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La Stanza di Filippo de Pisis. Luigi Vittorio Fossati Bellani e la sua collezione
Mostra dedicata al grande pittore ferrarese e alla figura di Luigi Vittorio Fossati Bellani, collezionista e bibliofilo dalle origini milanesi e dalla vita cosmopolita, fatta di innumerevoli viaggi e incontri speciali con i protagonisti del panorama culturale italiano dei primi del Novecento
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il FAI – Fondo Ambiente Italiano presenta La Stanza di Filippo de Pisis, la mostra dedicata al
grande pittore ferrarese e alla figura di Luigi Vittorio Fossati Bellani, collezionista e bibliofilo
dalle origini milanesi e dalla vita cosmopolita, fatta di innumerevoli viaggi e incontri speciali con i
protagonisti del panorama culturale italiano dei primi del Novecento. A cura di Paolo Campiglio e
Roberto Dulio, l’esposizione offre uno spaccato sul collezionismo attivo nelle città di Roma e
Milano a partire dagli anni Trenta e un racconto intimo delle opere di Filippo de Pisis scelte da
Luigi Vittorio Fossati Bellani per la stanza che ha voluto dedicare al celebre pittore nel suo
appartamento di via Rasella a Roma.
Da una di queste opere, La tinca (olio su tela, 1928), facente parte della collezione d’arte del
Novecento di Claudia Gian Ferrari custodita a Villa Necchi Campiglio, nasce l’idea di una mostra
inedita e sorprendente, che dal 3 aprile fino al 15 settembre 2019 vedrà ricreata nel sottotetto
della Villa del FAI, nel cuore di Milano, proprio la stanza che Luigi Vittorio dedicò ai dipinti di
Filippo de Pisis: venticinque opere che coprono un arco temporale che va dal 1928 al 1943. Un
interessante approfondimento sulla prima produzione di un grande artista che si è sempre
opposto al classicismo e al manierismo, raccontata in modo originale attraverso la figura del suo
mecenate.
Esponente della borghesia illuminata e proveniente da un’importante famiglia di industriali del
tessile, Luigi Vittorio Fossati Bellani dopo aver conseguito la laurea in Ingegneria in Germania
torna in Italia e prende parte alla Prima Guerra Mondiale. Al termine del conflitto si trasferisce a
Venezia e poi a Firenze dove stringe amicizia con Marino Moretti, letterato, poeta e scrittore
che probabilmente lo introduce a Filippo de Pisis: fin da subito i dipinti dell’artista ferrarese lo
appassionano e ne diviene collezionista. Una volta arrivato a Roma si stabilisce in via Rasella, in
un grande appartamento all'interno di Palazzo Tittoni, noto alle cronache in quanto scenario
dell’attentato partigiano contro un reparto delle forze d’occupazione tedesche che portò all’eccidio
delle Fosse Ardeatine e che segnò per sempre il destino di Luigi Vittorio: coinvolto nei
rastrellamenti tedeschi viene rilasciato, ma dopo tre giorni, sconvolto dall’accaduto, perde la vita.
Grazie alla campagna fotografica di documentazione dell’appartamento, realizzata dopo la sua
morte dal fratello Tullio, è oggi possibile ricostruire a Villa Necchi parte del salotto della casa
romana di Luigi Vittorio Fossati Bellani con le opere e gli oggetti d’arte che vi erano collocati
prima della dispersione della collezione nel 1961.
Attraverso materiali d’archivio, foto, testi e una speciale installazione, la mostra ricrea la «stanza
di Filippo de Pisis» all’interno di un volume chiuso, una sorta di wunderkammer in cui viene
evocata la presenza degli arredi e delle suppellettili originali, e dove le opere d’arte autentiche di
de Pisis appartenute a Luigi Vittorio Fossati Bellani, oggi provenienti da collezioni private, sono
collocate nella posizione e nei rapporti originali tra di esse. A queste si aggiungono opere di
Alberto Savinio e Antonio De Witt, che si trovavano originariamente nella stessa stanza.
L’esposizione si inserisce nel programma di approfondimento storico e artistico che il FAI ha
intrapreso ormai dal 2012: mostre tematiche di rigoroso approccio scientifico che hanno l’intento di
studiare l’attività di pittori e scultori già presenti a Villa Necchi con una o più opere. Dopo
Alfredo Ravasco, Arturo Martini e Timo Bortolotti l’attenzione è ora posta su Filippo de Pisis, di
cui sono presenti in villa cinque opere: La tinca, La scarpetta rossa (1930, acquarello su carta), Tre
ostriche sull’impiantito (1932, olio su tela), Natura morta con lepre (1942, olio su tela) – donate da
Claudia Gian Ferrari – e Ritratto di giovane (1929, matita su carta) – donazione privata.
Con il Patrocinio di Comune di Milano, Cattedra Unesco del Politecnico di Milano e
Associazione per Filippo de Pisis.
Grazie ad Assogestioni, l’associazione italiana dei gestori del risparmio, amica del FAI dal 2018,
Main Sponsor della Mostra.
Il calendario “Eventi nei Beni del FAI 2019” è reso possibile grazie al significativo sostegno di
Ferrarelle, partner degli eventi istituzionali e acqua ufficiale del FAI e al prezioso contributo di
PIRELLI che conferma per il settimo anno consecutivo la sua storica vicinanza alla Fondazione.
Per il secondo anno si conferma la prestigiosa presenza di Radio Monte Carlo in qualità di Media
Partner.
Villa Necchi Campiglio è museo riconosciuto da Regione Lombardia.
grande pittore ferrarese e alla figura di Luigi Vittorio Fossati Bellani, collezionista e bibliofilo
dalle origini milanesi e dalla vita cosmopolita, fatta di innumerevoli viaggi e incontri speciali con i
protagonisti del panorama culturale italiano dei primi del Novecento. A cura di Paolo Campiglio e
Roberto Dulio, l’esposizione offre uno spaccato sul collezionismo attivo nelle città di Roma e
Milano a partire dagli anni Trenta e un racconto intimo delle opere di Filippo de Pisis scelte da
Luigi Vittorio Fossati Bellani per la stanza che ha voluto dedicare al celebre pittore nel suo
appartamento di via Rasella a Roma.
Da una di queste opere, La tinca (olio su tela, 1928), facente parte della collezione d’arte del
Novecento di Claudia Gian Ferrari custodita a Villa Necchi Campiglio, nasce l’idea di una mostra
inedita e sorprendente, che dal 3 aprile fino al 15 settembre 2019 vedrà ricreata nel sottotetto
della Villa del FAI, nel cuore di Milano, proprio la stanza che Luigi Vittorio dedicò ai dipinti di
Filippo de Pisis: venticinque opere che coprono un arco temporale che va dal 1928 al 1943. Un
interessante approfondimento sulla prima produzione di un grande artista che si è sempre
opposto al classicismo e al manierismo, raccontata in modo originale attraverso la figura del suo
mecenate.
Esponente della borghesia illuminata e proveniente da un’importante famiglia di industriali del
tessile, Luigi Vittorio Fossati Bellani dopo aver conseguito la laurea in Ingegneria in Germania
torna in Italia e prende parte alla Prima Guerra Mondiale. Al termine del conflitto si trasferisce a
Venezia e poi a Firenze dove stringe amicizia con Marino Moretti, letterato, poeta e scrittore
che probabilmente lo introduce a Filippo de Pisis: fin da subito i dipinti dell’artista ferrarese lo
appassionano e ne diviene collezionista. Una volta arrivato a Roma si stabilisce in via Rasella, in
un grande appartamento all'interno di Palazzo Tittoni, noto alle cronache in quanto scenario
dell’attentato partigiano contro un reparto delle forze d’occupazione tedesche che portò all’eccidio
delle Fosse Ardeatine e che segnò per sempre il destino di Luigi Vittorio: coinvolto nei
rastrellamenti tedeschi viene rilasciato, ma dopo tre giorni, sconvolto dall’accaduto, perde la vita.
Grazie alla campagna fotografica di documentazione dell’appartamento, realizzata dopo la sua
morte dal fratello Tullio, è oggi possibile ricostruire a Villa Necchi parte del salotto della casa
romana di Luigi Vittorio Fossati Bellani con le opere e gli oggetti d’arte che vi erano collocati
prima della dispersione della collezione nel 1961.
Attraverso materiali d’archivio, foto, testi e una speciale installazione, la mostra ricrea la «stanza
di Filippo de Pisis» all’interno di un volume chiuso, una sorta di wunderkammer in cui viene
evocata la presenza degli arredi e delle suppellettili originali, e dove le opere d’arte autentiche di
de Pisis appartenute a Luigi Vittorio Fossati Bellani, oggi provenienti da collezioni private, sono
collocate nella posizione e nei rapporti originali tra di esse. A queste si aggiungono opere di
Alberto Savinio e Antonio De Witt, che si trovavano originariamente nella stessa stanza.
L’esposizione si inserisce nel programma di approfondimento storico e artistico che il FAI ha
intrapreso ormai dal 2012: mostre tematiche di rigoroso approccio scientifico che hanno l’intento di
studiare l’attività di pittori e scultori già presenti a Villa Necchi con una o più opere. Dopo
Alfredo Ravasco, Arturo Martini e Timo Bortolotti l’attenzione è ora posta su Filippo de Pisis, di
cui sono presenti in villa cinque opere: La tinca, La scarpetta rossa (1930, acquarello su carta), Tre
ostriche sull’impiantito (1932, olio su tela), Natura morta con lepre (1942, olio su tela) – donate da
Claudia Gian Ferrari – e Ritratto di giovane (1929, matita su carta) – donazione privata.
Con il Patrocinio di Comune di Milano, Cattedra Unesco del Politecnico di Milano e
Associazione per Filippo de Pisis.
Grazie ad Assogestioni, l’associazione italiana dei gestori del risparmio, amica del FAI dal 2018,
Main Sponsor della Mostra.
Il calendario “Eventi nei Beni del FAI 2019” è reso possibile grazie al significativo sostegno di
Ferrarelle, partner degli eventi istituzionali e acqua ufficiale del FAI e al prezioso contributo di
PIRELLI che conferma per il settimo anno consecutivo la sua storica vicinanza alla Fondazione.
Per il secondo anno si conferma la prestigiosa presenza di Radio Monte Carlo in qualità di Media
Partner.
Villa Necchi Campiglio è museo riconosciuto da Regione Lombardia.
02
aprile 2019
La Stanza di Filippo de Pisis. Luigi Vittorio Fossati Bellani e la sua collezione
Dal 02 aprile al 15 settembre 2019
arte moderna
Location
VILLA NECCHI CAMPIGLIO
Milano, Via Mozart, 12/14, (Milano)
Milano, Via Mozart, 12/14, (Milano)
Biglietti
Ingresso con visita alla villa: Intero: € 13; Studenti: € 7; Ridotto (Ragazzi 5-18 anni): € 4; Iscritti
FAI: € 4
Orario di apertura
da mercoledì a domenica dalle ore 10 alle 18
Vernissage
2 Aprile 2019, ore 18 su invito
Autore
Curatore