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Frédéric Moser / Philippe Schwinger – Non chiamateli civili
Autori di film e di videoinstallazioni, Frédéric Moser e Philippe Schwinger mettono in scena da anni una sorta di “macchina della rappresentazione” in cui si sovrappongono reciprocamente i ruoli dell’attore e dello spettatore, lo spazio scenico e quello reale dell’azione.
Comunicato stampa
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Con la mostra “Non chiamateli civili” Prometeo, Associazione per l’arte contemporanea, inaugura la nuova stagione espositiva presentando la prima personale italiana dei due artisti svizzeri Frédéric Moser e Philippe Schwinger.
Di ritorno dalla Biennale di San Paolo e noti per le importanti antologiche presso il Centre PasquArt di Bienne e il Centre pour l’image contemporaine Saint-Gervais di Ginevra, Frédéric Moser e Philippe Schwinger presentano in questa occasione due lavori dedicati alla guerra del Vietnam.
Autori di film e di videoinstallazioni, Frédéric Moser e Philippe Schwinger mettono in scena da anni una sorta di “macchina della rappresentazione” in cui si sovrappongono reciprocamente i ruoli dell’attore e dello spettatore, lo spazio scenico e quello reale dell’azione. E’ come se i differenti ruoli sociali e le loro relazioni fossero riproposti ad un livello di stilizzazione tale da trasformarsi in teatro.
Non a caso punto di partenza di ogni loro lavoro è, di volta in volta, un frammento di film del passato, una seduta di teatro-terapia anni ’60 o una performance di gruppo di un collettivo anni ’70.
“Non chiamateli civili” presenta “Capitulation Project”, una videoinstallazione a grande scala in cui si giustappongono proiezione filmica e ricostruzione del set, assieme al film “Acting Facts”. “Le mie foto sono pubblicate su ‘Life’. Puoi vedere cadaveri e sangue”, dice un personaggio in “Capitulation Project”. Le foto a cui si fa riferimento sono quelle notissime e drammatiche di Ron Haeberle che riproducono il massacro di centinaia di vietnamiti nel villaggio di My Lai del 16 marzo 1968. Ma nel film le foto sono solo evocate perché “Capitulation Project” riproduce un’azione messa in scena a New York nel febbraio del 1971 dalla compagnia “Performance Group” in cui l’audience era invitata ad intervenire mentre gli attori improvvisavano ruoli di soldati, reporter e civili.
“Acting Facts” è invece una sorta di monologo. Racconta la storia dello stesso massacro di My Lai attaverso un attore che – camicia a maniche corte color kaki e di fronte un bosco di pini che gli fa da sfondo – si rivolge agli spettatori mimando il ruolo di diversi personaggi che, nei giorni della carneficina, parteciparono all’azione.
Un critico del calibro di Raymond Bellour ha paragonato “Acting Facts” ad un film come “Elephant” di Gus van Sant per la capacità di decostruzione della violenza e della sua rappresentazione, contro ogni enfasi cinematografica.
Con questi due lavori Frédéric Moser e Philippe Schwinger rispondono in maniera lucida al “mercato mondiale dell’emozione” con cui i media propongono guerre filmate e blitz in diretta. Più che deprecare i fatti, “Non chiamateli civili” diventa una forte denuncia dell’amnesia occidentale. In questo senso si spiega la necessità di un rituale come quello teatrale: questo ripetere sempre qualcosa, far ritornare dei gesti, delle figure, ciò che è stato visto almeno una volta (visto bene, visto male, non visto)
La mostra “Non chiamateli civili” nasce in collaborazione con la Galleria Play di Berlino.
Biografia degli artisti:
Frédéric Moser / Philippe Schwinger
Biography
Frédéric Moser was born in 1966 and Philippe Schwinger in 1961, at Saint-Imier (Switzerland). From 1988-91 they were co-directors of “l’atelier ici et maintenant”, an independent theatre organisation based in Lausanne. >From 1993-98 they studied at the High School for Visual Arts in Geneva (specialising in mixed media). They have been awarded the “Eidgenössische Preise für freie Kunst” three times in a row (in 98-99-2000) and have won the Providentia “YoungArt 2000” prize. In 2001 they are invited for six month at the Akademy Schloss Solitude in Stuttgart, Germany. In 2002-03, they have won the studio of the Swiss governement in Berlin. In autumn 2003, they are invited to the first residence program at the Centre for Contemporary Art Ujazdowski Castle in Warsaw. In September 2004 they will represent the Swiss contribution at the 26th International Biennal of São Paulo. They live and work in Berlin.
Solo Exhibitions
2004
Non chiamateli civili, Associazione Prometeo, Chiesa di San Matteo, Lucca
Capitulation Project, Cornerhouse, Manchester
NB - Bob Gramsma / Frédéric Moser & Philippe Schwinger, Kunstmuseum PasquArt, Biel
2003
ARTissima 10, Play gallery for still and motion pictures, Torino
Capitulation Project, Play gallery for still and motion pictures, Berlin
2002
Internment Area, Württembergischer Kunstverein, Stuttgart
Affection riposte, Akademie Schloss Solitude, Stuttgart
2001
Affection riposte, Centre for Contemporary Images, Saint-Gervais Geneva
Embrigadés, Galerie Skopia, Geneva
2000
Lux Gallery, London
Galerie Institut – Horten, Düsseldorf
Dose miracle, Musée des beaux-arts, La Chaux-de-Fonds
1999
Auf den Höhen, Museum zu Allerheiligen, Kunstverein, Schaffhausen
Selected Group Exhibitions and Festivals
2004 26th International Biennal of São Paulo, Swiss official Contribution, São Paulo / The third International Biennale, "Media City Seoul 2004", Museum of Art, Seoul / So wie die Dinge liegen, Hartware Medien Kunstverein, Dortmund / Play at Cirrus, Cirrus gallery, Los Angeles / Video lobby, Contemporary Art Center, Vilnius 2003 Remakes, CAPC- Musée d’art contemporain, Bordeaux / Shifting time/space, Kunstraum Walcheturm, Zürich / 10th Biennal of Moving Images (Intramural exhibitions), Centre for Contemporary Images, Saint-Gervais Geneva / Peripheries become the Center, Prague Biennal / Flux, Musée des beaux-arts, La Chaux-de-Fonds / Arco 03, Galerie Skopia, Madrid 2002 Another Swiss Version, AR/GE Kunst Galerie Museum, Bolzano / Videomarathon, Centrul pentru Contemporana, Chisanau / VideoRom, Gian Carla Zanutti Gallery, Milano / Showroom, Galerie Skopia, Geneva / Lange Nacht der Museen, Projektraum Römerstrasse, Stuttgart / Shrink to fit, www.xcult.org et Musée de la communication, Bern 2001 VideoROM, Valencia Biennal, Valencia / Art 32 Basel, Galerie Skopia, Basel / Swiss Videos, Galerie Barbara Thumm-Angelika Richter, Rosso Bar, Venezia / Analogue-Dialogue, Musée jurassien des Arts de Moutier-Kunstmuseum Solothurn 2000 No vacancies, Internationale Videoausstellung, Berlin / Screening, Artjunky, Leicester Square, London / Out of Space, Kunstmuseum Thun / Paroles, paroles, Kunsthalle Palazzo, Liestal / Prix fédéraux des beaux-arts, Fri-art, Fribourg / Dans le domaine du possible III, Centre PasquArt, Bienne / L’art dans le monde, Beaux-Arts Magazine-Parkett, Pont Alexandre III, Paris 1999 Prix fédéraux des beaux-arts, Kunsthalle, Zürich / #1, Espace croisé, Lille / Habiter le monde, Alliance française, Montevideo / Another Swiss Panorama, Centre for Contemporary Images, Saint-Gervais, Geneva / 3 ème festival de l’art en vidéo (section swiss video), Musée d’art contemporain, Lyon 1998 Dog Days Are Over (video lounge), Centre Culturel Suisse, Paris / Prix fédéraux des beaux-arts, Museum zu Allerheiligen, Schaffhausen / Videostore, Bricks & Kicks, Wien / Freie Sicht aufs Mittelmeer (video lounge), Kunsthaus, Zürich and Schirn Kunsthalle, Frankfurt / Not stricly private, Shed im Eisenwerk, Frauenfeld / Video Exhibition, Cultural Foundation, Abu Dhabi 1997 7th Biennal of Moving Images, Centre for Contemporary Images, Saint-Gervais Geneva / L’immagine leggera, international videoart festival sezioni video svizzera, Palermo / Not enough tv, Moving art studio, Bruxelles / Internationaler Videokunstpreis 97, ZKM, Karlsruhe, SWF3, ORF2, WDR 1996 Medienkunst Szene Schweiz, Kunstraum, Düsseldorf / Media-Skulptur Szene Schweiz, Kunsthaus, Langenthal
Di ritorno dalla Biennale di San Paolo e noti per le importanti antologiche presso il Centre PasquArt di Bienne e il Centre pour l’image contemporaine Saint-Gervais di Ginevra, Frédéric Moser e Philippe Schwinger presentano in questa occasione due lavori dedicati alla guerra del Vietnam.
Autori di film e di videoinstallazioni, Frédéric Moser e Philippe Schwinger mettono in scena da anni una sorta di “macchina della rappresentazione” in cui si sovrappongono reciprocamente i ruoli dell’attore e dello spettatore, lo spazio scenico e quello reale dell’azione. E’ come se i differenti ruoli sociali e le loro relazioni fossero riproposti ad un livello di stilizzazione tale da trasformarsi in teatro.
Non a caso punto di partenza di ogni loro lavoro è, di volta in volta, un frammento di film del passato, una seduta di teatro-terapia anni ’60 o una performance di gruppo di un collettivo anni ’70.
“Non chiamateli civili” presenta “Capitulation Project”, una videoinstallazione a grande scala in cui si giustappongono proiezione filmica e ricostruzione del set, assieme al film “Acting Facts”. “Le mie foto sono pubblicate su ‘Life’. Puoi vedere cadaveri e sangue”, dice un personaggio in “Capitulation Project”. Le foto a cui si fa riferimento sono quelle notissime e drammatiche di Ron Haeberle che riproducono il massacro di centinaia di vietnamiti nel villaggio di My Lai del 16 marzo 1968. Ma nel film le foto sono solo evocate perché “Capitulation Project” riproduce un’azione messa in scena a New York nel febbraio del 1971 dalla compagnia “Performance Group” in cui l’audience era invitata ad intervenire mentre gli attori improvvisavano ruoli di soldati, reporter e civili.
“Acting Facts” è invece una sorta di monologo. Racconta la storia dello stesso massacro di My Lai attaverso un attore che – camicia a maniche corte color kaki e di fronte un bosco di pini che gli fa da sfondo – si rivolge agli spettatori mimando il ruolo di diversi personaggi che, nei giorni della carneficina, parteciparono all’azione.
Un critico del calibro di Raymond Bellour ha paragonato “Acting Facts” ad un film come “Elephant” di Gus van Sant per la capacità di decostruzione della violenza e della sua rappresentazione, contro ogni enfasi cinematografica.
Con questi due lavori Frédéric Moser e Philippe Schwinger rispondono in maniera lucida al “mercato mondiale dell’emozione” con cui i media propongono guerre filmate e blitz in diretta. Più che deprecare i fatti, “Non chiamateli civili” diventa una forte denuncia dell’amnesia occidentale. In questo senso si spiega la necessità di un rituale come quello teatrale: questo ripetere sempre qualcosa, far ritornare dei gesti, delle figure, ciò che è stato visto almeno una volta (visto bene, visto male, non visto)
La mostra “Non chiamateli civili” nasce in collaborazione con la Galleria Play di Berlino.
Biografia degli artisti:
Frédéric Moser / Philippe Schwinger
Biography
Frédéric Moser was born in 1966 and Philippe Schwinger in 1961, at Saint-Imier (Switzerland). From 1988-91 they were co-directors of “l’atelier ici et maintenant”, an independent theatre organisation based in Lausanne. >From 1993-98 they studied at the High School for Visual Arts in Geneva (specialising in mixed media). They have been awarded the “Eidgenössische Preise für freie Kunst” three times in a row (in 98-99-2000) and have won the Providentia “YoungArt 2000” prize. In 2001 they are invited for six month at the Akademy Schloss Solitude in Stuttgart, Germany. In 2002-03, they have won the studio of the Swiss governement in Berlin. In autumn 2003, they are invited to the first residence program at the Centre for Contemporary Art Ujazdowski Castle in Warsaw. In September 2004 they will represent the Swiss contribution at the 26th International Biennal of São Paulo. They live and work in Berlin.
Solo Exhibitions
2004
Non chiamateli civili, Associazione Prometeo, Chiesa di San Matteo, Lucca
Capitulation Project, Cornerhouse, Manchester
NB - Bob Gramsma / Frédéric Moser & Philippe Schwinger, Kunstmuseum PasquArt, Biel
2003
ARTissima 10, Play gallery for still and motion pictures, Torino
Capitulation Project, Play gallery for still and motion pictures, Berlin
2002
Internment Area, Württembergischer Kunstverein, Stuttgart
Affection riposte, Akademie Schloss Solitude, Stuttgart
2001
Affection riposte, Centre for Contemporary Images, Saint-Gervais Geneva
Embrigadés, Galerie Skopia, Geneva
2000
Lux Gallery, London
Galerie Institut – Horten, Düsseldorf
Dose miracle, Musée des beaux-arts, La Chaux-de-Fonds
1999
Auf den Höhen, Museum zu Allerheiligen, Kunstverein, Schaffhausen
Selected Group Exhibitions and Festivals
2004 26th International Biennal of São Paulo, Swiss official Contribution, São Paulo / The third International Biennale, "Media City Seoul 2004", Museum of Art, Seoul / So wie die Dinge liegen, Hartware Medien Kunstverein, Dortmund / Play at Cirrus, Cirrus gallery, Los Angeles / Video lobby, Contemporary Art Center, Vilnius 2003 Remakes, CAPC- Musée d’art contemporain, Bordeaux / Shifting time/space, Kunstraum Walcheturm, Zürich / 10th Biennal of Moving Images (Intramural exhibitions), Centre for Contemporary Images, Saint-Gervais Geneva / Peripheries become the Center, Prague Biennal / Flux, Musée des beaux-arts, La Chaux-de-Fonds / Arco 03, Galerie Skopia, Madrid 2002 Another Swiss Version, AR/GE Kunst Galerie Museum, Bolzano / Videomarathon, Centrul pentru Contemporana, Chisanau / VideoRom, Gian Carla Zanutti Gallery, Milano / Showroom, Galerie Skopia, Geneva / Lange Nacht der Museen, Projektraum Römerstrasse, Stuttgart / Shrink to fit, www.xcult.org et Musée de la communication, Bern 2001 VideoROM, Valencia Biennal, Valencia / Art 32 Basel, Galerie Skopia, Basel / Swiss Videos, Galerie Barbara Thumm-Angelika Richter, Rosso Bar, Venezia / Analogue-Dialogue, Musée jurassien des Arts de Moutier-Kunstmuseum Solothurn 2000 No vacancies, Internationale Videoausstellung, Berlin / Screening, Artjunky, Leicester Square, London / Out of Space, Kunstmuseum Thun / Paroles, paroles, Kunsthalle Palazzo, Liestal / Prix fédéraux des beaux-arts, Fri-art, Fribourg / Dans le domaine du possible III, Centre PasquArt, Bienne / L’art dans le monde, Beaux-Arts Magazine-Parkett, Pont Alexandre III, Paris 1999 Prix fédéraux des beaux-arts, Kunsthalle, Zürich / #1, Espace croisé, Lille / Habiter le monde, Alliance française, Montevideo / Another Swiss Panorama, Centre for Contemporary Images, Saint-Gervais, Geneva / 3 ème festival de l’art en vidéo (section swiss video), Musée d’art contemporain, Lyon 1998 Dog Days Are Over (video lounge), Centre Culturel Suisse, Paris / Prix fédéraux des beaux-arts, Museum zu Allerheiligen, Schaffhausen / Videostore, Bricks & Kicks, Wien / Freie Sicht aufs Mittelmeer (video lounge), Kunsthaus, Zürich and Schirn Kunsthalle, Frankfurt / Not stricly private, Shed im Eisenwerk, Frauenfeld / Video Exhibition, Cultural Foundation, Abu Dhabi 1997 7th Biennal of Moving Images, Centre for Contemporary Images, Saint-Gervais Geneva / L’immagine leggera, international videoart festival sezioni video svizzera, Palermo / Not enough tv, Moving art studio, Bruxelles / Internationaler Videokunstpreis 97, ZKM, Karlsruhe, SWF3, ORF2, WDR 1996 Medienkunst Szene Schweiz, Kunstraum, Düsseldorf / Media-Skulptur Szene Schweiz, Kunsthaus, Langenthal
23
ottobre 2004
Frédéric Moser / Philippe Schwinger – Non chiamateli civili
Dal 23 ottobre al 15 novembre 2004
arte contemporanea
Location
CHIESA DI SAN MATTEO
Lucca, Piazza San Matteo, 3, (Lucca)
Lucca, Piazza San Matteo, 3, (Lucca)
Vernissage
23 Ottobre 2004, ore 18.00
Curatore