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Socìetas Raffaello Sanzio
Il ballo individuale in circostanze costrette rappresenta il movimento che ognuno compie singolarmente; l’incontro accidentale; l’origine di una relazione; la conduttura di una forza generale che si apre nella folla; l’immissione nel mulinello del tempo; le condutture viarie metropolitane
Comunicato stampa
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SOCÌETAS RAFFAELLO SANZIO
la Stoa, una scuola del movimento in
BALLO INDIVIDUALE IN CIRCOSTANZE COSTRETTE
concepito ed espresso dalla Stoa di Cesena
Corpo di Ballo: Sara Angelini, Demetrio Castellucci (che ha anche curato il tessuto musicale),
Teodora Castellucci, Alessandra Dolcini, Maria Giovanna Massari, Giulia Merendi, Vincenzo Reale, Elisa Salati, Marco Villari - Claudia Castellucci, scolarca - Sonia Brunelli, coroginnasta
produzione: Socìetas Raffaello Sanzio
Lo scopo di una scuola non è un oggetto, ma una relazione. Lo spettacolo, per una scuola immersa nel teatro, è una meta complementare, una verifica sperimentale. E’ innaturale, per la Stoa, “esportare” i propri spettacoli: non ha la preoccupazione di diffondersi, e non ne fa un mestiere. Il movimento deve essere opposto: sono gli altri che si spostano verso la scuola. In questo caso c’è uno spostamento di sede che diventa, per la scuola, occasione di studio particolare. Lungo il periodo di ottobre 2003 e maggio 2004 ci sono stati incontri di discussione e di movimento fisico tra giovani di un’età compresa tra i quindici e i venti anni, attratti da un’azione che fosse insieme immediata e meditata. L’immediatezza è data dalla risposta istintiva e da una reazione rispetto a un fatto o a un’idea. La meditazione è data dalla necessità di produrre in prima persona un fatto o un’idea.
La plausibilità di questa scuola, che prende il nome dall’antica Stoa, nell’adesione a un modello di scuola fondato su una relazione tra insegnante e scolaro non indotta e trovata, bensì prescelta e cercata, si fonda sull’azione. L’insieme della Stoa ha avuto e ha bisogno di azione. C’è stato e c’è bisogno di fare subito qualcosa di formato, con quel minimo che si ha a disposizione. Abbiamo avuto bisogno di restituire alla materia il suo senso, conferendole una forma. Il materialismo espressivo si basa sulla fiducia nella materia e nel movimento; sulla conseguente e accidentale fase di collisione dei corpi, origine di ogni relazione.
L’origine accidentale delle relazioni spinge a considerare il valore intrinseco dell’incontro. L’espressione è invece la ricerca consapevole e organizzata di queste relazioni, che aumentano la nostra potenza d’agire. In questo senso è da preferire il termine “ballo” a “danza”, perché mentre questa si rifà a esperienze legate a scopi coreografici, il ballo si richiama a un girare “coreologico” intorno a un centro ideale e ospitante, cui le persone fanno da corona motorizzata, e per cui, ad esempio, non esiste il concetto di “errore”, bensì quello di volontaria interruzione. Il ballo è “gettarsi” in un cerchio da sempre in moto.
Il ballo individuale in circostanze costrette rappresenta il movimento che ognuno compie singolarmente; l’incontro accidentale; l’origine di una relazione; la conduttura di una forza generale che si apre nella folla; l’immissione nel mulinello del tempo; le condutture viarie metropolitane; la distruzione delle strade operata dalle onde magnetiche a favore di una strada pervasiva e saturata; le circostanze della cronologia, dell’alfabeto e della geografia che definiscono chi entra in ballo con la vita.
domenica 17 ottobre dopo lo spettacolo incontro con CLAUDIA CASTELLUCCI
presentazione e proiezione del video
“Ònoma. Dialogo filosofico derivato da componimenti individuali”
(anno 2003, durata 15’)
Stoa. Scuola di danza e di filosofia con i bambini, Cesena
Zenone, un giovane attratto dalla filosofia, giunse ad Atene dall’isola di Cipro nel 312/311 a.C. e quando, dopo diversi anni, volle fondare una scuola, non poté, in quanto straniero, acquistare alcun edificio, così con i suoi scolari si incontrava sotto un portico (“Stoa”, in greco).
Ònoma. Dialogo filosofico derivato da componimenti individuali (video, anno 2003, durata 15’)
Il filmato riprende scene dello spettacolo della Stoa dell’anno 2002, e porge alcune frasi del dialogo filosofico che i bambini hanno composto l’anno successivo sull’origine dei nomi e sul loro legame con la cosa che designano.
Avvertenza
La Stoa di danza e di filosofia per bambini è stata un luogo di incontro tra bambini tra gli otto e gli undici anni e me. E’ stata seguita per due anni dallo stesso insieme di bambini: lungo il primo anno gli incontri sono avvenuti per tre mesi, lungo il secondo per cinque, presso il Teatro Comandini.
Viene qui presentata una parte del lavoro fondato sulla scrittura. Il pensiero di Epicuro ha orientato le meditazioni del primo anno. L’universo, per Epicuro, è infinito e il “Tutto” è fatto dai corpi e dal vuoto che separa e ospita questi stessi corpi e il loro movimento. Il vuoto non è un “Niente”, ma qualcosa che Epicuro chiama “natura intangibile”. Il Cratilo di Platone è stato il libro-guida dell’anno 2003. Socrate, protagonista di questo dialogo, si domanda e domanda a Cratilo e a Ermogene come nacquero le prime parole e che legame esse abbiano con le cose che designano. Si chiede il motivo della diversità delle lingue tra i popoli e confronta il linguaggio con altre attività mimetiche e denotative degli uomini.
I bambini tenevano un diario su cui scrivevano di volta in volta idee, problemi, pensieri. Il dialogo qui trascritto è stato composto mettendo in relazione le singole meditazioni dei bambini, avvenute in tempi diversi. Mia cura è stata quella di raccoglierne una parte e di metterle in risonanza, senza modificare, né correggere, né aggiungere alcuna parola.
I bambini che hanno partecipato al dialogo della Stoa sono stati Letizia Angeli, Andrea Bartolini, Luca Baldisserri, Giulia Bertoni, Giada Brighi, Cecilia Di Stefano, Riccardo Di Stefano, Giacomo Franchi, Giacomo Melone, Matteo Sintucci, Lidia Soldati, Matteo Solfrini, Federica Spanu, Virginia Verona e Violetta Zoffoli.
Cesena, 18 maggio 2003, Claudia Castellucci, scolarca
la Stoa, una scuola del movimento in
BALLO INDIVIDUALE IN CIRCOSTANZE COSTRETTE
concepito ed espresso dalla Stoa di Cesena
Corpo di Ballo: Sara Angelini, Demetrio Castellucci (che ha anche curato il tessuto musicale),
Teodora Castellucci, Alessandra Dolcini, Maria Giovanna Massari, Giulia Merendi, Vincenzo Reale, Elisa Salati, Marco Villari - Claudia Castellucci, scolarca - Sonia Brunelli, coroginnasta
produzione: Socìetas Raffaello Sanzio
Lo scopo di una scuola non è un oggetto, ma una relazione. Lo spettacolo, per una scuola immersa nel teatro, è una meta complementare, una verifica sperimentale. E’ innaturale, per la Stoa, “esportare” i propri spettacoli: non ha la preoccupazione di diffondersi, e non ne fa un mestiere. Il movimento deve essere opposto: sono gli altri che si spostano verso la scuola. In questo caso c’è uno spostamento di sede che diventa, per la scuola, occasione di studio particolare. Lungo il periodo di ottobre 2003 e maggio 2004 ci sono stati incontri di discussione e di movimento fisico tra giovani di un’età compresa tra i quindici e i venti anni, attratti da un’azione che fosse insieme immediata e meditata. L’immediatezza è data dalla risposta istintiva e da una reazione rispetto a un fatto o a un’idea. La meditazione è data dalla necessità di produrre in prima persona un fatto o un’idea.
La plausibilità di questa scuola, che prende il nome dall’antica Stoa, nell’adesione a un modello di scuola fondato su una relazione tra insegnante e scolaro non indotta e trovata, bensì prescelta e cercata, si fonda sull’azione. L’insieme della Stoa ha avuto e ha bisogno di azione. C’è stato e c’è bisogno di fare subito qualcosa di formato, con quel minimo che si ha a disposizione. Abbiamo avuto bisogno di restituire alla materia il suo senso, conferendole una forma. Il materialismo espressivo si basa sulla fiducia nella materia e nel movimento; sulla conseguente e accidentale fase di collisione dei corpi, origine di ogni relazione.
L’origine accidentale delle relazioni spinge a considerare il valore intrinseco dell’incontro. L’espressione è invece la ricerca consapevole e organizzata di queste relazioni, che aumentano la nostra potenza d’agire. In questo senso è da preferire il termine “ballo” a “danza”, perché mentre questa si rifà a esperienze legate a scopi coreografici, il ballo si richiama a un girare “coreologico” intorno a un centro ideale e ospitante, cui le persone fanno da corona motorizzata, e per cui, ad esempio, non esiste il concetto di “errore”, bensì quello di volontaria interruzione. Il ballo è “gettarsi” in un cerchio da sempre in moto.
Il ballo individuale in circostanze costrette rappresenta il movimento che ognuno compie singolarmente; l’incontro accidentale; l’origine di una relazione; la conduttura di una forza generale che si apre nella folla; l’immissione nel mulinello del tempo; le condutture viarie metropolitane; la distruzione delle strade operata dalle onde magnetiche a favore di una strada pervasiva e saturata; le circostanze della cronologia, dell’alfabeto e della geografia che definiscono chi entra in ballo con la vita.
domenica 17 ottobre dopo lo spettacolo incontro con CLAUDIA CASTELLUCCI
presentazione e proiezione del video
“Ònoma. Dialogo filosofico derivato da componimenti individuali”
(anno 2003, durata 15’)
Stoa. Scuola di danza e di filosofia con i bambini, Cesena
Zenone, un giovane attratto dalla filosofia, giunse ad Atene dall’isola di Cipro nel 312/311 a.C. e quando, dopo diversi anni, volle fondare una scuola, non poté, in quanto straniero, acquistare alcun edificio, così con i suoi scolari si incontrava sotto un portico (“Stoa”, in greco).
Ònoma. Dialogo filosofico derivato da componimenti individuali (video, anno 2003, durata 15’)
Il filmato riprende scene dello spettacolo della Stoa dell’anno 2002, e porge alcune frasi del dialogo filosofico che i bambini hanno composto l’anno successivo sull’origine dei nomi e sul loro legame con la cosa che designano.
Avvertenza
La Stoa di danza e di filosofia per bambini è stata un luogo di incontro tra bambini tra gli otto e gli undici anni e me. E’ stata seguita per due anni dallo stesso insieme di bambini: lungo il primo anno gli incontri sono avvenuti per tre mesi, lungo il secondo per cinque, presso il Teatro Comandini.
Viene qui presentata una parte del lavoro fondato sulla scrittura. Il pensiero di Epicuro ha orientato le meditazioni del primo anno. L’universo, per Epicuro, è infinito e il “Tutto” è fatto dai corpi e dal vuoto che separa e ospita questi stessi corpi e il loro movimento. Il vuoto non è un “Niente”, ma qualcosa che Epicuro chiama “natura intangibile”. Il Cratilo di Platone è stato il libro-guida dell’anno 2003. Socrate, protagonista di questo dialogo, si domanda e domanda a Cratilo e a Ermogene come nacquero le prime parole e che legame esse abbiano con le cose che designano. Si chiede il motivo della diversità delle lingue tra i popoli e confronta il linguaggio con altre attività mimetiche e denotative degli uomini.
I bambini tenevano un diario su cui scrivevano di volta in volta idee, problemi, pensieri. Il dialogo qui trascritto è stato composto mettendo in relazione le singole meditazioni dei bambini, avvenute in tempi diversi. Mia cura è stata quella di raccoglierne una parte e di metterle in risonanza, senza modificare, né correggere, né aggiungere alcuna parola.
I bambini che hanno partecipato al dialogo della Stoa sono stati Letizia Angeli, Andrea Bartolini, Luca Baldisserri, Giulia Bertoni, Giada Brighi, Cecilia Di Stefano, Riccardo Di Stefano, Giacomo Franchi, Giacomo Melone, Matteo Sintucci, Lidia Soldati, Matteo Solfrini, Federica Spanu, Virginia Verona e Violetta Zoffoli.
Cesena, 18 maggio 2003, Claudia Castellucci, scolarca
16
ottobre 2004
Socìetas Raffaello Sanzio
Dal 16 al 17 ottobre 2004
performance - happening
Location
CANGO – CANTIERI GOLDONETTA FIRENZE
Firenze, Via Santa Maria, 23/25, (Firenze)
Firenze, Via Santa Maria, 23/25, (Firenze)
Biglietti
10 euro
Vernissage
16 Ottobre 2004, ore 21.15