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Ovidio Guaita – Yemen
BZF in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Firenze e l’agenzia Azalai “viaggi e spedizioni”presenta una mostra fotografica di Ovidio Guaita presidente della sez. Toscana del CIGV.
Comunicato stampa
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In tutto il sudest asiatico si estraggono resine odorose dalle piante aromatiche, ma la vera zona dell’incenso è l’Hadramaut, in Arabia meridionale. Da lì arrivò fino ai re Magi, che con l’oro e la mirra lo portarono, attraverso il deserto, a Betlemme, come simbolo del triplice destino del Neonato giudeo: la divinità (l’incenso), il regno (l’oro) e il potere taumaturgico (la mirra).
L’incenso veniva usato già al tempo dei faraoni, profumava la barba di Aronne e i capelli delle principesse egizie, bruciava nei templi di Babilonia, durante i funerali dei ricchi romani, nelle chiese della cristianità, nelle moschee, in tutti i luoghi di culto del Vecchio Mondo.
Questa resina odorosa, che fuoriesce in goccioline brillanti lungo il tronco dell’albero dell’incenso, al tempo dei Romani poteva essere raccolta solo da una tribù eletta, i Sabei, che con la massima precauzione e seguendo precisi rituali, lo imballavano e lo vendevano pronto per l’imbarco. A Roma veniva venduto dai tre ai sei denari la libbra romana. Siccome il trasporto in carovana fino a Gaza o Petra non costava più di un denaro a libbra, si capisce che il profitto era alto, anche se ancora ragionevole rispetto a quello dei prodotti provenienti dall’India, che pare si vendessero cento volte il loro prezzo d’acquisto.
Il commercio dell’incenso creò regni dalla sabbia del deserto e rese ricco il lungo e inospitale paese che gli scrittori dell’antichità esaltarono come Arabia Felix, l’Arabia felice. Ombelico vitale di questa terra era la strada dell’incenso, chiamata anche strada delle spezierie, sulla quale i più preziosi carichi di cammelli della storia commerciale transitavano dall’Oman e dall’Hadramaut fino a Petra, importante centro di smistamento, per poi dirigersi verso l’Egitto e i porti mediterranei della regione di Gaza, da dove le mercanzie venivano caricate sui galeoni romani.
Oggi sulla via tracciata dalle carovane dell’incenso rimangono le testimonianze dei fasti trascorsi. Le troviamo nei centri dello Yemen, dall’Hadramout fino a Sanaa, così come nella regione dell’Azir in Arabia Saudita, fino a Jeddah e nei centri nabatei di Al-Ula, Madain Saleh sempre in Arabia e in quello di Petra in Giordania.
L’incenso veniva usato già al tempo dei faraoni, profumava la barba di Aronne e i capelli delle principesse egizie, bruciava nei templi di Babilonia, durante i funerali dei ricchi romani, nelle chiese della cristianità, nelle moschee, in tutti i luoghi di culto del Vecchio Mondo.
Questa resina odorosa, che fuoriesce in goccioline brillanti lungo il tronco dell’albero dell’incenso, al tempo dei Romani poteva essere raccolta solo da una tribù eletta, i Sabei, che con la massima precauzione e seguendo precisi rituali, lo imballavano e lo vendevano pronto per l’imbarco. A Roma veniva venduto dai tre ai sei denari la libbra romana. Siccome il trasporto in carovana fino a Gaza o Petra non costava più di un denaro a libbra, si capisce che il profitto era alto, anche se ancora ragionevole rispetto a quello dei prodotti provenienti dall’India, che pare si vendessero cento volte il loro prezzo d’acquisto.
Il commercio dell’incenso creò regni dalla sabbia del deserto e rese ricco il lungo e inospitale paese che gli scrittori dell’antichità esaltarono come Arabia Felix, l’Arabia felice. Ombelico vitale di questa terra era la strada dell’incenso, chiamata anche strada delle spezierie, sulla quale i più preziosi carichi di cammelli della storia commerciale transitavano dall’Oman e dall’Hadramaut fino a Petra, importante centro di smistamento, per poi dirigersi verso l’Egitto e i porti mediterranei della regione di Gaza, da dove le mercanzie venivano caricate sui galeoni romani.
Oggi sulla via tracciata dalle carovane dell’incenso rimangono le testimonianze dei fasti trascorsi. Le troviamo nei centri dello Yemen, dall’Hadramout fino a Sanaa, così come nella regione dell’Azir in Arabia Saudita, fino a Jeddah e nei centri nabatei di Al-Ula, Madain Saleh sempre in Arabia e in quello di Petra in Giordania.
20
novembre 2004
Ovidio Guaita – Yemen
Dal 20 al 28 novembre 2004
fotografia
Location
BZF
Firenze, Via Panicale, 61R, (Firenze)
Firenze, Via Panicale, 61R, (Firenze)
Vernissage
20 Novembre 2004, 0re 18:30