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Stefano Zattera – Il Dio Pipa. Tra sacro e sponsorizzato
In alcuni lavori di Zattera, le situazioni rappresentate sono paradossali,
estreme e terribili, ma il linguaggio pubblicitario tenta di purificarle, di
elevarle ad uno stato di beatitudine.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
"Dal grande schermo il Dio Pipa dà i numeri vincenti e sorride mentre i suoi
angeli selezionano la stirpe.
Terribili nefandezze si celano dietro la promozione della gastronomia
precotta.
È tempo di rimuovere il packaging scintillante e mostrare il prodotto mentre
si contorce allo scoccare della data di scadenza".
Stefano Zattera da "Mater Universalis"
C¹è qualcosa in comune tra la rappresentazione sacra e l'immagine
pubblicitaria.
Ambedue idealizzano un momento, una situazione, un fatto, un oggetto, un
personaggio o un luogo.
In una pubblicità una famiglia perfetta dentro una casa perfetta consuma un
prodotto perfetto.
In quel momento fissato dallo spot l'esistenza stessa è perfetta, in armonia
con il creato.
Nelle rappresentazioni sacre viene idealizzato un miracolo, un'annunciazione
o altro dalla composizione armonica del quadro. Tutto è perfetto tutti sono
al posto giusto nella giusta postura, l'evento è immortalato e consegnato
all'eterno.
In entrambi i linguaggi le situazioni vengono poste come dogmi
indiscutibili, verita' assolute.
Miracolo sì, (mistico od economico che sia), ma reale e tangibile.
In alcuni lavori di Zattera, le situazioni rappresentate sono paradossali,
estreme e terribili, ma il linguaggio pubblicitario tenta di purificarle, di
elevarle ad uno stato di beatitudine.
In altre rappresentazioni i personaggi compiono le stesse ignominie
all'interno della composizione sacra. L'effetto è molto simile, che la
composizione sia quella di una pagina pubblicitaria piuttosto che quella di
un quadro rinascimentale, si respira comunque la stessa aria. Quella di
un'era in cui teoricamente tutto dovrebbe andare bene, rientrare nel grande
disegno armonico dell'eternità.
Eppure qualcosa non quadra, Quei sorrisi sono palesemente fuori luogo. Il
lifting del Dio Pipa lascia trasparire i punti di sutura. Gli eritemi
affiorano dal fondotinta. Le deformità forzano la gabbia di contenimento.
Iconografia Sacra e Immagine pubblicitaria , nella loro applicazione
ortodossa, tentano di distrarre occhio e mente dall' imperfezione
dell'esistenza. Il loro scopo è sminuire le pecche del reale, promettendo
una vita perfetta, a patto che si usi il tal prodotto o si aderisca alla tal
fede.
Generalmente l'intenzione di chi adotta questi linguaggi è di rassicurare,
di dare certezze, di garantire il bello, la civiltà ideale, la terra
promessa, il paradiso.
L'intento di Stefano Zattera è l'opposto.
Usare e/o fondere i due linguaggi per rappresentare situazioni terrificanti
è un tentativo di far cadere il palco, di portare oltre il limite di tenuta
l'efficacia di queste rappresentazioni, di scardinarne i codici, di metterne
in luce le debolezze e i limiti, di far capire il loro intento
propagandistico, mistificatorio, demagogico.
Muovendosi tra sacro e sponsorizzato Stefano crea un ulteriore linguaggio,
dove la beatificazione del consumo, messa in atto dalla divinità dorata,
rivela tutti i suoi abomini e la sua marcescenza.
Lo smagliante e ormai smagliato sorriso del Dio Pipa ha sempre maggiori
difficoltà a nascondere l¹apocalisse di fine stagione verso cui ci sta
attirando con la carota geneticamente modificata.
angeli selezionano la stirpe.
Terribili nefandezze si celano dietro la promozione della gastronomia
precotta.
È tempo di rimuovere il packaging scintillante e mostrare il prodotto mentre
si contorce allo scoccare della data di scadenza".
Stefano Zattera da "Mater Universalis"
C¹è qualcosa in comune tra la rappresentazione sacra e l'immagine
pubblicitaria.
Ambedue idealizzano un momento, una situazione, un fatto, un oggetto, un
personaggio o un luogo.
In una pubblicità una famiglia perfetta dentro una casa perfetta consuma un
prodotto perfetto.
In quel momento fissato dallo spot l'esistenza stessa è perfetta, in armonia
con il creato.
Nelle rappresentazioni sacre viene idealizzato un miracolo, un'annunciazione
o altro dalla composizione armonica del quadro. Tutto è perfetto tutti sono
al posto giusto nella giusta postura, l'evento è immortalato e consegnato
all'eterno.
In entrambi i linguaggi le situazioni vengono poste come dogmi
indiscutibili, verita' assolute.
Miracolo sì, (mistico od economico che sia), ma reale e tangibile.
In alcuni lavori di Zattera, le situazioni rappresentate sono paradossali,
estreme e terribili, ma il linguaggio pubblicitario tenta di purificarle, di
elevarle ad uno stato di beatitudine.
In altre rappresentazioni i personaggi compiono le stesse ignominie
all'interno della composizione sacra. L'effetto è molto simile, che la
composizione sia quella di una pagina pubblicitaria piuttosto che quella di
un quadro rinascimentale, si respira comunque la stessa aria. Quella di
un'era in cui teoricamente tutto dovrebbe andare bene, rientrare nel grande
disegno armonico dell'eternità.
Eppure qualcosa non quadra, Quei sorrisi sono palesemente fuori luogo. Il
lifting del Dio Pipa lascia trasparire i punti di sutura. Gli eritemi
affiorano dal fondotinta. Le deformità forzano la gabbia di contenimento.
Iconografia Sacra e Immagine pubblicitaria , nella loro applicazione
ortodossa, tentano di distrarre occhio e mente dall' imperfezione
dell'esistenza. Il loro scopo è sminuire le pecche del reale, promettendo
una vita perfetta, a patto che si usi il tal prodotto o si aderisca alla tal
fede.
Generalmente l'intenzione di chi adotta questi linguaggi è di rassicurare,
di dare certezze, di garantire il bello, la civiltà ideale, la terra
promessa, il paradiso.
L'intento di Stefano Zattera è l'opposto.
Usare e/o fondere i due linguaggi per rappresentare situazioni terrificanti
è un tentativo di far cadere il palco, di portare oltre il limite di tenuta
l'efficacia di queste rappresentazioni, di scardinarne i codici, di metterne
in luce le debolezze e i limiti, di far capire il loro intento
propagandistico, mistificatorio, demagogico.
Muovendosi tra sacro e sponsorizzato Stefano crea un ulteriore linguaggio,
dove la beatificazione del consumo, messa in atto dalla divinità dorata,
rivela tutti i suoi abomini e la sua marcescenza.
Lo smagliante e ormai smagliato sorriso del Dio Pipa ha sempre maggiori
difficoltà a nascondere l¹apocalisse di fine stagione verso cui ci sta
attirando con la carota geneticamente modificata.
07
ottobre 2004
Stefano Zattera – Il Dio Pipa. Tra sacro e sponsorizzato
Dal 07 al 30 ottobre 2004
arte contemporanea
Location
LA CUEVA (NO ART GALLERY)
Milano, Via Vigevano, 2A, (Milano)
Milano, Via Vigevano, 2A, (Milano)
Vernissage
7 Ottobre 2004, ore 20