Risolvendo la crisi dell’astrazione già alla fine degli anni ’50, Yves Klein aldilà della sua utopica conquista del vuoto e dell’immateriale, orienta una nuova corrente dell’arte contemporanea che materializza gli elementi nelle tracce sfuggenti sottolineate dal loro passaggio sul supporto e, al contempo, crea sconcerto, incertezza, difficoltà di definizione. Proprio da questa ipotesi nasce NEL BLU DIPINTO DI BLU, un omaggio nato sotto il segno del blu, il colore che lo ha reso inconfondibile alla stregua di una forma o di uno stile (e che ha ‘brevettato’ con il suo nome IKB – International Klein Blue); parallelamente, l’altra immagine di Klein che permane nella memoria è il Salto nel vuoto, opera-montaggio fotografico che crea l’illusione della caduta e in qualche modo l’attrazione verso l’ignoto, la morte.
Questi i temi principali delle opere presentate, realizzate da artisti di fama internazionale che ebbero con Klein esperienze coeve in direzione di una nuova monocromia e di una nuova spazialità, come Lucio Fontana ed Arman. O da artisti le cui riflessioni passano attraverso la pittura, sia nelle sue componenti gestuali e informali, come in Afro, Hans Hartung e Sam Francis, sia in quelle più contemporanee di Nicola De Maria, Giuseppe Maraniello e Mimmo Paladino. Una selezione di grande pregio, con una scultura di Robert Indiana, le suggestioni dell’acqua nella pittura della giovane artista inglese Kate Bright e nella videoinstallazione di Fabrizio Plessi, la proiezione del film Blue di Derek Jarman, originariamente pensato proprio come un omaggio a Klein. In mostra, inoltre, la scritta al neon Out of the Blue di Maurizio Nannucci, una foto di un cielo stellato di Thomas Ruff, un’opera a biro di Alighiero Boetti.