Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Ali Assaf – Saluti da Baghdad
La ricerca di Ali Assaf, artista multimediale, negli ultimi anni si è concentrata
sull’indagare le stesse ragioni del suo essere Iracheno in Italia. Nel 1974 Ali si trasferiva a Roma per frequentare l’Accademia di Belle Arti.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Nel
1974
Ali si trasferiva a Roma per frequentare l'Accademia di Belle Arti, trovandosi
a confrontare - dietro l'apparente amichevolezza dell'Italia - la situazione
dell'immigrazione "extracomunitaria" quando il fenomeno non era ancora
esploso
nel nostro paese, né era - per così dire - di moda. Questo filo sotterraneo,
questo "problema" che non osava dire il proprio nome, né era forse evidente
nel suo primo lavoro è venuto al proscenio negli ultimi anni, attraverso
lavori come la recente performance "diaspora"(2004) e il lavoro fotografico
"quell'oscuro oggetto del desiderio"(2003), in cui Assaf indaga i perché
dell'essere in Italia per uomini e donne immigrati che lui intervista -
ricevendone
risposte le più varie, dalla disimpegnata e sorridente "perchè qui le donne
sono più facili" sino al dolente "lasciami in pace" di chi trova troppo
penoso
anche il riflettere sulla domanda di uno sconosciuto. A Nuova Icona Assaf
espone la serie "Saluti da Baghdad", lavori fotografici manipolati al computer.
Diverse persone sono state richieste di mandare dalla capitale irachena
un
messaggio a parenti ed amici lontani. Come negli studi fotografici dell'800,
in cui il personaggio ritratto "posava" sullo sfondo di una celebre veduta,
così i personaggi di Assaf ci sorridono davanti a campi petroliferi in
fiamme,
o apparentemente indifferenti al crollo della statua di Saddam Hussein
che
sta precipitando alle loro spalle. Benché l'immagine presenti personaggi
sorridenti che guardano diritto avanti a sè, i messaggi verbali da loro
inviati
sono pieni di pessimismo e di ansia per il futuro, più in tono con il fondale.
Temi di guerra e speranze di pace - nell'artista che riflette sul proprio
paese d'origine rivolgendovi lo sguardo dal paese d'adozione - che come
tutto
l'Occidente ha imparato ad esportare le proprie tensioni in altre, distanti,
realtà. (v.u.)
Ali Assaf (Bassora, Iraq, 1950) vive e lavora a Roma. Fra i più innovativi
e sperimentali artisti iracheni già dalla fine degli anni '70, le sue opere
- fotografia, installazione, performance - sono state presentate in diversi
musei e gallerie in Europa e nei Paesi Arabi.
La mostra di Ali Assaf è prodotta con il sostegno del Ministero della Cultura
dell'Iraq.
"by//pass" e' il titolo di una rassegna di quattro mostre che si occupano,
in modi e misura diversa, delle "terre di tensione" nel mondo, con particolare
attenzione alle nuove e vecchie realta' mediorientali ulteriormente agitate
dalla corrente crisi irachena, dell'identita' delle popolazioni in contraddizione
tra il desiderio di un ritorno a radici culturali e religiose ed il bisogno
di una nuova - e autonoma - definizione. Emily Jacir ha inaugurato il ciclo;
a seguire le personali di Melih Gorgun, Alì Assaf e Carel Moisewitsch...
L'intera
iniziativa è prodotta da Nuova Icona in collaborazione con il Centro Pace
del Comune di Venezia.
1974
Ali si trasferiva a Roma per frequentare l'Accademia di Belle Arti, trovandosi
a confrontare - dietro l'apparente amichevolezza dell'Italia - la situazione
dell'immigrazione "extracomunitaria" quando il fenomeno non era ancora
esploso
nel nostro paese, né era - per così dire - di moda. Questo filo sotterraneo,
questo "problema" che non osava dire il proprio nome, né era forse evidente
nel suo primo lavoro è venuto al proscenio negli ultimi anni, attraverso
lavori come la recente performance "diaspora"(2004) e il lavoro fotografico
"quell'oscuro oggetto del desiderio"(2003), in cui Assaf indaga i perché
dell'essere in Italia per uomini e donne immigrati che lui intervista -
ricevendone
risposte le più varie, dalla disimpegnata e sorridente "perchè qui le donne
sono più facili" sino al dolente "lasciami in pace" di chi trova troppo
penoso
anche il riflettere sulla domanda di uno sconosciuto. A Nuova Icona Assaf
espone la serie "Saluti da Baghdad", lavori fotografici manipolati al computer.
Diverse persone sono state richieste di mandare dalla capitale irachena
un
messaggio a parenti ed amici lontani. Come negli studi fotografici dell'800,
in cui il personaggio ritratto "posava" sullo sfondo di una celebre veduta,
così i personaggi di Assaf ci sorridono davanti a campi petroliferi in
fiamme,
o apparentemente indifferenti al crollo della statua di Saddam Hussein
che
sta precipitando alle loro spalle. Benché l'immagine presenti personaggi
sorridenti che guardano diritto avanti a sè, i messaggi verbali da loro
inviati
sono pieni di pessimismo e di ansia per il futuro, più in tono con il fondale.
Temi di guerra e speranze di pace - nell'artista che riflette sul proprio
paese d'origine rivolgendovi lo sguardo dal paese d'adozione - che come
tutto
l'Occidente ha imparato ad esportare le proprie tensioni in altre, distanti,
realtà. (v.u.)
Ali Assaf (Bassora, Iraq, 1950) vive e lavora a Roma. Fra i più innovativi
e sperimentali artisti iracheni già dalla fine degli anni '70, le sue opere
- fotografia, installazione, performance - sono state presentate in diversi
musei e gallerie in Europa e nei Paesi Arabi.
La mostra di Ali Assaf è prodotta con il sostegno del Ministero della Cultura
dell'Iraq.
"by//pass" e' il titolo di una rassegna di quattro mostre che si occupano,
in modi e misura diversa, delle "terre di tensione" nel mondo, con particolare
attenzione alle nuove e vecchie realta' mediorientali ulteriormente agitate
dalla corrente crisi irachena, dell'identita' delle popolazioni in contraddizione
tra il desiderio di un ritorno a radici culturali e religiose ed il bisogno
di una nuova - e autonoma - definizione. Emily Jacir ha inaugurato il ciclo;
a seguire le personali di Melih Gorgun, Alì Assaf e Carel Moisewitsch...
L'intera
iniziativa è prodotta da Nuova Icona in collaborazione con il Centro Pace
del Comune di Venezia.
04
settembre 2004
Ali Assaf – Saluti da Baghdad
Dal 04 al 29 settembre 2004
arte contemporanea
Location
NUOVA ICONA
Venezia, Giudecca, 454, (Venezia)
Venezia, Giudecca, 454, (Venezia)
Orario di apertura
da giovedì a domenica ore 16 / 20
Vernissage
4 Settembre 2004, ore 19
Curatore