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Modello e memoria nella scultura italiana dal XVI al XIX secolo
una mostra dedicata a due temi molto affascinanti e poco esplorati della scultura: quello dei modelli preparatori e quello delle memorie, ovvero il momento immediatamente precedente la creazione dell’opera e la testimonianza successiva dell’opera stessa.
Comunicato stampa
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La prima sezione della mostra è dunque dedicata ai bozzetti e ai modelli preparatori, dove nell’immediatezza del primo pensiero, si possono cogliere “in diretta” le varie fasi della creazione artistica che precedono l’opera finita.
Per la prima volta in una galleria privata si è potuto riunire un nucleo significativo di opere inedite in gesso, terracotta, cera, databili dalla metà del cinquecento alla metà del XIX secolo.
Tra le opere esposte si segnala il bozzetto in cera realizzato da Michelangelo Naccherino (Firenze 1550 – Napoli 1622) per una cariatide della fontana di Santa Lucia a Napoli, opera di particolare rarità, in quanto pochi tra i modelli in cera del 500 sono giunti sino a noi, data la fragilità del materiale impiegato. La scultura barocca è rappresentata da numerosi bozzetti e modelli in terracotta. Di Ercole Ferrata (Pellio Inferiore, Como 1610 - Roma 1686), tra i maggiori rappresentanti della scultura barocca romana e collaboratore del Bernini, vengono presentate due terracotte, entrambi modelli per il gruppo raffigurante la Fede nel monumento del cardinale Lelio Falconieri in San Giovanni dei Fiorentini a Roma, particolarmente utili per comprendere l’elaborato processo di avvicinamento all’opera finita Dallo studio del massimo scultore neoclassico, Antonio Canova (Possagno 1757 - Venezia 1822) proviene un inedito modello in gesso per il monumento Stuart in San Pietro a Roma
La seconda sezione della mostra è dedicata alle memorie, alle sculture cioè realizzate in una fase successiva come ricordo o come omaggio. Talvolta queste opere erano realizzate dallo stesso artista, come l’inedita versione in formato ridotto del celebre San Michele Arcangelo che domina Castel Sant’Angelo a Roma, modellato da Peter Anton von Verschaffelt e fuso da Francesco Giardoni nel 1752. La scultura, unica riduzione autografa nota del monumento, fu probabilmente commissionata a Giardoni dalla corte pontificia per poter ammirare in forma privata la celebre opera. La scultura classica, greca e romana, è sempre stata per gli scultori un modello ineguagliato e una fonte inesauribile di studio. Innumerevoli dunque nei secoli gli omaggi e le traduzioni nei più svariati materiali delle opere più celebrate dell’antichità. Di queste memorie dall’antico, la mostra dà ampia documentazione con una serie di opere eseguite tra il XVII e il XIX secolo, dove i più celebri modelli classici (Laocoonte, Marco Aurelio, Venere Medici) sono reinterpretati in marmo, bronzo e porcellana. Completano la mostra una serie di dipinti, disegni e incisioni legati al tema dell’esposizione.
Per la prima volta in una galleria privata si è potuto riunire un nucleo significativo di opere inedite in gesso, terracotta, cera, databili dalla metà del cinquecento alla metà del XIX secolo.
Tra le opere esposte si segnala il bozzetto in cera realizzato da Michelangelo Naccherino (Firenze 1550 – Napoli 1622) per una cariatide della fontana di Santa Lucia a Napoli, opera di particolare rarità, in quanto pochi tra i modelli in cera del 500 sono giunti sino a noi, data la fragilità del materiale impiegato. La scultura barocca è rappresentata da numerosi bozzetti e modelli in terracotta. Di Ercole Ferrata (Pellio Inferiore, Como 1610 - Roma 1686), tra i maggiori rappresentanti della scultura barocca romana e collaboratore del Bernini, vengono presentate due terracotte, entrambi modelli per il gruppo raffigurante la Fede nel monumento del cardinale Lelio Falconieri in San Giovanni dei Fiorentini a Roma, particolarmente utili per comprendere l’elaborato processo di avvicinamento all’opera finita Dallo studio del massimo scultore neoclassico, Antonio Canova (Possagno 1757 - Venezia 1822) proviene un inedito modello in gesso per il monumento Stuart in San Pietro a Roma
La seconda sezione della mostra è dedicata alle memorie, alle sculture cioè realizzate in una fase successiva come ricordo o come omaggio. Talvolta queste opere erano realizzate dallo stesso artista, come l’inedita versione in formato ridotto del celebre San Michele Arcangelo che domina Castel Sant’Angelo a Roma, modellato da Peter Anton von Verschaffelt e fuso da Francesco Giardoni nel 1752. La scultura, unica riduzione autografa nota del monumento, fu probabilmente commissionata a Giardoni dalla corte pontificia per poter ammirare in forma privata la celebre opera. La scultura classica, greca e romana, è sempre stata per gli scultori un modello ineguagliato e una fonte inesauribile di studio. Innumerevoli dunque nei secoli gli omaggi e le traduzioni nei più svariati materiali delle opere più celebrate dell’antichità. Di queste memorie dall’antico, la mostra dà ampia documentazione con una serie di opere eseguite tra il XVII e il XIX secolo, dove i più celebri modelli classici (Laocoonte, Marco Aurelio, Venere Medici) sono reinterpretati in marmo, bronzo e porcellana. Completano la mostra una serie di dipinti, disegni e incisioni legati al tema dell’esposizione.
24
settembre 2004
Modello e memoria nella scultura italiana dal XVI al XIX secolo
Dal 24 settembre al 15 ottobre 2004
arte antica
arte moderna e contemporanea
arte moderna e contemporanea
Location
GALLERIA ANDREA DANINOS
Milano, Via Gioacchino Rossini, 3, (Milano)
Milano, Via Gioacchino Rossini, 3, (Milano)
Orario di apertura
10 – 13 15.30 - 19.30
Domenica e Lunedì mattina chiuso