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Tamara Donati – Arabesque
La danza ed il corpo, nella figura appunto ad arabesque, fanno parte di ogni opera esposta in una ricerca in continuo divenire.
Comunicato stampa
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CONFARTE torna con una nuova mostra e questa volta sceglie come luogo di esposizione una delle tre sedi che si trovano nella nostra città e precisamente quella in località Maliseti. L’artista protagonista dell’evento è Tamara Donati, la prima pratese a presentare le sue opere in Confartigianato di Prato. Altra novità è quella di una mostra a tema: “Arabesque”. La danza ed il corpo, nella figura appunto ad arabesque, fanno parte di ogni opera esposta in una ricerca in continuo divenire.
Tamara Donati dopo aver studiato al Liceo Artistico di Firenze ha frequentato un corso di grafica pubblicitaria promosso dalla Regione Toscana. Ha partecipato a numerosi corsi di teatro, danza e canto. Dal 1986 ha esposto le sue opere in Italia e all’estero. Dal 1997 insegna disegno, tecniche pittoriche e scultura in creta a Prato ed a Greve in Chianti.
“Scorro le opere che la Donati mi mostra ad una ad una e provo la gioia,”, dice il critico Ugo Fortini, “l'incanto, che esse promanano (sensazione, ahimè, sempre più rara da provarsi da parte di un critico dei nostri giorni che indaghi sull'operato dei nuovi artisti). Noto la pulsione, tra i perenne ondeggiare, il fluire dinamico, ubiquitario e quindi di non luogo, che caratterizza la pittura di Tamara Donati; e m'accorgo che è davvero danza; e come la danza non circoscrivibile, in quanto non si può fermare. Si costituisce e si determina, diviene movimento da un enigma e nell'enigma, "flatus vocis", s'occulta, si dissolve dispare.
Anche il segno urgente e continuo (ora vivace ora tenue, diacronico, che non si chiude in sé) fluisce come l'asintoto palpito creatore e distruttore d'ogni forma; danza. Evoca Dioniso, il contrapposto dell'Eros platonico, l'ebbro danzatore metaforico e proteiforme che.”
Scrive di lei il critico Alberto Gavazzeni: “Attraverso la danza e la musica, in una fusione fra corpi e linee immersi in un oceano mentale, verso le cristallizzazioni del deserto, verso colori che diventano materia, che a volte si installano sulle tele quasi fossero metafisici o che ne escono per diventare simili a sculture o che, in fin dei conti, cercano di smaterializzarsi nell’infinito, di diventare antimateria.
Un mondo in movimento che, partito seguendo le armonie della musica e i ritmi della danza, tende ora ad aggiungere, alla purezza del segno, la materia primigenia.
Danza e pittura, mondi fantastici e realtà: questo è oggi, come ieri, il mondo di Tamara Donati. Un mondo figurativo dove simbolismo e astrattismo continuano ad intrecciarsi, senza che ne l’uno, né l’altro riescano a prevalere.”
E aggiunge il critico Franco Riccomini: “A guardarle bene le tele della Donati, attraverso il tempo, contengono tutte qualcosa di “nascosto”, come se l’artista volesse spaziare in oceani diversi fuori dagli stretti schemi della pittura.
Il ritmare delle sue proposte prosegue con l’interpretazione della danza attraverso segni di estrema sintesi e colori: una delle sue mostre più riuscite, dal titolo “Arabesque”, sottende ancora una volta, nell’elevarsi dei danzatori verso l’alto, quella che è o dovrebbe essere l’elevazione umana come processo di sviluppo interiore. Nel segno di una libertà espressiva, tra narrazione e stimoli emozionali.”
A questo punto è quanto mai doveroso chiudere con le parole della stessa artista: “La mia vita come la mia arte, è un continuo viaggiare nell’esigenza di nuove esperienze, in direzione di una precisa necessità evolutiva. E’ conoscere nuovi Paesi, è confrontarmi con altre culture. Soprattutto è un viaggio alla scoperta di me stessa, trascendendo il quotidiano, per immergermi nella mia parte interiore e quindi nella profondità dello spirito che è poi il motivo principale del mio creare. E’ desiderio di libertà che si esprime nel mio fare artistico (pittura ed installazioni) attraverso la mescolanza alchemica fra figurativo e astrattismo, dove tale contrapposizione di rigore stilistico si annulla nella necessità di una dimensione che fluttua fra il “vivere terreno” e la ricerca del “divino”. Nella mia ricerca la danza è il “pretesto” tematico più ricorrente perché mi da modo di esprimere il passaggio dal concreto allo spirituale. La danza quindi capta la mia attenzione in qualità di rito ancestrale, non in quanto manifestazione esteriore, ma per la trascendenza estetica, seducente e vivificante che rappresenta; dove lo spirito ha finalmente la possibilità di esprimersi due volte: prima plasmando il movimento del corpo e poi mediante la trasposizione in arte visiva delle sensazioni che danzando si creano”.
Tamara Donati dopo aver studiato al Liceo Artistico di Firenze ha frequentato un corso di grafica pubblicitaria promosso dalla Regione Toscana. Ha partecipato a numerosi corsi di teatro, danza e canto. Dal 1986 ha esposto le sue opere in Italia e all’estero. Dal 1997 insegna disegno, tecniche pittoriche e scultura in creta a Prato ed a Greve in Chianti.
“Scorro le opere che la Donati mi mostra ad una ad una e provo la gioia,”, dice il critico Ugo Fortini, “l'incanto, che esse promanano (sensazione, ahimè, sempre più rara da provarsi da parte di un critico dei nostri giorni che indaghi sull'operato dei nuovi artisti). Noto la pulsione, tra i perenne ondeggiare, il fluire dinamico, ubiquitario e quindi di non luogo, che caratterizza la pittura di Tamara Donati; e m'accorgo che è davvero danza; e come la danza non circoscrivibile, in quanto non si può fermare. Si costituisce e si determina, diviene movimento da un enigma e nell'enigma, "flatus vocis", s'occulta, si dissolve dispare.
Anche il segno urgente e continuo (ora vivace ora tenue, diacronico, che non si chiude in sé) fluisce come l'asintoto palpito creatore e distruttore d'ogni forma; danza. Evoca Dioniso, il contrapposto dell'Eros platonico, l'ebbro danzatore metaforico e proteiforme che
Scrive di lei il critico Alberto Gavazzeni: “Attraverso la danza e la musica, in una fusione fra corpi e linee immersi in un oceano mentale, verso le cristallizzazioni del deserto, verso colori che diventano materia, che a volte si installano sulle tele quasi fossero metafisici o che ne escono per diventare simili a sculture o che, in fin dei conti, cercano di smaterializzarsi nell’infinito, di diventare antimateria.
Un mondo in movimento che, partito seguendo le armonie della musica e i ritmi della danza, tende ora ad aggiungere, alla purezza del segno, la materia primigenia.
Danza e pittura, mondi fantastici e realtà: questo è oggi, come ieri, il mondo di Tamara Donati. Un mondo figurativo dove simbolismo e astrattismo continuano ad intrecciarsi, senza che ne l’uno, né l’altro riescano a prevalere.”
E aggiunge il critico Franco Riccomini: “A guardarle bene le tele della Donati, attraverso il tempo, contengono tutte qualcosa di “nascosto”, come se l’artista volesse spaziare in oceani diversi fuori dagli stretti schemi della pittura.
Il ritmare delle sue proposte prosegue con l’interpretazione della danza attraverso segni di estrema sintesi e colori: una delle sue mostre più riuscite, dal titolo “Arabesque”, sottende ancora una volta, nell’elevarsi dei danzatori verso l’alto, quella che è o dovrebbe essere l’elevazione umana come processo di sviluppo interiore. Nel segno di una libertà espressiva, tra narrazione e stimoli emozionali.”
A questo punto è quanto mai doveroso chiudere con le parole della stessa artista: “La mia vita come la mia arte, è un continuo viaggiare nell’esigenza di nuove esperienze, in direzione di una precisa necessità evolutiva. E’ conoscere nuovi Paesi, è confrontarmi con altre culture. Soprattutto è un viaggio alla scoperta di me stessa, trascendendo il quotidiano, per immergermi nella mia parte interiore e quindi nella profondità dello spirito che è poi il motivo principale del mio creare. E’ desiderio di libertà che si esprime nel mio fare artistico (pittura ed installazioni) attraverso la mescolanza alchemica fra figurativo e astrattismo, dove tale contrapposizione di rigore stilistico si annulla nella necessità di una dimensione che fluttua fra il “vivere terreno” e la ricerca del “divino”. Nella mia ricerca la danza è il “pretesto” tematico più ricorrente perché mi da modo di esprimere il passaggio dal concreto allo spirituale. La danza quindi capta la mia attenzione in qualità di rito ancestrale, non in quanto manifestazione esteriore, ma per la trascendenza estetica, seducente e vivificante che rappresenta; dove lo spirito ha finalmente la possibilità di esprimersi due volte: prima plasmando il movimento del corpo e poi mediante la trasposizione in arte visiva delle sensazioni che danzando si creano”.
20
novembre 2004
Tamara Donati – Arabesque
Dal 20 novembre 2004 al 26 maggio 2005
arte contemporanea
Location
CONFARTIGIANATO
Prato, Viale Montegrappa, 138, (Prato)
Prato, Viale Montegrappa, 138, (Prato)
Orario di apertura
dal lunedì al giovedì 8.30-13 e 14.30-18; venerdi 8.30-13 (su richiesta apertura nel pomeriggio)
Vernissage
20 Novembre 2004, ore 17.30