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Architettura & Teatro
Seminario internazionale sulle relazioni fra progetto di architettura dei teatri e arti sceniche.
"ARCHITETTURA&TEATRO" nello spazio appena ristrutturato del
Teatro Cavallerizza (Viale Allegri. Reggio Emilia ? l'intero
programma è disponibile su www.recfestival.it) e si concluderà
domenica 24.
Si confronteranno architetti e progettisti (tra cui Botta,
Gregotti, Calatrava, Kada, De Michelis, Van Luxemburg) con
uomini di teatro (registi, musicisti, scenografi, coreografi, da
Peter Stein a Luciano Damiani, Romeo Castellucci, Mauro Meli,
Francesco Giambrone, Jean-Guy Lecat, Frédéric Flamand, Moni
Ovadia?.). Il programma sarà arricchito da interessanti
interviste che sono state rilasciate appositamente sui temi del
seminario da Maurizio Pollini, Graham Vick, Kenneth Frampton,
Pierre Boulez, Italo Rota, Margherita Palli.
Come spunto di riflessione intorno ai temi del seminario
alleghiamo un testo di Jean-Guy Lecat, che sarà tra i relatori
della prima giornata. Lecat ha lavorato per venticinque anni con
Peter Brook, adattando e modificando per lui gli spazi (teatrali
e non) dove rappresentare i suoi lavori.
"Perché i giovani registi ormai da lungo tempo lasciano i teatri
e utilizzano altri luoghi? Molière non ha mai avuto un teatro,
usava un campo da tennis; Shakespeare ha costruito il proprio
luogo teatrale. Le persone creative hanno bisogno di libertà. Se
uno spazio ti intrappola in un sistema troppo forte, perdi una
parte della tua energia.
Al Bouffes du Nord a Parigi potevamo fare un sacco di cose,
dipingerlo, modificarlo, rimuovere qualcosa, aggiungere
qualcos'altro. Lo abbiamo dipinto, a seconda di quello che si
stava rappresentando, di grigio, rosa, verde, bianco. Ora è
rosso: lo abbiamo dipinto così noi, ma adesso che è classificato
come monumento nazionale non possiamo più cambiarlo senza
autorizzazione!
Uno scrittore francese nato in Romania era tornato nel suo paese
dopo la rivoluzione di Bucarest. Poi aveva invitato Peter Brook
e la sua compagnia, e mi aveva inviato foto di un seminterrato
perché pensava che fosse uno spazio perfetto per il lavoro di
Peter Brook. In realtà si trattava di un posto distrutto da una
bomba e pieno di rifiuti. Pensava che fosse esattamente quello
che noi cercavamo. C'è un grosso equivoco dietro tutto ciò, una
gran confusione. Cosa cerchiamo quando diciamo che cerchiamo la
'vita'? Vita sono le tracce che vediamo sul viso dei vecchi.
Niente trash, niente escrementi. Solo le tracce che lascia la
vita; un edificio può avere una seconda e terza vita ma dobbiamo
rispettarne l'età prima di trasformarlo se vogliamo conservare
qualcosa di 'vivo'.
Cercare di costruire il teatro perfetto per il futuro è un
atteggiamento arrogante. Non sappiamo come sarà, quindi possiamo
provare a fare un teatro migliore, certamente, e possiamo farlo
cercando di non costruire uno spazio rigido. Quando si decide di
costruire un teatro di solito si vuole avere una bella scultura
al centro della città. L'esempio migliore è Sidney, dove per un
anno intero dopo l'apertura veniva usato un altro teatro a causa
dell'acustica. Ma hanno una bellissima scultura... Ecco perché
penso che non sia una buona idea oggi costruire un oggetto
'bello': perché sarà molto difficile trasformarlo in futuro.
Ci sono tre 'pelli' in un teatro. La prima è l'esterno,
l'edificio nel contesto della città. La seconda pelle è il luogo
di incontro, da una parte del pubblico e dall'altra degli
attori, e comprende anche tutti i servizi, bar, ristoranti,
toilettes ecc. Per queste due parti gli architetti possono
lavorare autonomamente. Ma la terza pelle è lo spazio teatrale
vero e proprio. Questo, la parte interna del teatro, non deve
necessariamente avere un legame artistico con le altre due, ma
deve essere completata dalla gente di teatro in prima persona.
Se un giorno vogliono modificarla, devono poterlo fare, non deve
esserci nessuna limitazione artistica o architettonica".
J.G. Lecat
(tratto dagli atti del convegno "Theatre Engineering and
Architecture",
Londra, giugno 2002)
Per chi vuole partecipare al seminario è richiesta una
iscrizione,
clicca qui per compilare il modulo online,
oppure scrivere una e-mail a architetturaeteatro@iteatri.re.it
o chiamare lo 0522 458 938
Il progetto del seminario Architettura&Teatro è a cura di
Daniele Abbado, direttore artistico dei Teatri di Reggio Emilia,
di Antonio Calbi, Silvia Milesi, Susi Davoli, Lorenzo
Parmiggiani.
Architettura & Teatro
Torino, Via Giuseppe Verdi, 9, (Torino)