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Go East!
I tre artisti qui presenti in mostra – lo sloveno Miha Štrukelj, la serba Jelena Vasiljev e la bulgara Mariela Gemisheva – ci danno il polso di quale sarà l’atteggiamento di questi popoli nel prossimo futuro.
Comunicato stampa
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Alla luce della realtà politica odierna si potrebbe definire l’area dei Balcani una mera denominazione geografica: i forti paradossi e contrasti nati dalle sue tormentate vicende storiche hanno reso l’insieme dei territori che compongono la penisola balcanica quanto di più lontano si può pensare da un luogo che, da solo, identifichi popoli e culture. Eppure è innegabile il fil rouge che unisce queste genti in apparenza divise su tutto: politica, religione, matrici culturali, mentalità. Un forte senso di fermento, di elaborazione del lutto in senso creativo, di profonda energia traspare come un segnale costante, da nord a sud, pur con toni e colori diversi.
Nella stessa espressione artistica si possono immediatamente percepire le differenze tra la Slovenia, ad esempio, ed altri paesi dei Balcani: il “black humor” adottato da un serbo o da un bosniaco non sarebbe concepito da uno sloveno. Eppure, se vogliamo adottare la teoria che vede nell’artista un “veggente”, i tre artisti qui presenti in mostra - lo sloveno Miha Štrukelj, la serba Jelena Vasiljev e la bulgara Mariela Gemisheva - ci danno il polso di quale sarà l’atteggiamento di questi popoli nel prossimo futuro: lo sguardo criticamente puntato a ovest, una grande consapevolezza e fierezza delle proprie radici, una vigorosa esternazione priva di sovrastrutture. I popoli dei Balcani, che tutto hanno visto, sono pronti a guardare se stessi e gli altri con una lucidità che non possiamo fare a meno di rilevare.
L’artista e fashion designer bulgara Mariela Gemisheva presenta alla Gas Art Gallery la videoinstallazione Fashion Fire, una performance realizzata nel cortile del Fire and Emergency Safety di Sofia.
La sfilata di moda, che inizia come una consueta passerella di modelle, assume via via una nuova connotazione: le indossatrici, con la stessa compostezza con cui hanno sfilato, tradendo appena un accenno di ironica cattiveria, si svelano dei propri abiti per gettarli nel fuoco.
Con questo gesto catartico l’artista focalizza la sua attenzione - e il riferimento è evidente nel sottotitolo del video The nice thing of one decent beauty queen (Il bel gesto di una reginetta di bellezza per bene) - sulla liberalizzazione della Moda dai canoni e dalle regole non scritte che da sempre ne regolano i meccanismi.
Il vestito, nelle intenzioni dell’artista, è solo un presupposto, un codice che deve riuscire a esprimere la personalità individuale, un giusto compromesso tra libertà espressiva e convenzioni sociali: nel momento in cui disattende queste premesse, esso viene privato della sua funzione.
Nella serie di autoritratti Out of Myself l’artista propone essa stessa come soggetto d’arte: non senza un’ironica presa di coscienza delle proprie capacità di trasformismo diventa il testimone delle infinite possibilità che la Moda, intesa nuovamente come reale potenzialità espressiva libera da norme, convenzioni e regole imposte dalla società, concede all’individuo.
Miha Štrukelj presenta una selezione di dipinti, olio su tela, che interpretano le implicazioni tecnologiche del mondo contemporaneo.
I primi lavori, datati 1997 (Selfportrait I e II), sono sorprendenti “autoritratti” del cranio dell’artista ripreso da una lastra radiografica. Attraverso la sua pittura Štrukelj evidenzia come il corpo e la mente di ogni individuo siano costantemente scansiti, trasformati in immagini, mappati e perfino manipolati.
Tra il 1998 e il 2002 realizza dipinti dai cromatismi alterati, le cui ispirazioni spaziano da fonti ecografiche a realtà impresse da sistemi radar o inserite in percorsi ossessivi di videogiochi (Ultrasound, Portrait I, Virtual Cockpit I).
Gli ultimi lavori del 2003 e 2004 (Chernobyl Infinity e The City 5) sottolineano la funzione anestetizzante e persino estetica delle immagini contemporanee mediate dalla e per la comunicazione di massa, e utilizzate per controllare e gestire la realtà, anche nel tentativo di nasconderne la dimensione traumatica.
I soggetti delle opere di Štrukelj, infatti, sono immagini tratte dai media, dal web, dai videogames, trattate, tuttavia, con la gestualità e la lentezza della tradizionale tecnica dell’olio su tela.
Attraverso la bidimensionalità della pittura, Štrukelj fissa le immagini ‘in movimento’ della tecnologia e proietta il fruitore in una dimensione alternativa, a metà tra realtà e finzione.
Radar, monitors, videoschermi colgono la realtà attraverso l’occhio della tecnologia; la pittura di Štrukelj propone una presa di coscienza del ruolo ingannatore e estetizzante della visione scientifica, in tutte le sue accezioni mediatiche.
Jelena Vasiljev presenta un’installazione che prevede circa 60 lupi in gesso, traendo ispirazione da una poesia del poeta serbo Matija Beckovic.
Il lupo, metafora per eccellenza di una violenza inquieta, di un’avidità ferina, diventa, nella moltiplicazione del branco, simbolo dell’individuo annullato dalla collettività, condizione che, invece di assumere i caratteri della salvezza, accomuna tutti in un unico destino crudele e incontrollato di attesa.
L’artista presenta ossessivamente il lupo anche con altri media (disegno, video, fotografia, parola) fino a renderlo motivo insistente di riflessione, espressione artistico - narrativa che racconta, in modo sempre nuovo, il dramma e la poesia di una sorte segnata più dalla natura, che da una libera scelta. Eppure, proprio per contrasto, l’artista sembra voler suggerire e voler credere che sarà ancora l’essere umano, a differenza del lupo, suo lato oscuro, a scegliere la propria esistenza, e non il contrario.
Mariela Gemisheva (1965, Kazanlak – Bulgaria) vive e lavora a Sofia.
Mostre personali e performances*: 2003: Fashion Fire, Fire and Emergency Safety, Sofia*;
2002: Out of Myself, The Municipal Gallery, Sofia; 2001: Out of Season… Out of Fashion, Check Cultural Center, Sofia; 2000: Spring – Summer, Autumn – Winter, Ata Center for Contemporary Art, Sofia;
Surprise, Check Cultural Center, Sofia*; 1999: Out of Season. In Search of New Femininity, Central Market Hall, Sofia*; 1998: My Wedding Dress on the Roof, 6 Shipka Str. Gallery, Sofia*; Dessert, Riviera club, Zlatni Piassaci, Bulgaria*; 1997: Dessert, The Municipal Gallery, Sofia; 1996: Experiment 2, XXL Gallery, Sofia; Photo-Fashion in three days, Ata-ray Gallery, Sofia; 1995: Retro 2018, Hungarian Cultural Institute, Sofia; 1994: Unisex – Summer ’94, La Strada Theater, Sofia; 1993: Summer ’94, The Hungarian Cultural Institute, Sofia; 1992: Glass Flames, The Academy of Applied Arts, Praga.
Mostre collettive: 2004: Privatizations. Contemporary Art from Eastern Europe (The Post-communist Condition) Within Luchezar Boyadjiev's “Freedom (is) for beginners” (a cura di B. Groys), Kunstwerke – Institute for Contemporary Art, Berlino; The Balkans – a Crossroad to the Future, Arte Fiera 2004, Bologna;
2003: Balkan Visions, AR/GE Kunst, Galerie Museum, Bolzano; Blood & Honey/Future’s in the Balkans, The Essl Collections, Vienna; 2002: In Search of Balkania, Neue Galerie, Graz; 1999: Modebus >time scan 1<, Vorplatz Museumsquartier, Vienna; 1998: Erotikon_Golden Needle ‘98, National Palace of Culture, Sofia
Miha Štrukelj (1973, Ljubljana) vive e lavora a Ljubljana.
Mostre personali selezionate: 2004: DNA – Die Neue Aktionsgalerie, Berlino; 2003: City Gallery, Nova Gorica, Slovenia; 2002: Mala Galerija, Ljubljana; 2001: Ivan Grohar Gallery, Škofja Loka, Slovenia; 2000: Simulaker Gallery, Novo mesto, Slovenia; How Can We Know What Is Real?, P74 Gallery, Ljubljana; 1999: Ars Medica Gallery, Grožnjan/Grisignana, Croazia; Institute Jozef Stefan, Ljubljana; 1998: P74 Gallery, Ljubljana. Mostre collettive selezionate: 2004: Central; Artlab: New Art From Central Europe, Galerie Ernst Hilger, Vienna; Values, 11th Biennial of Visual Arts, Galerija Savremene Umetnosti Pančevo, Pančevo, Serbia & Montenegro; Media In Painting, Cankarjev Dom, Ljubljana; The Balkans: A Crossroad to the Future, Artefiera 2004, Bologna; 2003: Current Moments In Contemporary Slovene Art, Center For Contemporary Art, Podgorica, Serbia & Montenegro; Toxic, Max Protetch Gallery, New York; Blood & Honey. Future`s in the Balkans, Sammlung Essl, Klosterneuburg-Vienna; The Last East European Show, Museum of Contemporary Art, Belgrado, Serbia & Montenegro; Far Away, Eskilstuna Konstmuseum, Eskilstuna, Svezia; Intermedial, A+A Gallery, Venezia; 2002: Vordernberg-Gildewart Foundation, City Gallery, Ljubljana; Eye-Try, Kibela Gallery, Maribor, Slovenia; 2001: Slovene Way, Neon Gallery, Bologna; Space/Ilusion/Desire, Contemporary Art Gallery, Celje, Slovenia; Chaos & Communication, 10. Biennial of the Young Artists of Europe and the Mediterraneo, Sarajevo, Bosnia & Herzegovina; 49° Biennale di Venezia, Venezia (installazione presso un terminal del Vaporetto); 2000: 10 Paintings, KIPP GALLERY-IUP, Indiana PA, USA; 1999: Homo.Sapiens.3000-International Art Festival, Kibela Gallery, Maribor, Slovenia; 1998: Images of Underworld, Postojna Cave, Postojna, Slovenia
Jelena Vasiljev (1976, Zrenjanin - Serbia) vive e lavora a Milano.
Mostre personali: 2003: Essendo così i lupi…(a cura di S. Pirovano),10.2! Dieci.Due!, Milano; Spazio di Serbia e Montenegro, Galleria del Consolato di Serbia e Montenegro, Milano (intervento poetico di Matija Bećković)
Mostre collettive: 2004: Artisti Under 35. PRE – VISIONE per “ARTE APERTA”, 10.2!Dieci.Due!, Milano;
Interlinea (a cura di A. Madesani, A. Dall’Asta), Galleria d’Arte Contemporanea, Cascina Roma, San Donato Milanese (Mi); II Biennale Internazionale di Scultura in pietra di Vicenza (a cura di P. Gallerani), Nuovo Centro Polifunzionale, Zovencedo (VI); Il Sacro (a cura di A. Dall’Asta, S. Pirovano), Galleria San Fedele, Milano; 2003: Ri-specchio (a cura di L. Giudici), 10.2!Dieci.Due!, Milano; Sculture e disegni (a cura di P. Gallerani), Pioltello (Mi); Premio Angelo Tenchio, ex Ticosa, Como; 2002: Salon Primo (a cura di E. Longari), Museo della Permanente, Milano (I premio per la Scultura)
Nella stessa espressione artistica si possono immediatamente percepire le differenze tra la Slovenia, ad esempio, ed altri paesi dei Balcani: il “black humor” adottato da un serbo o da un bosniaco non sarebbe concepito da uno sloveno. Eppure, se vogliamo adottare la teoria che vede nell’artista un “veggente”, i tre artisti qui presenti in mostra - lo sloveno Miha Štrukelj, la serba Jelena Vasiljev e la bulgara Mariela Gemisheva - ci danno il polso di quale sarà l’atteggiamento di questi popoli nel prossimo futuro: lo sguardo criticamente puntato a ovest, una grande consapevolezza e fierezza delle proprie radici, una vigorosa esternazione priva di sovrastrutture. I popoli dei Balcani, che tutto hanno visto, sono pronti a guardare se stessi e gli altri con una lucidità che non possiamo fare a meno di rilevare.
L’artista e fashion designer bulgara Mariela Gemisheva presenta alla Gas Art Gallery la videoinstallazione Fashion Fire, una performance realizzata nel cortile del Fire and Emergency Safety di Sofia.
La sfilata di moda, che inizia come una consueta passerella di modelle, assume via via una nuova connotazione: le indossatrici, con la stessa compostezza con cui hanno sfilato, tradendo appena un accenno di ironica cattiveria, si svelano dei propri abiti per gettarli nel fuoco.
Con questo gesto catartico l’artista focalizza la sua attenzione - e il riferimento è evidente nel sottotitolo del video The nice thing of one decent beauty queen (Il bel gesto di una reginetta di bellezza per bene) - sulla liberalizzazione della Moda dai canoni e dalle regole non scritte che da sempre ne regolano i meccanismi.
Il vestito, nelle intenzioni dell’artista, è solo un presupposto, un codice che deve riuscire a esprimere la personalità individuale, un giusto compromesso tra libertà espressiva e convenzioni sociali: nel momento in cui disattende queste premesse, esso viene privato della sua funzione.
Nella serie di autoritratti Out of Myself l’artista propone essa stessa come soggetto d’arte: non senza un’ironica presa di coscienza delle proprie capacità di trasformismo diventa il testimone delle infinite possibilità che la Moda, intesa nuovamente come reale potenzialità espressiva libera da norme, convenzioni e regole imposte dalla società, concede all’individuo.
Miha Štrukelj presenta una selezione di dipinti, olio su tela, che interpretano le implicazioni tecnologiche del mondo contemporaneo.
I primi lavori, datati 1997 (Selfportrait I e II), sono sorprendenti “autoritratti” del cranio dell’artista ripreso da una lastra radiografica. Attraverso la sua pittura Štrukelj evidenzia come il corpo e la mente di ogni individuo siano costantemente scansiti, trasformati in immagini, mappati e perfino manipolati.
Tra il 1998 e il 2002 realizza dipinti dai cromatismi alterati, le cui ispirazioni spaziano da fonti ecografiche a realtà impresse da sistemi radar o inserite in percorsi ossessivi di videogiochi (Ultrasound, Portrait I, Virtual Cockpit I).
Gli ultimi lavori del 2003 e 2004 (Chernobyl Infinity e The City 5) sottolineano la funzione anestetizzante e persino estetica delle immagini contemporanee mediate dalla e per la comunicazione di massa, e utilizzate per controllare e gestire la realtà, anche nel tentativo di nasconderne la dimensione traumatica.
I soggetti delle opere di Štrukelj, infatti, sono immagini tratte dai media, dal web, dai videogames, trattate, tuttavia, con la gestualità e la lentezza della tradizionale tecnica dell’olio su tela.
Attraverso la bidimensionalità della pittura, Štrukelj fissa le immagini ‘in movimento’ della tecnologia e proietta il fruitore in una dimensione alternativa, a metà tra realtà e finzione.
Radar, monitors, videoschermi colgono la realtà attraverso l’occhio della tecnologia; la pittura di Štrukelj propone una presa di coscienza del ruolo ingannatore e estetizzante della visione scientifica, in tutte le sue accezioni mediatiche.
Jelena Vasiljev presenta un’installazione che prevede circa 60 lupi in gesso, traendo ispirazione da una poesia del poeta serbo Matija Beckovic.
Il lupo, metafora per eccellenza di una violenza inquieta, di un’avidità ferina, diventa, nella moltiplicazione del branco, simbolo dell’individuo annullato dalla collettività, condizione che, invece di assumere i caratteri della salvezza, accomuna tutti in un unico destino crudele e incontrollato di attesa.
L’artista presenta ossessivamente il lupo anche con altri media (disegno, video, fotografia, parola) fino a renderlo motivo insistente di riflessione, espressione artistico - narrativa che racconta, in modo sempre nuovo, il dramma e la poesia di una sorte segnata più dalla natura, che da una libera scelta. Eppure, proprio per contrasto, l’artista sembra voler suggerire e voler credere che sarà ancora l’essere umano, a differenza del lupo, suo lato oscuro, a scegliere la propria esistenza, e non il contrario.
Mariela Gemisheva (1965, Kazanlak – Bulgaria) vive e lavora a Sofia.
Mostre personali e performances*: 2003: Fashion Fire, Fire and Emergency Safety, Sofia*;
2002: Out of Myself, The Municipal Gallery, Sofia; 2001: Out of Season… Out of Fashion, Check Cultural Center, Sofia; 2000: Spring – Summer, Autumn – Winter, Ata Center for Contemporary Art, Sofia;
Surprise, Check Cultural Center, Sofia*; 1999: Out of Season. In Search of New Femininity, Central Market Hall, Sofia*; 1998: My Wedding Dress on the Roof, 6 Shipka Str. Gallery, Sofia*; Dessert, Riviera club, Zlatni Piassaci, Bulgaria*; 1997: Dessert, The Municipal Gallery, Sofia; 1996: Experiment 2, XXL Gallery, Sofia; Photo-Fashion in three days, Ata-ray Gallery, Sofia; 1995: Retro 2018, Hungarian Cultural Institute, Sofia; 1994: Unisex – Summer ’94, La Strada Theater, Sofia; 1993: Summer ’94, The Hungarian Cultural Institute, Sofia; 1992: Glass Flames, The Academy of Applied Arts, Praga.
Mostre collettive: 2004: Privatizations. Contemporary Art from Eastern Europe (The Post-communist Condition) Within Luchezar Boyadjiev's “Freedom (is) for beginners” (a cura di B. Groys), Kunstwerke – Institute for Contemporary Art, Berlino; The Balkans – a Crossroad to the Future, Arte Fiera 2004, Bologna;
2003: Balkan Visions, AR/GE Kunst, Galerie Museum, Bolzano; Blood & Honey/Future’s in the Balkans, The Essl Collections, Vienna; 2002: In Search of Balkania, Neue Galerie, Graz; 1999: Modebus >time scan 1<, Vorplatz Museumsquartier, Vienna; 1998: Erotikon_Golden Needle ‘98, National Palace of Culture, Sofia
Miha Štrukelj (1973, Ljubljana) vive e lavora a Ljubljana.
Mostre personali selezionate: 2004: DNA – Die Neue Aktionsgalerie, Berlino; 2003: City Gallery, Nova Gorica, Slovenia; 2002: Mala Galerija, Ljubljana; 2001: Ivan Grohar Gallery, Škofja Loka, Slovenia; 2000: Simulaker Gallery, Novo mesto, Slovenia; How Can We Know What Is Real?, P74 Gallery, Ljubljana; 1999: Ars Medica Gallery, Grožnjan/Grisignana, Croazia; Institute Jozef Stefan, Ljubljana; 1998: P74 Gallery, Ljubljana. Mostre collettive selezionate: 2004: Central; Artlab: New Art From Central Europe, Galerie Ernst Hilger, Vienna; Values, 11th Biennial of Visual Arts, Galerija Savremene Umetnosti Pančevo, Pančevo, Serbia & Montenegro; Media In Painting, Cankarjev Dom, Ljubljana; The Balkans: A Crossroad to the Future, Artefiera 2004, Bologna; 2003: Current Moments In Contemporary Slovene Art, Center For Contemporary Art, Podgorica, Serbia & Montenegro; Toxic, Max Protetch Gallery, New York; Blood & Honey. Future`s in the Balkans, Sammlung Essl, Klosterneuburg-Vienna; The Last East European Show, Museum of Contemporary Art, Belgrado, Serbia & Montenegro; Far Away, Eskilstuna Konstmuseum, Eskilstuna, Svezia; Intermedial, A+A Gallery, Venezia; 2002: Vordernberg-Gildewart Foundation, City Gallery, Ljubljana; Eye-Try, Kibela Gallery, Maribor, Slovenia; 2001: Slovene Way, Neon Gallery, Bologna; Space/Ilusion/Desire, Contemporary Art Gallery, Celje, Slovenia; Chaos & Communication, 10. Biennial of the Young Artists of Europe and the Mediterraneo, Sarajevo, Bosnia & Herzegovina; 49° Biennale di Venezia, Venezia (installazione presso un terminal del Vaporetto); 2000: 10 Paintings, KIPP GALLERY-IUP, Indiana PA, USA; 1999: Homo.Sapiens.3000-International Art Festival, Kibela Gallery, Maribor, Slovenia; 1998: Images of Underworld, Postojna Cave, Postojna, Slovenia
Jelena Vasiljev (1976, Zrenjanin - Serbia) vive e lavora a Milano.
Mostre personali: 2003: Essendo così i lupi…(a cura di S. Pirovano),10.2! Dieci.Due!, Milano; Spazio di Serbia e Montenegro, Galleria del Consolato di Serbia e Montenegro, Milano (intervento poetico di Matija Bećković)
Mostre collettive: 2004: Artisti Under 35. PRE – VISIONE per “ARTE APERTA”, 10.2!Dieci.Due!, Milano;
Interlinea (a cura di A. Madesani, A. Dall’Asta), Galleria d’Arte Contemporanea, Cascina Roma, San Donato Milanese (Mi); II Biennale Internazionale di Scultura in pietra di Vicenza (a cura di P. Gallerani), Nuovo Centro Polifunzionale, Zovencedo (VI); Il Sacro (a cura di A. Dall’Asta, S. Pirovano), Galleria San Fedele, Milano; 2003: Ri-specchio (a cura di L. Giudici), 10.2!Dieci.Due!, Milano; Sculture e disegni (a cura di P. Gallerani), Pioltello (Mi); Premio Angelo Tenchio, ex Ticosa, Como; 2002: Salon Primo (a cura di E. Longari), Museo della Permanente, Milano (I premio per la Scultura)
23
settembre 2004
Go East!
Dal 23 settembre al 30 ottobre 2004
arte contemporanea
Location
GAS ART GALLERY
Torino, Via Cervino, 16, (Torino)
Torino, Via Cervino, 16, (Torino)
Orario di apertura
Ma-Sa: ore 15.00 – 20.00
Vernissage
23 Settembre 2004, ore 18.30 – 21.00