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Tomie Nomiye – Emozioni di Ortigia
Nella tendenza, tipica della pittura figurativa dei nostri giorni, alla sintesi tra invenzione e ri-creazione di stati emozionali attraverso la rivisitazione della forma, della veduta, del paesaggio, dello scorcio caratteristico, l’arte di Tomie Nomiya trova un riferimento privilegiato
Comunicato stampa
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Nella tendenza, tipica della pittura figurativa dei nostri giorni, alla sintesi tra invenzione e ri-creazione di stati emozionali attraverso la rivisitazione della forma, della veduta, del paesaggio, dello scorcio caratteristico, l’arte di Tomie Nomiya trova un riferimento privilegiato e un punto di partenza che senza mai perdere di vista l’intellegibilità e la chiarezza dell’impostazione (elementi chiave del comunicare) riesce a suggerire una bella varietà di emozioni e di inquietudini, sempre presentate con discrezione, mai con aggressività, e con un taglio quasi scenografico delle angolazioni e delle prospettive; nella formazione artistica di Tomie Nomiya (le cui opere sono state esposte, fra l’altro, nel 1996 a Luanda, alla Guest House dell’Agip Angola) sono intervenuti due principali maestri, Tazawa negli anni ’78/’79 e De Tomassi nel 1987, da cui l’artista ha mutuato (con esiti del tutto originali) rispettivamente la pennellata decisa, ricca di cromatismi, e la delicatezza quasi acquarellistica di segni, sfumature e particolari.
Dall’unione di questi due influssi apparentemente in contrasto nasce una pittura vera, affermativa, che trova i suoi punti di forza nella semplicità dell’enunciato, nello studio minuzioso del dettaglio specchio del lavoro interiore e soprattutto in quel senso molto particolare di quiete, di misteriosa attesa, di silenzio "pieno", evocato in ogni momento e affiorante dai profili dei palazzi, dai cieli movimentati, dai luminosi cortili, dagli scorci dei vicoli di Ortigia ripresi da Tomie Nomiya e significativamente caratterizzati dall’assenza di figure umane: ma, come scrive Attilio Bertolucci, "assenza, più acuta presenza".
Joe Schittino
Dall’unione di questi due influssi apparentemente in contrasto nasce una pittura vera, affermativa, che trova i suoi punti di forza nella semplicità dell’enunciato, nello studio minuzioso del dettaglio specchio del lavoro interiore e soprattutto in quel senso molto particolare di quiete, di misteriosa attesa, di silenzio "pieno", evocato in ogni momento e affiorante dai profili dei palazzi, dai cieli movimentati, dai luminosi cortili, dagli scorci dei vicoli di Ortigia ripresi da Tomie Nomiya e significativamente caratterizzati dall’assenza di figure umane: ma, come scrive Attilio Bertolucci, "assenza, più acuta presenza".
Joe Schittino
13
novembre 2004
Tomie Nomiye – Emozioni di Ortigia
Dal 13 al 23 novembre 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA ROMA [sede definitivamente chiusa]
Siracusa, Via Della Maestranza, 110, (Siracusa)
Siracusa, Via Della Maestranza, 110, (Siracusa)
Orario di apertura
17,30 - 20,30
tutti i giorni, lunedì escluso
Curatore