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Peppe Butera – Odissea per itaR
In questa personale itinerante, Peppe Butera ci travolge in mezzo a mari e terre sconosciute alla ricerca disperata di Itaca o Itar, l’isola simbolo di emozioni e di sensazioni uniche. L’artista percorre ogni parola della poesia “Itaca” dello scrittore greco Constantinos Kavafis.
Comunicato stampa
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Sempre devi avere in mente Itaca –
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezza da Itaca.
…
Constantinos Kavafis
In questa personale itinerante, Peppe Butera ci travolge in mezzo a mari e terre sconosciute alla ricerca disperata di Itaca o Itar, l’isola simbolo di emozioni e di sensazioni uniche. L'artista percorre ogni parola della poesia “Itaca” dello scrittore greco Constantinos Kavafis, e sputa colate di colore e di materie in modo incontrollato e frenetico. La sua gestualità informale colpisce per la carica cromatica e la forza espressiva.
Il consiglio sibillino di Pierre Restany, il grande critico francese inventore del Nouveau Réalisme ha spinto anni fa Peppe Butera ad intraprendere il suo lungo viaggio.
In questa personale itinerante, l’artista ci travolge in mezzo a mari e terre sconosciute alla ricerca disperata di Itaca o Itar, la donna amata, l’isola simbolo di emozioni e di sensazioni uniche.
Butera percorre ogni parola della poesia “Itaca” dello scrittore greco Constantinos Kavafis, e sputa colate di colore e di materie in modo incontrollato e frenetico. La sua gestualità informale colpisce per la carica cromatica e la forza espressiva.
Le tele sono circondate da calmi mari d’acrilici, luminosi , dove i colori primari spalmati a strati vengono spruzzati di riflessi dorati o argentati .
La sua zattera approda su queste strisce di terre lussureggianti, dove riprende la forza e la voglia di proseguire il suo viaggio. In questi luoghi scopre l’amore, la generosità e la dolcezza. Momenti magici ma fugaci .Il suo bisogno di andare ad Itaca è più forte.
All’improvviso i suoi impulsi cromatici, come onde gigantesche sbattono contro rocce d’incomprensione.
L’amarezza e la rabbia s’impadroniscono della sua anima. Intorno a loro la sabbia cangiante si muove , vibra,assorbe ogni emozione. La terra si solleva, si spacca e lascia vedere sotto il rosso fuoco il dolce e candido azzurro che rispecchia l’anima incantata ed ingenua dell’artista.
La sua furia emotiva si manifesta con pennellate larghe e intense che inghiottono lembi di terra desolata.
Le tele di Peppe gridano d’amore e di dolore.
Ogni colore riflette un sentimento, ogni asperità o screpolatura rappresenta una ferita.
Il rosso è freddo , il nero è caldo, il bianco è dolore , l’azzurro è l’incomprensione .Tutti i sentimenti sono invertiti perché sottoposti a una forza implosiva .
Itaca rimarrà sempre lontana ,fredda e tenebrosa. Peppe non la raggiungerà mai. Lei non gli darà niente in cambio del suo amore, solo l’infima gioia di poterla sognare. Le sensazioni che gli danno questo viaggio l’arricchiscono , lo sconvolgono , lo distruggono ma lo fanno rinascere nelle sue opere.
Lungo il suo percorso ci rendiamo conto che l’artista in fondo non desidera approdare, ma preferisce perdersi in questo mare d’illusioni generatore di emozioni e di creatività. Itaca potrebbe essere qualsiasi isola ma lui ha scelto la meno avvicinabile per non fermarsi mai.
Butera utilizza il linguaggio informale con l’ impronta della filosofia platonica. Niente è nuovo ma tutto è antico e antichissimo. Butera sembra un artista di 2000 anni fa che scopre la tela e l’acrilico. La sua ricerca, tramite l’amore, lo porta a scoprire il bello che si nasconde in sé e a raggiungere finalmente l’eternità: privilegio ambito degli artisti dell’antica Grecia.
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezza da Itaca.
…
Constantinos Kavafis
In questa personale itinerante, Peppe Butera ci travolge in mezzo a mari e terre sconosciute alla ricerca disperata di Itaca o Itar, l’isola simbolo di emozioni e di sensazioni uniche. L'artista percorre ogni parola della poesia “Itaca” dello scrittore greco Constantinos Kavafis, e sputa colate di colore e di materie in modo incontrollato e frenetico. La sua gestualità informale colpisce per la carica cromatica e la forza espressiva.
Il consiglio sibillino di Pierre Restany, il grande critico francese inventore del Nouveau Réalisme ha spinto anni fa Peppe Butera ad intraprendere il suo lungo viaggio.
In questa personale itinerante, l’artista ci travolge in mezzo a mari e terre sconosciute alla ricerca disperata di Itaca o Itar, la donna amata, l’isola simbolo di emozioni e di sensazioni uniche.
Butera percorre ogni parola della poesia “Itaca” dello scrittore greco Constantinos Kavafis, e sputa colate di colore e di materie in modo incontrollato e frenetico. La sua gestualità informale colpisce per la carica cromatica e la forza espressiva.
Le tele sono circondate da calmi mari d’acrilici, luminosi , dove i colori primari spalmati a strati vengono spruzzati di riflessi dorati o argentati .
La sua zattera approda su queste strisce di terre lussureggianti, dove riprende la forza e la voglia di proseguire il suo viaggio. In questi luoghi scopre l’amore, la generosità e la dolcezza. Momenti magici ma fugaci .Il suo bisogno di andare ad Itaca è più forte.
All’improvviso i suoi impulsi cromatici, come onde gigantesche sbattono contro rocce d’incomprensione.
L’amarezza e la rabbia s’impadroniscono della sua anima. Intorno a loro la sabbia cangiante si muove , vibra,assorbe ogni emozione. La terra si solleva, si spacca e lascia vedere sotto il rosso fuoco il dolce e candido azzurro che rispecchia l’anima incantata ed ingenua dell’artista.
La sua furia emotiva si manifesta con pennellate larghe e intense che inghiottono lembi di terra desolata.
Le tele di Peppe gridano d’amore e di dolore.
Ogni colore riflette un sentimento, ogni asperità o screpolatura rappresenta una ferita.
Il rosso è freddo , il nero è caldo, il bianco è dolore , l’azzurro è l’incomprensione .Tutti i sentimenti sono invertiti perché sottoposti a una forza implosiva .
Itaca rimarrà sempre lontana ,fredda e tenebrosa. Peppe non la raggiungerà mai. Lei non gli darà niente in cambio del suo amore, solo l’infima gioia di poterla sognare. Le sensazioni che gli danno questo viaggio l’arricchiscono , lo sconvolgono , lo distruggono ma lo fanno rinascere nelle sue opere.
Lungo il suo percorso ci rendiamo conto che l’artista in fondo non desidera approdare, ma preferisce perdersi in questo mare d’illusioni generatore di emozioni e di creatività. Itaca potrebbe essere qualsiasi isola ma lui ha scelto la meno avvicinabile per non fermarsi mai.
Butera utilizza il linguaggio informale con l’ impronta della filosofia platonica. Niente è nuovo ma tutto è antico e antichissimo. Butera sembra un artista di 2000 anni fa che scopre la tela e l’acrilico. La sua ricerca, tramite l’amore, lo porta a scoprire il bello che si nasconde in sé e a raggiungere finalmente l’eternità: privilegio ambito degli artisti dell’antica Grecia.
14
ottobre 2004
Peppe Butera – Odissea per itaR
Dal 14 ottobre al 27 novembre 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA PINXIT
Torino, Via Della Rocca, 28/H, (Torino)
Torino, Via Della Rocca, 28/H, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10.30/12.30 15.30/19.30. Chiuso lunedì e festivi
Vernissage
14 Ottobre 2004, ore 18 con la presenza dell’artista