Quella presentata nel piccolo spazio espositivo ma che cerca sempre di essere all’avanguardia e in anticipo sui tempi, sarà un’installazione di arte contemporanea site specific, preparata a “sei mani” nelle settimane precedenti l’evento e creata esclusivamente per lo spazio espositivo della galleria. Si tratta di un lavoro a largo raggio, una sorta di esperimento di arte totale, dove non ci si pone dei limiti, il cui risultato verrà tenuto segreto fino all’ultimo. I tre artisti, infatti, hanno deciso di ritrovarsi e di “rinchiudersi” in studio collaborando nella realizzazione di qualcosa che riesca a coniugare le molteplici e diverse esperienze artistiche di ognuno di loro. Giampaolo Cottino, nato in Italia, ha vissuto per diverso tempo in Sud Africa, per poi trasferirsi a Londra per concludere gli studi d’arte e dove lavora attualmente prediligendo la creazione di oggetti, sculture e progetti di grandi dimensioni utilizzando i materiali più disparati; anche Alex Zika porta avanti il suo discorso artistico a Londra dove non pone limiti alla sua creatività che va dalla pittura anche figurativa a lavori più concettuali; Cristina Mariani, protagonista del premio Quasimodo 2004 in Ungheria, lavora nel milanese e in Brianza, esperta di tutti i tipi di materiali artistici e non, che applica alle sue opere che spaziano dal graffito su supporti di legno, alla pittura e alla scultura. Sarà anche un incontro di culture, o meglio di assimilazione di culture, che vedrà incrociate le esperienze etniche e di arte primitiva della Mariani, l’origine Greca e Cecoslovacca di Zika, fino al bagaglio cultural-tecnico a metà strada tra Londra e il Sudafrica di Cottino. Nell’occasione per la prima volta alla Haven Gallery ci sarà una pre-inaugurazione con un Open work in occasione dell’ultimo giorno di installazione prima della mostra vera e propria, il giorno 7, chiaramente aperto a tutti, durante il quale sarà possibile vedere gli artisti all’opera sulla loro realizzazione.