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Qualcuno se ne sarà accorto, passando in questi giorni per Corso Garibaldi, altezza di Largo La Foppa a Milano. In cornice su un pezzo di muro immacolato c’è un quadro classico, che rimanda al dipinto del 1885 di Carl Theodor Von Piloty, The death of Wallestein. Il pittore nato ad Anversa si era soffermato, dopo due viaggi in Italia alla metà dell’800, sulla composizione di dipinti che replicavano soggetti a carattere storico, specialmente della Guerra dei Trent’anni.
Un’occasione ghiotta per Beast, graffitista milanese, per raccontare a suo modo l’epopea ventennale del Cavaliere Silvio Berlusconi, recentemente assolto nel processo Ruby-gate, l’ennesimo nella sua “carriera”. Ma che ha fatto il nostro? Ha raffigurato Berlusconi sia come Wallenstein morto che come “spirito”, intitolando l’opera You were Norma Jean, I was James Dean (Tu eri Norma Jean [Marilyn Monroe n.d.r], io ero James Dean). Come nella migliore tradizione iconografica non si tratta di certo di una quadretto, ma di una “sberla” di 285 x 370 centimetri, che immediatamente ha attirato sguardi e sorrisi dei passanti, milanesi e turisti che, ancora una volta, hanno potuto rimarcare quanto l’Italia sia un Paese “giocoso” in fatto di politica e anche giuridicamente parlando. E anche autoironico, se così si può dire, anche se questa più che una satira racconta la strana e mostruosa epopea sociale di un’araba fenice.