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Plinio
Il 12 ottobre, dalle 18 alle 24, nel Palazzo della Fontana di Trevi, via Poli 54, la Calcografia organizza un omaggio a Plinio De Martiis. Non si tratterà di una celebrazione tradizionale né di una mostra scientificamente storico-artistica, ma dell’occasione per ricordare una figura leggendaria quanto nascosta, attraverso una raccolta di capolavori.
Comunicato stampa
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Opere che, con la propria presenza e l’assolutezza della propria qualità, vogliono evocare una straordinaria serie di avvenimenti artistici connessi con la vita di Plinio e della Galleria La Tartaruga, da lui fondata e condotta.
Saranno esposte opere di Burri, Twombly, Manzoni, Schifano, Festa, Angeli e degli altri artisti presentati, spesso ai loro esordi, dalla Galleria; immagini di Plinio fotografo; filmati da lui eseguiti; testimonianze di episodi artistici determinanti.
L’esposizione durerà poche ore: il tempo di un’inaugurazione in galleria.
All’attività di gallerista di Plinio De Martiis si devono alcuni tra i fatti artistici più importanti del dopoguerra, quelli ad esempio, che tra fine anni Cinquanta e inizio Sessanta, hanno collocato Roma in un ruolo considerevole sulla scena internazionale, in diretto ed esclusivo contatto con New York.
L’iniziativa nel 1954 di aprire la Galleria La Tartaruga in via del Babuino, seguiva, nella vita di Plinio, ad esperienze culturali e politiche molto intense. In un’inquieta ricerca della qualità e dell’autenticità aveva praticato in precedenza il teatro e la fotografia. Sue immagini fotografiche forti, scarne e struggenti avevano letto, tra fine anni Quaranta e Cinquanta, la realtà del momento con eccezionale originalità.
Con l’apertura della Galleria, assieme alla moglie Ninì Pirandello e sotto la spinta di amici artisti come Mafai, Turcato, Scarpitta, Maccari, Leoncillo, si crea a Roma un luogo che, di generazione in generazione, rappresenterà l’avanguardia più sostanziale, quando ancora non era formato il concetto di arte contemporanea. Da quel momento la sua attività di fotografo si concentra soprattutto sulla vita della Galleria, sulle figure degli artisti, poeti, letterati, critici che vi partecipano.
Intellettuale completo, per istinto e per sostanziale fondamento umanistico, Plinio era totalmente coinvolto nella ricerca di un’autenticità di vita e cultura moderne. La convinzione che l’arte fosse una condizione fondamentale per la sopravvivenza della civiltà era una condizione naturale e morale che in lui coincideva con il senso dell’esistere.
Nella Galleria di via del Babuino (1954-1962) e in quella successiva (dal 1962 al 1969) in Piazza del Popolo si forma quella febbre intellettuale che permette oggi di riferirsi a quel periodo come a “Gli anni originali” (titolo di una bellissima mostra realizzata di recente da Plinio nella galleria da lui diretta negli ultimi anni a Castelluccio di Pienza, in provincia di Siena).
Nella Galleria La Tartaruga, a fianco ad artisti storici come Mafai, Burri, Leoncillo, Pirandello, Colla, Scarpitta, esordivano Schifano, Festa, Twombly, Ceroli, Pascali, Kounellis.
Alla fine degli anni Cinquanta, era il luogo di massima apertura internazionale; fu la prima in Europa che consentisse di vedere arte americana (tenne pionieristiche mostre di Rothko, Raushenberg, De Kooning, Franz Kline).
Nel maggio 1968, con Il Teatro delle Mostre (una successione quotidiana di artisti diversi, ciascuna mostra della durata di un giorno, ogni giorno diversa, nella Galleria di Piazza del Popolo), De Martiis coglieva per primo la più recente e radicale rivoluzione della concezione dell’arte. Con questo ciclo, che sarà richiamato alla memoria in questa occasione nelle sale di Palazzo Poli, Plinio rappresentava nel modo più avanzato il superamento dell’opera come oggetto, verso la transitorietà del concetto estetico.
Saranno esposte opere di Burri, Twombly, Manzoni, Schifano, Festa, Angeli e degli altri artisti presentati, spesso ai loro esordi, dalla Galleria; immagini di Plinio fotografo; filmati da lui eseguiti; testimonianze di episodi artistici determinanti.
L’esposizione durerà poche ore: il tempo di un’inaugurazione in galleria.
All’attività di gallerista di Plinio De Martiis si devono alcuni tra i fatti artistici più importanti del dopoguerra, quelli ad esempio, che tra fine anni Cinquanta e inizio Sessanta, hanno collocato Roma in un ruolo considerevole sulla scena internazionale, in diretto ed esclusivo contatto con New York.
L’iniziativa nel 1954 di aprire la Galleria La Tartaruga in via del Babuino, seguiva, nella vita di Plinio, ad esperienze culturali e politiche molto intense. In un’inquieta ricerca della qualità e dell’autenticità aveva praticato in precedenza il teatro e la fotografia. Sue immagini fotografiche forti, scarne e struggenti avevano letto, tra fine anni Quaranta e Cinquanta, la realtà del momento con eccezionale originalità.
Con l’apertura della Galleria, assieme alla moglie Ninì Pirandello e sotto la spinta di amici artisti come Mafai, Turcato, Scarpitta, Maccari, Leoncillo, si crea a Roma un luogo che, di generazione in generazione, rappresenterà l’avanguardia più sostanziale, quando ancora non era formato il concetto di arte contemporanea. Da quel momento la sua attività di fotografo si concentra soprattutto sulla vita della Galleria, sulle figure degli artisti, poeti, letterati, critici che vi partecipano.
Intellettuale completo, per istinto e per sostanziale fondamento umanistico, Plinio era totalmente coinvolto nella ricerca di un’autenticità di vita e cultura moderne. La convinzione che l’arte fosse una condizione fondamentale per la sopravvivenza della civiltà era una condizione naturale e morale che in lui coincideva con il senso dell’esistere.
Nella Galleria di via del Babuino (1954-1962) e in quella successiva (dal 1962 al 1969) in Piazza del Popolo si forma quella febbre intellettuale che permette oggi di riferirsi a quel periodo come a “Gli anni originali” (titolo di una bellissima mostra realizzata di recente da Plinio nella galleria da lui diretta negli ultimi anni a Castelluccio di Pienza, in provincia di Siena).
Nella Galleria La Tartaruga, a fianco ad artisti storici come Mafai, Burri, Leoncillo, Pirandello, Colla, Scarpitta, esordivano Schifano, Festa, Twombly, Ceroli, Pascali, Kounellis.
Alla fine degli anni Cinquanta, era il luogo di massima apertura internazionale; fu la prima in Europa che consentisse di vedere arte americana (tenne pionieristiche mostre di Rothko, Raushenberg, De Kooning, Franz Kline).
Nel maggio 1968, con Il Teatro delle Mostre (una successione quotidiana di artisti diversi, ciascuna mostra della durata di un giorno, ogni giorno diversa, nella Galleria di Piazza del Popolo), De Martiis coglieva per primo la più recente e radicale rivoluzione della concezione dell’arte. Con questo ciclo, che sarà richiamato alla memoria in questa occasione nelle sale di Palazzo Poli, Plinio rappresentava nel modo più avanzato il superamento dell’opera come oggetto, verso la transitorietà del concetto estetico.
12
ottobre 2004
Plinio
12 ottobre 2004
serata - evento
Location
ISTITUTO CENTRALE PER LA GRAFICA – PALAZZO POLI
Roma, Via Poli, 54, (Roma)
Roma, Via Poli, 54, (Roma)
Vernissage
12 Ottobre 2004, dalle ore diciotto alle ore ventiquattro