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Botto e Bruno / Alles Wird Gut
Conferenza della coppia di artisti torinesi. A seguire i due architetti austriaci Alles Wird Gut.
Botto, 1963 e Roberta Bruno, 1966) si è imposta all’attenzione con visioni
fotografiche di periferie urbane desolate, avvolte in colori lividi: edifici
scalcinati, oggetti abbandonati, pozzanghere nelle quali si specchiano cieli
grigi. All’inizio, nessuna presenza in queste ambientazioni di misteriosa
malinconia. Poi sono venuti apparendo personaggi solitari, un inizio
possibile di storie di ordinaria condizione umana (diaproiezioni, corti
video, storyboard filmici con sottofondi di musica). Ma Botto e Bruno non
sono interessati a narrazioni psicologiche o a denunce sociali. La loro è
una visione esistenziale, una metafora del tempo. Nessuna identificazione di
ambienti: sottolineata dalla pratica dei wallpaper, gigantografie che
rivestono intere pareti, quasi affreschi del contemporaneo (esempio
cospicuo, l’installazione alle Corderie per la Biennale di Venezia 2001. In
precedenza a Siena, Palazzo delle Papesse, Pisa, Fondazione Teseco, Quimper,
Centro d’Arte Contemporanea, Roma, Palazzo delle Esposizioni).
La coppia ha esposto le proprie opere in tutto il mondo, Spagna, Svizzera,
Italia, Francia, Germania, Stati Uniti, Inghilterra, Corea, Grecia,
Colombia. Oggi sono presenti all’interno di “Artissima”, una manifestazione
sull’arte contemporanea che ha coinvolto la città di Torino dal 5 all’8
novembre 2004 e a Milano per il progetto “In Alto” che ha visto la
partecipazione di dieci giovani artisti che hanno realizzato un’opera di
grandi dimensioni in spazi solitamente occupati dalla pubblicità su alcuni
edifici milanesi in restauro. Le opere sono visibili unicamente per il tempo
in cui il ponteggio è montato. Una provocazione, un richiamo, un tentativo
dell’arte di appropriarsi di spazi occupati sino ad oggi solo dalla
pubblicità e lo sforzo di uscire dalle mura dei musei e delle gallerie per
confrontarsi con il quotidiano.
Dal 1999 AllesWirdGut lavora a progetti di diversa scala, dall' elaborazione
di sistemi a livello urbanistico alla pianificazione di interni. L'approccio
è pragmatico e cerca di valorizzare appieno le potenzialità offerte dal
contesto. Il considerare problemi come effettive opportunità progettuali,
porta al concretizzarsi di nuove impreviste possibilità architettoniche.
Scopo principale è sempre quello di trovare e realizzare qualità aggiuntive,
utilizzando come presupposti le domande gli incarichi posti.
I quattro architetti che formano il nucleo di AllesWirdGut si sono
conosciuti alla Università Tecnica di Vienna (TU Wien), e già durante il
periodo universitario hanno iniziato a lavorare insieme.
L’ imput dato dai diversi caratteri e dall'assenza di gerarchie o
specializzazioni settoriali distinguono il gruppo.
La forte sintonia tra i membri è in concreto il punto di forza del giovane
team di architetti.
Gli incarichi vengono analizzati nel particolare. Di norma niente è
considerato proibito, anzi molto è possibile. La soluzione che inizialmente
potrebbe sembrare la più logica, non è sempre la migliore. Da questo modo di
pensare si sviluppano per il committente e per gli architetti sorprendenti
possibili soluzioni, che vengono quindi esaminate e perfezionate insieme.
AllesWirdGut si concentra su contenuti e possibili sinergie – sull’
integrazione di metodiche che rendono possibili soluzioni economicamente
vantaggiose.
L’Architettura non è mai fine a se stessa, colui che ne usufruisce deve
essere posto in primo piano. Una buona architettura non deve solo essere più
dispendiosa, ma soprattutto avere maggiori potenzialità! I lavori diventano
stimolanti grazie a interessanti connessioni di spazi, intelligenti percorsi
e inaspettate sovrapposizioni e integrazioni funzionali. Le molteplici
possibilità di utilizzo fanno dell'architettura uno oggetto d’uso
multiforme. L'aspetto concezionale che si nasconde dietro alle forme
fornisce inoltre un particolare valore aggiuntivo.
Il fatto che l’ironia abbia un ruolo fondamentale, dimostra come AWG tragga
divertimento nel sorprendere, nel proporre il nuovo, nel fare architettura.
Otto Kapfinger scrive di AWG: "i quattro fenomeni di provincia con il loro
ufficio ricavato in un ex-alimentari sono tutto il contrario di naif, come
il nome potrebbe suggerire. Dietro ai nomi spigliati e originali dati ai
loro progetti , dietro a i fotomontaggi pieni di glamour e alle prospettive
come fumetti,stanno chiare analisi economico-urbanistiche e maturi concetti
planimetrici.
Niente è più lontano del decorativo utopismo di alcuni gruppi pop di
architetti. AWG è più che altro un motto per un fresco e spregiudicato modo
di confrontarsi con una fascia di problemi apparentemente poco attrattivi,
carichi di stereotipi e cliché. Pensare in modo positivo ovviamente non
basta. Ma una spudoratezza acuta, sveglia e piena di energie può accelerare
il confronto con la sfaccettata natura delle realtà urbane, portando a una
formulazione di concetti concreta e oggettiva, fatto che senza dubbio può
essere considerata il motto dei progetti di AllesWirdGut.
http://www.alleswirdgut.cc/awg.php
Botto e Bruno / Alles Wird Gut
Milano, Via Andrea Maria Ampere, 2, (Milano)