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Angelo Tenchio – Tra segno e materia
La mostra indaga, a dieci anni dalla morte, l’attività di questo artista (1943 – 1994) di cui è nota la scultura, ma di cui non è stato finora ben documentato il lavoro su carta, dai disegni – fondamentali nella sua ricerca – ai pastelli e alle tecniche miste.
Comunicato stampa
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Si inaugura sabato 23 ottobre presso la galleria Roberta Lietti Arte Contemporanea di Como, la mostra “Angelo Tenchio. Tra segno e materia” che indaga, a dieci anni dalla morte, l’attività di questo artista ( 1943 – 1994) di cui è nota la scultura, ma di cui non è stato finora ben documentato il lavoro su carta, dai disegni - fondamentali nella sua ricerca - ai pastelli e alle tecniche miste.
La mostra intende proprio percorrere questo versante della sua creatività e, a parte, ma non discosto e separato, evidenziare un altro aspetto della sua passione per l’arte, quello di incisore e stampatore.
“In primo luogo – scrive Luigi Cavadini - l’attenzione è concentrata sul segno, elemento fondamentale nella sua ricerca, tracciato sul foglio con la leggerezza della grafite o dell’inchiostro di china e a volte trattato e integrato con il colore in una logica che mai cede alla decoratività.
Temi delle sue opere sono le cose e le persone. Viste non tanto nella banalità del quotidiano quanto nella loro essenza profonda, impercepibile alla superficialità dello sguardo. Fatto questo che le trasforma, le riduce a corpi dalle presenze leggere, solide però nel calore di una materia che non ha peso (nella scultura è il legno a mimare queste peculiarità).
Il segno e il gesto dell’artista - che intrecciano, plasmano e distendono le forme sulla carta - appaiono quanto mai spontanei, maturati senza dubbio nello studio attento e profondo dei grandi disegnatori-incisori, dal passato remoto dei Dürer, Rembrandt, Goya al passato recente dei Morandi, Bartolini, Viviani.
La forza espressiva del segno appare inoltre connaturata con la gestione che Tenchio ne fa nelle sue carte (ora in una trama di fili che pian piano inventano lo spazio, ora in stesure che accarezzano e definiscono) e che risulta poi felicemente trasposta nel lavoro della sgorbia che intacca il legno, ben evidente nelle poche sculture che accompagnano le carte.”
Per documentare poi l’attività del suo atelier di incisione e stampa di opere grafiche, una sezione della mostra accoglie un piccolo gruppo di incisioni realizzate da Tenchio per alcuni maestri dell’arte del Novecento: da Virgilio Guidi a Italo Valenti, da Mario Radice e Manlio Rho a Carla Badiali e Aldo Galli, da Max Huber a Roberto Sanesi. Una testimonianza della sua professionalità e della sua capacità di dare ad ognuna di queste opere la “pelle” propria della poetica del suo autore.
Un catalogo introdotto da Luigi Cavadini, curatore della mostra, riassume il percorso del segno di Tenchio, che spazia in mostra dal 1976 al 1993, ed esemplifica la produzione grafica del suo atelier con opere di Badiali, Galli, Guidi, Huber, Radice, Rho, Sanesi e Valenti.
La mostra intende proprio percorrere questo versante della sua creatività e, a parte, ma non discosto e separato, evidenziare un altro aspetto della sua passione per l’arte, quello di incisore e stampatore.
“In primo luogo – scrive Luigi Cavadini - l’attenzione è concentrata sul segno, elemento fondamentale nella sua ricerca, tracciato sul foglio con la leggerezza della grafite o dell’inchiostro di china e a volte trattato e integrato con il colore in una logica che mai cede alla decoratività.
Temi delle sue opere sono le cose e le persone. Viste non tanto nella banalità del quotidiano quanto nella loro essenza profonda, impercepibile alla superficialità dello sguardo. Fatto questo che le trasforma, le riduce a corpi dalle presenze leggere, solide però nel calore di una materia che non ha peso (nella scultura è il legno a mimare queste peculiarità).
Il segno e il gesto dell’artista - che intrecciano, plasmano e distendono le forme sulla carta - appaiono quanto mai spontanei, maturati senza dubbio nello studio attento e profondo dei grandi disegnatori-incisori, dal passato remoto dei Dürer, Rembrandt, Goya al passato recente dei Morandi, Bartolini, Viviani.
La forza espressiva del segno appare inoltre connaturata con la gestione che Tenchio ne fa nelle sue carte (ora in una trama di fili che pian piano inventano lo spazio, ora in stesure che accarezzano e definiscono) e che risulta poi felicemente trasposta nel lavoro della sgorbia che intacca il legno, ben evidente nelle poche sculture che accompagnano le carte.”
Per documentare poi l’attività del suo atelier di incisione e stampa di opere grafiche, una sezione della mostra accoglie un piccolo gruppo di incisioni realizzate da Tenchio per alcuni maestri dell’arte del Novecento: da Virgilio Guidi a Italo Valenti, da Mario Radice e Manlio Rho a Carla Badiali e Aldo Galli, da Max Huber a Roberto Sanesi. Una testimonianza della sua professionalità e della sua capacità di dare ad ognuna di queste opere la “pelle” propria della poetica del suo autore.
Un catalogo introdotto da Luigi Cavadini, curatore della mostra, riassume il percorso del segno di Tenchio, che spazia in mostra dal 1976 al 1993, ed esemplifica la produzione grafica del suo atelier con opere di Badiali, Galli, Guidi, Huber, Radice, Rho, Sanesi e Valenti.
23
ottobre 2004
Angelo Tenchio – Tra segno e materia
Dal 23 ottobre al 24 novembre 2004
arte contemporanea
Location
ROBERTA LIETTI ARTE CONTEMPORANEA
Como, Via Armando Diaz, 3, (Como)
Como, Via Armando Diaz, 3, (Como)
Orario di apertura
10,30/12 15,30/19; chiuso lunedì e festivi
Vernissage
23 Ottobre 2004, ore 18
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