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Mauro Ceolin – videogame_landscapes
A una stampa digitale e a tre quadri ad acrilico, modalità consuete del fare di Ceolin, la mostra affianca per la prima volta alcune stampe a plotter dei disegni da cui sono ricavati i paesaggi, e una miniatura su mouse.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Da quasi cinque anni, con rara coerenza, il milanese Mauro Ceolin porta
avanti un lavoro di traduzione e riscrittura dell'immagine mediatica, in
un percorso che non vuole essere altro che una evoluzione, per lui
necessaria, del fare pittura. In una riedizione postmoderna
dell'estetica pop, Ceolin va setacciando il paesaggio di informazioni
che ci circonda, selezionando una serie di immagini che sottopone a
decantazione attraverso la tecnica del disegno vettoriale.
La serie SolidLandscape, al centro della sua seconda personale presso la
fabioparisartgallery, introduce un ulteriore elemento di mediazione nel
percorso che conduce al costituirsi dell'immagine. In questi paesaggi,
infatti, Ceolin non lavora, come altrove, sulle immagini del presente,
ma sul paesaggio che fa da sfondo al nuovo mito contemporaneo, quello
videoludico. Questi paesaggi sono reali, perché in essi possiamo
entrare, e perché su quello sfondo viviamo le nostre avventure; ma sono,
nello stesso tempo, interpretazioni, traduzioni poligonali (solide) di
paesaggi reali, o di modelli di paesaggi reali.
Da qui la notevole complessità di queste immagini, che contrasta
singolarmente con l'immediata leggibilità che la tecnica di Ceolin, la
sua pazienza certosina, la precisione del disegno, le tinte piatte -
anche semanticamente, aliene come sono da ogni metafisico mistero -
sembrano presupporre. Da un lato, Ceolin strappa il paesaggio a un
medium, eliminando tutti gli elementi videoludici (vite, punteggi etc.),
e a una storia, cancellandone ogni possibile traccia, ogni segno
d'azione. Purificandoli, forse, dato che in molti casi azione significa
violenza. Dall'altro rivendica, dipingendoli, la realtà di questi
paesaggi: dopotutto, sono sempre di più coloro che al loro interno
spendono buona parte del loro tempo, combattendo, gareggiando o facendo
vita di comunità. E riflette, o fa riflettere, sul significato
culturale della loro traduzione da paesaggi reali a paesaggi poligonali
- si pensi alla stereotipata Piazza Rossa di Gotham Project Racing, o
alla città ordinata di The Sims - e sulle diverse possibilità di accesso
di una stessa immagine: che per alcuni è una banale zona residenziale,
per altri lo sfondo delle scenografiche azioni teppistiche di GTA.
A una stampa digitale e a tre quadri ad acrilico, modalità consuete del
fare di Ceolin, la mostra affianca per la prima volta alcune stampe a
plotter dei disegni da cui sono ricavati i paesaggi, e una miniatura su
mouse: traccia, i primi, del complesso lavoro di traduzione dalla
grafica poligonale alla pittura vettoriale; testimonianza, il secondo,
della sua volontà di emulare, con mezzi nuovi, antiche tradizioni, come
anche della sua incorreggibile natura di videogiocatore. Con il vizio di
customizzare i propri oggetti di culto.
avanti un lavoro di traduzione e riscrittura dell'immagine mediatica, in
un percorso che non vuole essere altro che una evoluzione, per lui
necessaria, del fare pittura. In una riedizione postmoderna
dell'estetica pop, Ceolin va setacciando il paesaggio di informazioni
che ci circonda, selezionando una serie di immagini che sottopone a
decantazione attraverso la tecnica del disegno vettoriale.
La serie SolidLandscape, al centro della sua seconda personale presso la
fabioparisartgallery, introduce un ulteriore elemento di mediazione nel
percorso che conduce al costituirsi dell'immagine. In questi paesaggi,
infatti, Ceolin non lavora, come altrove, sulle immagini del presente,
ma sul paesaggio che fa da sfondo al nuovo mito contemporaneo, quello
videoludico. Questi paesaggi sono reali, perché in essi possiamo
entrare, e perché su quello sfondo viviamo le nostre avventure; ma sono,
nello stesso tempo, interpretazioni, traduzioni poligonali (solide) di
paesaggi reali, o di modelli di paesaggi reali.
Da qui la notevole complessità di queste immagini, che contrasta
singolarmente con l'immediata leggibilità che la tecnica di Ceolin, la
sua pazienza certosina, la precisione del disegno, le tinte piatte -
anche semanticamente, aliene come sono da ogni metafisico mistero -
sembrano presupporre. Da un lato, Ceolin strappa il paesaggio a un
medium, eliminando tutti gli elementi videoludici (vite, punteggi etc.),
e a una storia, cancellandone ogni possibile traccia, ogni segno
d'azione. Purificandoli, forse, dato che in molti casi azione significa
violenza. Dall'altro rivendica, dipingendoli, la realtà di questi
paesaggi: dopotutto, sono sempre di più coloro che al loro interno
spendono buona parte del loro tempo, combattendo, gareggiando o facendo
vita di comunità. E riflette, o fa riflettere, sul significato
culturale della loro traduzione da paesaggi reali a paesaggi poligonali
- si pensi alla stereotipata Piazza Rossa di Gotham Project Racing, o
alla città ordinata di The Sims - e sulle diverse possibilità di accesso
di una stessa immagine: che per alcuni è una banale zona residenziale,
per altri lo sfondo delle scenografiche azioni teppistiche di GTA.
A una stampa digitale e a tre quadri ad acrilico, modalità consuete del
fare di Ceolin, la mostra affianca per la prima volta alcune stampe a
plotter dei disegni da cui sono ricavati i paesaggi, e una miniatura su
mouse: traccia, i primi, del complesso lavoro di traduzione dalla
grafica poligonale alla pittura vettoriale; testimonianza, il secondo,
della sua volontà di emulare, con mezzi nuovi, antiche tradizioni, come
anche della sua incorreggibile natura di videogiocatore. Con il vizio di
customizzare i propri oggetti di culto.
/Domenico Quaranta/
13
novembre 2004
Mauro Ceolin – videogame_landscapes
Dal 13 novembre al 18 dicembre 2004
arte contemporanea
Location
FABIO PARIS ART GALLERY
Brescia, Via Alessandro Monti, 13, (Brescia)
Brescia, Via Alessandro Monti, 13, (Brescia)
Orario di apertura
dal lunedi al sabato 15/19 - festivi su appuntamento
Vernissage
13 Novembre 2004, ore 18
Autore