Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
07
gennaio 2014
Fino al 18.I.2014 Matt Mullican, Stone Video Rubbing Wire Steven Claydon, Grid & Spike Galleria Massimo De Carlo, Milano
milano
Cos'hanno in comune, Mutt Mullican e Steven Claydon, diversi per età, linguaggi, cultura ed esperienze? Una mostra nella sede milanese della galleria De Carlo ipotizza una risposta -
Oltre a condividere a Milano la stessa galleria Massimo De Carlo, entrambi gli artisti concettuali, diversi per l’uso di materiali, tecniche e linguaggi, si pongono entrambi domande filosofiche intorno all’esistenza, allo spazio e al tempo.
Apre la mostra la monumentale installazione ambientale Stone Video Rubbing Wire (1987): una sintesi della complessa cosmologia di Matt Mullican (1951) composta di segni, pittogrammi, diagrammi e simboli, sospesi tra astrazione e figurazione, che rappresentano la sua ricerca di vocazione enciclopedica, composta da 40 lastre di granito (Stone dal titolo della mostra) e una nuova serie di tele realizzate con il rubbing: la più antica tecnica di riproduzione dell’opera d’arte.
Noto per le sue mappe, piante, collage di segni grafici e codici colorati che dovrebbero decriptare idee astratte quali la morte, il paradiso e il valore della cultura, Mullican invita a riflettere sull’origine della conoscenza e sulla relazione tra la soggettività e l’esistenza. Anche nelle nuove opere esposte a Milano l’artista configura cinque mondi che dovrebbero porci alcune domande filosofiche, del tipo “Cos’è successo prima della nascita? Perché accade quello che accade? Cosa succederà dopo la mia morte?” Confina con questa installazione di forte impatto scenografico, la seconda mostra personale di Steven Claydon (1969), composta da installazioni ambientali realizzate con invadenti tende viniliche colorate, come fossero apparecchi di registrazione o forse schermi, che suddividono in due sezioni lo spazio creato per modificare radicalmente la percezione dell’ambiente. Gride &Spike presenta un assemblaggio di materiali di produzione industriale e oggetti differenti che dovrebbero visualizzare possibili connessioni, razionali e non, tra cose provenienti da diversi contesti geografici, culturali ed economici.
Al primo piano della galleria rimbomba nello spazio una inquietante composizione di indecifrabili suoni gutturali, simili a voci distorte o corrose dal tempo. Questa registrazione, che evoca una dimensione atemporale, è il sottofondo di un assemblaggio di sfere antropomorfe, enigmatiche teste di bronzo, frammenti di corpi, misteriosi reperti di grifoni, materiali rocciosi simili a meteoriti, forme geometriche e organiche realizzate con materiali industriali di colore nero, acciaio e oro. Questi e altri reperti trovati o ricreati dall’artista, in bilico tra astrazione e figurazione, mescolano passato e presente, oggetti d’antiquariato con quelli più teatrali, feticci in bilico tra ragione e sentimento assemblati con l’intento di creare nuove mitologie e antropologie contemporanee al confine tra realtà e immaginazione.
Jaqueline Ceresoli
dal 28 novembre 2013 al 18 gennaio 2014
Matt Mullican , Stone Video –Rubbing Wire
Steven Claydon, Grid & Spike
Massimo De Carlo
via Ventura 5, 20134 Milano
Orari: dal martedì al sabato 11.30 – 19.30