Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Focus: Collezione / Araki, Kabakov, Masi, Schnabel
Il 13 Novembre s’inaugura un nuovo evento che il Centro per l’Arte
Contemporanea Luigi Pecci dedica alla propria Collezione Permanente.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il percorso espositivo inizia con due lavori di Paolo Masi entrati
recentemente in Collezione.
Nella Sala Zero l'artista presenta In ordine sparso (Trasparenze), 2004,
un'installazione, che si sviluppa su tre pareti, formata da 111 lastre in
plexiglas dipinte con vernice spray, secondo una modalità espressiva che
Masi ha sviluppato negli ultimi anni. Attraverso l'uso di colori spruzzati
sulla superficie trasparente del plexiglas, gli elementi coloristici
giustapposti creano un rapporto dialettico tra luce, spazio e colore,
accentuando le qualità di trasparenza e leggerezza insite nel materiale
utilizzato. Nella Sala Uno la seconda opera di Masi Installazione
(Trasparenze) - realizzata ed esposta nel 2003 negli spazi di Villa Vogel a
Firenze in occasione della mostra organizzata allora dallo stesso Centro
Pecci - consta ugualmente di una serie di lastre di plexiglas dipinte, ma in
questo caso la riflessione non si concentra tanto sui rapporti di luce e
colore, ma piuttosto sulla contrapposizione e sovrapposizione di linee, che
ricreano agli occhi dello spettatore un effetto cinetico.
Sempre nella Sala Uno sono in mostra le fotografie in bianco e nero che
Nobuyoshi Araki realizzò durante il suo primo viaggio in Italia in occasione
della personale tenuta al Centro nel 2000. Le fotografie compongono un
mosaico di figure e ambienti di Prato in cui si combinano l’ordinario e l’
inusuale, il sublime e l’osceno. L’atto di fotografare, eseguito
freneticamente dall’artista, segue un’urgenza intima che diviene palpabile
nel fluire delle immagini. La realtà urbana colta dall’obiettivo di Araki
rivela la passione per la spensieratezza effimera di un gruppo di bambini,
la carica erotica di una modella in un cartellone pubblicitario o il
faticoso incedere di un anziano incontrati per strada, così come la
malinconica consapevolezza della caducità rappresentata da un muro
scrostato, da una strada vuota o da un albero solitario.
Il percorso espositivo termina nella Sala Due dove sono esposte le opere: Ri
de Pomme di Julian Schnabel e Concerto per Mosca Blu e Matita Gialla di
Ilya Kabakov.
Ri de Pomme, la grande tela del 1988 di Julian Schnabel fa parte della serie
di dipinti che l'artista americano realizzò in quegli anni su grandi teloni,
in un processo di recupero di materiali di uso comune. Sulla tela convivono
segni pittorici e lettere (come ad esempio la riproduzione del titolo al
centro dell'immagine), in una mescolanza di forme casuali, create in un
processo di associazioni mentali libere. Questo approccio trova il suo
precipuo rigore logico nella volontà di conferire equanimità ai diversi
elementi che si trovano a dialogare nel quadro, rendendo puramente estetico
anche il linguaggio verbale. Le enormi dimensioni della tela contribuiscono
a definire sostanzialmente la sua presenza fisica. L’opera non si relaziona
all’ambiente in cui viene esposta, ma sembra impossessarsi e trasformare lo
spazio in cui è collocata.
Concerto per Mosca Blu e Matita Gialla (1990) di Ilya Kabakov è la
rappresentazione di un immaginario concerto, in cui i disegni dell'artista
fanno da spartito e una matita e una mosca dirigono dall'alto il concerto.
La mosca, presente anche nella successiva produzione di Kabakov (come The
Life of Flies, 1992), rappresenta il movimento caotico, il costante ronzare
da una parte all’altra dello spazio. Funziona quindi come metafora dell’
esistenza umana, della sua estraneità a qualsiasi ordine prefissato. La
facoltà di volare dell’insetto di Kabakov, anziché ricollegarsi al tragico
destino del protagonista de “La metamorfosi” di Kafka, lo allontana da una
realtà altrimenti misera e opprimente per condurlo alla dimensione
fantastica della poesia e del sogno. Questa, a sua volta, è rappresentata
dalla matita che insieme alla mosca da vita a quel “concerto” che è l’arte.
recentemente in Collezione.
Nella Sala Zero l'artista presenta In ordine sparso (Trasparenze), 2004,
un'installazione, che si sviluppa su tre pareti, formata da 111 lastre in
plexiglas dipinte con vernice spray, secondo una modalità espressiva che
Masi ha sviluppato negli ultimi anni. Attraverso l'uso di colori spruzzati
sulla superficie trasparente del plexiglas, gli elementi coloristici
giustapposti creano un rapporto dialettico tra luce, spazio e colore,
accentuando le qualità di trasparenza e leggerezza insite nel materiale
utilizzato. Nella Sala Uno la seconda opera di Masi Installazione
(Trasparenze) - realizzata ed esposta nel 2003 negli spazi di Villa Vogel a
Firenze in occasione della mostra organizzata allora dallo stesso Centro
Pecci - consta ugualmente di una serie di lastre di plexiglas dipinte, ma in
questo caso la riflessione non si concentra tanto sui rapporti di luce e
colore, ma piuttosto sulla contrapposizione e sovrapposizione di linee, che
ricreano agli occhi dello spettatore un effetto cinetico.
Sempre nella Sala Uno sono in mostra le fotografie in bianco e nero che
Nobuyoshi Araki realizzò durante il suo primo viaggio in Italia in occasione
della personale tenuta al Centro nel 2000. Le fotografie compongono un
mosaico di figure e ambienti di Prato in cui si combinano l’ordinario e l’
inusuale, il sublime e l’osceno. L’atto di fotografare, eseguito
freneticamente dall’artista, segue un’urgenza intima che diviene palpabile
nel fluire delle immagini. La realtà urbana colta dall’obiettivo di Araki
rivela la passione per la spensieratezza effimera di un gruppo di bambini,
la carica erotica di una modella in un cartellone pubblicitario o il
faticoso incedere di un anziano incontrati per strada, così come la
malinconica consapevolezza della caducità rappresentata da un muro
scrostato, da una strada vuota o da un albero solitario.
Il percorso espositivo termina nella Sala Due dove sono esposte le opere: Ri
de Pomme di Julian Schnabel e Concerto per Mosca Blu e Matita Gialla di
Ilya Kabakov.
Ri de Pomme, la grande tela del 1988 di Julian Schnabel fa parte della serie
di dipinti che l'artista americano realizzò in quegli anni su grandi teloni,
in un processo di recupero di materiali di uso comune. Sulla tela convivono
segni pittorici e lettere (come ad esempio la riproduzione del titolo al
centro dell'immagine), in una mescolanza di forme casuali, create in un
processo di associazioni mentali libere. Questo approccio trova il suo
precipuo rigore logico nella volontà di conferire equanimità ai diversi
elementi che si trovano a dialogare nel quadro, rendendo puramente estetico
anche il linguaggio verbale. Le enormi dimensioni della tela contribuiscono
a definire sostanzialmente la sua presenza fisica. L’opera non si relaziona
all’ambiente in cui viene esposta, ma sembra impossessarsi e trasformare lo
spazio in cui è collocata.
Concerto per Mosca Blu e Matita Gialla (1990) di Ilya Kabakov è la
rappresentazione di un immaginario concerto, in cui i disegni dell'artista
fanno da spartito e una matita e una mosca dirigono dall'alto il concerto.
La mosca, presente anche nella successiva produzione di Kabakov (come The
Life of Flies, 1992), rappresenta il movimento caotico, il costante ronzare
da una parte all’altra dello spazio. Funziona quindi come metafora dell’
esistenza umana, della sua estraneità a qualsiasi ordine prefissato. La
facoltà di volare dell’insetto di Kabakov, anziché ricollegarsi al tragico
destino del protagonista de “La metamorfosi” di Kafka, lo allontana da una
realtà altrimenti misera e opprimente per condurlo alla dimensione
fantastica della poesia e del sogno. Questa, a sua volta, è rappresentata
dalla matita che insieme alla mosca da vita a quel “concerto” che è l’arte.
13
novembre 2004
Focus: Collezione / Araki, Kabakov, Masi, Schnabel
Dal 13 novembre 2004 al 06 febbraio 2005
arte contemporanea
Location
CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA LUIGI PECCI
Prato, Viale Della Repubblica, 277, (Prato)
Prato, Viale Della Repubblica, 277, (Prato)
Biglietti
biglietto unico (mostra Collezione + mostra Bertrand Lavier): intero € 5,00; ridotto € 4,00
Orario di apertura
da lunedì a venerdì 12.00 -19.00; sabato, domenica e festivi 10.00
19.00;
chiusura: tutti i martedì, 24/12 pomeriggio, 25/12, 01/1 mattina
Autore
Curatore