma e i colori delle cose che diventano altra forma e altro colore, fino a svelare il mistero di altri mondi mai visti, mai pensati. E l’artista incantato e stupito crea opere d'arte. Un faro nella notte in autostrada, un cartello pubblicitario, una scialba busta, una sedia, un profilo… Fermato e dilatato l’attimo in cui il raggio li sfiora esplodono in mille mondi in fuga su scie che brillano di tutti i colori dell’arcobaleno. (Tina Paliotti)
Videoarte: “Transiti” di Marco Maiello video in digitale mm16,00
“La modernità è il transitorio, il fuggitivo, il contingente, la metà dell’arte, di cui l’altra metà è l’eterno e l’immutabile”
Baudelaire
I versi di Baudelaire a commento del video o ispiratori della costruzione del video Transiti ? E’ difficile rispondere a un quesito al quale lo stesso autore non sa dare onestamente una risposta.
Certo è che una frase può essere illuminante rispetto ad una intuizione e tale sembra essere il caso di questo video, omaggio all’evento di Artfest 2004. Il tema è incentrato sul guardare e vedere, sull’apparenza e sulla realtà, sul contingente- moderno e sull’immutabile - eterno. L’arte partecipa di entrambi i momenti: non c’è comprensione dell’uno senza l’altro. L’occhio di Giulia è chiuso nella prima parte del video, quasi sopraffatto dalla realtà frenetica e apparentemente senza senso che scorre intorno, per aprirsi fisicamente nella seconda parte “ essendo cambiato il modo di guardare le cose”: la realtà attorno si rivela più pacata, più armoniosa e l’occhio aperto la percepisce nella sua essenza. In perfetta armonia con i tempi interiori del video, la musica di Luigi Maiello completa un piccolo cammeo.
Il programma della serata prevede:
ore 19,30 inaugurazione mostra fotografica di Giovanni De Angelis
ore 21,00 Proiezione video “Transiti” di Marco Maiello
ore 22,30 Audio-visual Art proiezione del video “Luceveloce” di Giovanni De Angelis e Marco Maiello
ore 23,00 Djset di Véro.
11
novembre 2004
Giovanni De Angelis – Luceveloce
11 novembre 2004
serata - evento
Location
RASHOMON
Roma, Via Degli Argonauti, 16, (Roma)
Roma, Via Degli Argonauti, 16, (Roma)
Vernissage
11 Novembre 2004, ore 19,30