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Zu-Ki (Sign-Memory)
mostra personale dedicata all’affermato artista filosofo giapponese Shuzo Azuchi Gulliver il quale presenterà personalmente una serie di opere create appositamente per l’occasione.
Comunicato stampa
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Per arricchire e completare il percorso espositivo, la galleria aprirà l’archivio che conserva alcuni lavori del maestro.
A distanza di 13 anni dall’organizzazione di Appearance (1991 allestita s Dieci.Due!), che rese noto nella nostra nazione il progetto in divenire Body Contract, Dieci.Due! riporta in Italia uno degli artisti nipponici che meglio rappresenta la commistione fra cultura occidentale e cultura orientale che ha contrassegnato la seconda metà del XX secolo
Shuzo Azuchi Gulliver (un nickname datogli dagli amici) vive la sua formazione in stretta relazione con le avanguardie internazionali scientifiche, filosofiche ed artistiche, assume Erwin Schrodinger (1887-1961) e Marcel Duchamp (1887-1968) come modelli culturali; conosce Allan Ginsberg, Gary Schneider, di cui divenne buon amico, e Joseph Beuys.
Nel 1969, a soli 22 anni, i membri giapponesi Fluxus lo invitano ad un evento storico che porterà nella capitale del Giappone: John Cage, La Mont Young, Nam June Paike, Charlotte Moorman, fra gli altri.
Novello Gulliver, e come lui “medico esploratore”, Shuzo Azuchi sonda e coniuga macrocosmi e microcosmi, universale e individuale, organico e inorganico.
Nelle sue opere l’unione, o l’accostamento, del macro al micro origina una sensazione di straniamento, di spiazzamento e crea atmosfere sospese nello spazio e nel tempo. Ad esempio nell’opera De-time (in archivio), direttamente ispirata all’opera di Duchamp, i segni e numeri, disegnati con il gesso bianco su una tavola nera, cristallizzati in una dimensione astratta, sembrano piovuti casualmente all’interno del cerchio tracciato a sagoma di orologio.
Sin da principio Azuchi fonde arte, filosofia e scienza, idea i suoi interventi come un work in progress, progetti in continuo divenire che danno vita ad una serie di richiami fra le sue opere più recenti e quelle del passato. Emblematico a questo proposito il progetto Body Contract che procede dal 1973 e che prevede l’affidamento, tramite regolare contratto, ad un’esponente del mondo della cultura internazionale di una delle 80 parti in cui è stato sezionato il suo corpo; o ancora la serie Bank note (in archivio) banconote emesse dalla S.A.G. Bank, di cui Shuzo Azuchi Gulliver è presidente, che possono proliferare all’infinito come cellule, che possono ripetersi ininterrottamente come la sigla ATGC (le iniziali dei quattro amminoacidi che sono costituiscono il DNA) stampata serialmente sullo sfondo della carta moneta che ha valore variabile di 1 occhio, 50 occhi, 2 cervelli, 2 cuori e così via.
Il corpo sezionato nelle sue molteplici parti, il corpo buddista, svuotato, reso tavola su chi scrivere resta il centro della ricerca di un maestro che nel 1992 è stato incluso nella mostra Avanguardie Giapponesi degli anni ‘70 alla Galleria Comunale di Arte Moderna di Bologna.
A distanza di 13 anni dall’organizzazione di Appearance (1991 allestita s Dieci.Due!), che rese noto nella nostra nazione il progetto in divenire Body Contract, Dieci.Due! riporta in Italia uno degli artisti nipponici che meglio rappresenta la commistione fra cultura occidentale e cultura orientale che ha contrassegnato la seconda metà del XX secolo
Shuzo Azuchi Gulliver (un nickname datogli dagli amici) vive la sua formazione in stretta relazione con le avanguardie internazionali scientifiche, filosofiche ed artistiche, assume Erwin Schrodinger (1887-1961) e Marcel Duchamp (1887-1968) come modelli culturali; conosce Allan Ginsberg, Gary Schneider, di cui divenne buon amico, e Joseph Beuys.
Nel 1969, a soli 22 anni, i membri giapponesi Fluxus lo invitano ad un evento storico che porterà nella capitale del Giappone: John Cage, La Mont Young, Nam June Paike, Charlotte Moorman, fra gli altri.
Novello Gulliver, e come lui “medico esploratore”, Shuzo Azuchi sonda e coniuga macrocosmi e microcosmi, universale e individuale, organico e inorganico.
Nelle sue opere l’unione, o l’accostamento, del macro al micro origina una sensazione di straniamento, di spiazzamento e crea atmosfere sospese nello spazio e nel tempo. Ad esempio nell’opera De-time (in archivio), direttamente ispirata all’opera di Duchamp, i segni e numeri, disegnati con il gesso bianco su una tavola nera, cristallizzati in una dimensione astratta, sembrano piovuti casualmente all’interno del cerchio tracciato a sagoma di orologio.
Sin da principio Azuchi fonde arte, filosofia e scienza, idea i suoi interventi come un work in progress, progetti in continuo divenire che danno vita ad una serie di richiami fra le sue opere più recenti e quelle del passato. Emblematico a questo proposito il progetto Body Contract che procede dal 1973 e che prevede l’affidamento, tramite regolare contratto, ad un’esponente del mondo della cultura internazionale di una delle 80 parti in cui è stato sezionato il suo corpo; o ancora la serie Bank note (in archivio) banconote emesse dalla S.A.G. Bank, di cui Shuzo Azuchi Gulliver è presidente, che possono proliferare all’infinito come cellule, che possono ripetersi ininterrottamente come la sigla ATGC (le iniziali dei quattro amminoacidi che sono costituiscono il DNA) stampata serialmente sullo sfondo della carta moneta che ha valore variabile di 1 occhio, 50 occhi, 2 cervelli, 2 cuori e così via.
Il corpo sezionato nelle sue molteplici parti, il corpo buddista, svuotato, reso tavola su chi scrivere resta il centro della ricerca di un maestro che nel 1992 è stato incluso nella mostra Avanguardie Giapponesi degli anni ‘70 alla Galleria Comunale di Arte Moderna di Bologna.
21
ottobre 2004
Zu-Ki (Sign-Memory)
Dal 21 ottobre al 12 novembre 2004
arte contemporanea
Location
DIECI.DUE!
Milano, Via Volvinio, 30, (Milano)
Milano, Via Volvinio, 30, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì dalle 15.30 alle 19.00 e su appuntamento
Vernissage
21 Ottobre 2004, ore 18.30
Autore
Curatore