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Ismael Mundaray – Progetto Orinoco
Per Ismael Mundaray (1952 Caripito, Estrado Monagas, Venezuela) la creazione plastica è una riflessione sulla sua esperienza, come uomo e come artista; è uno strumento di conoscenza e di comunicazione.
Comunicato stampa
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Senza limitarsi a "documentare" un frammento della natura, né lo spazio vitale di una comunità indigena, né tanto meno pretendendo di presentare una pittura narrativa, lavora le sue "serie" come strutture pittoriche nello stesso tempo soddisfacenti ed efficaci in termini visuali, cosi come tematicamente intelligibili.
Ismael Mundaray è in permanente dialogo con i temi che formano ogni sua esposizione. Ogni serie è un tema consolidato. Da un espressionismo astratto, a volte selvaggio, si muove, senza affrettarsi né con artificialismi, verso una pittura che senza modificare la coesione tra i differenti stadi, nella sua proposta visuale è diventata più calma, più lirica, senza perdere il dinamismo e la stabilità che caratterizza tutta la sua produzione. Egli parte da una esperienza umana. L'artista pratica una specie di osmosi tra ciò che riceve dalla sua cultura contemporanea occidentale ed il suo interesse e riflessione sull'altra che oltre ad essere parte del suo più lontano sostrato culturale indigeno e popolare, gli proporziona nel presente, un pretesto per esercitare la sua libertà creativa. Al margine di tutto questo ci sono i suoi studi in ingegneria geodetica, esperienza di conoscenze pratiche che egli applica alla realizzazione delle sue opere pittoriche.
Dai Yanomamis è passato ai Wuaraos, da lì ai Wabanoko, uno sguardo indagatore sul habitat di comunità indigene che ancora esistono in Venezuela. Riflessioni sulle loro abitazioni, sui fiumi che le circondano, sulla speciale condizione degli uomini che vi vivono, sul loro disinvolto calore umano, sulla mano amorosa che afferra la vita con un gesto di immortalità. La sua vita è stata segnata dal cammino, elementare in un primo momento, significativo successivamente nella coscienza e nella disposizione creativa.
La sua nuova serie "Orinoco" mira alla rottura tra l'intellettuale ed il sensoriale; ossia tra il suo conoscimento intellettuale e la sua esperienza sensoriale del tema, espresso in un contesto sensibile. "Orinoco" è una sintesi del lavoro anteriore, oltre ad una articolazione con quello che verrà dopo. È un presente con premonizione di futuro. Attraverso un linguaggio pittorico e semantico, Mundaray introduce lo spettatore in un universo esteticamente raffinato e sottile. Le stilizzazioni e la geometrizzazione delle canoe, degli alberi, dei fiumi, degli strumenti musicali, delle case, si trasformano in sequenze di ritmo, di forme e di colori. Il delicato disegno degli elementi menzionati oggetto del suo interesse plastico, che forma la superficie pittorica, non è dirompente. In modo contundente contiene e sostiene la struttura, nella quale una visione zenitale mostra una chiara assenza delle ombre e di prospettive tradizionali.
Ismael Mundaray è in permanente dialogo con i temi che formano ogni sua esposizione. Ogni serie è un tema consolidato. Da un espressionismo astratto, a volte selvaggio, si muove, senza affrettarsi né con artificialismi, verso una pittura che senza modificare la coesione tra i differenti stadi, nella sua proposta visuale è diventata più calma, più lirica, senza perdere il dinamismo e la stabilità che caratterizza tutta la sua produzione. Egli parte da una esperienza umana. L'artista pratica una specie di osmosi tra ciò che riceve dalla sua cultura contemporanea occidentale ed il suo interesse e riflessione sull'altra che oltre ad essere parte del suo più lontano sostrato culturale indigeno e popolare, gli proporziona nel presente, un pretesto per esercitare la sua libertà creativa. Al margine di tutto questo ci sono i suoi studi in ingegneria geodetica, esperienza di conoscenze pratiche che egli applica alla realizzazione delle sue opere pittoriche.
Dai Yanomamis è passato ai Wuaraos, da lì ai Wabanoko, uno sguardo indagatore sul habitat di comunità indigene che ancora esistono in Venezuela. Riflessioni sulle loro abitazioni, sui fiumi che le circondano, sulla speciale condizione degli uomini che vi vivono, sul loro disinvolto calore umano, sulla mano amorosa che afferra la vita con un gesto di immortalità. La sua vita è stata segnata dal cammino, elementare in un primo momento, significativo successivamente nella coscienza e nella disposizione creativa.
La sua nuova serie "Orinoco" mira alla rottura tra l'intellettuale ed il sensoriale; ossia tra il suo conoscimento intellettuale e la sua esperienza sensoriale del tema, espresso in un contesto sensibile. "Orinoco" è una sintesi del lavoro anteriore, oltre ad una articolazione con quello che verrà dopo. È un presente con premonizione di futuro. Attraverso un linguaggio pittorico e semantico, Mundaray introduce lo spettatore in un universo esteticamente raffinato e sottile. Le stilizzazioni e la geometrizzazione delle canoe, degli alberi, dei fiumi, degli strumenti musicali, delle case, si trasformano in sequenze di ritmo, di forme e di colori. Il delicato disegno degli elementi menzionati oggetto del suo interesse plastico, che forma la superficie pittorica, non è dirompente. In modo contundente contiene e sostiene la struttura, nella quale una visione zenitale mostra una chiara assenza delle ombre e di prospettive tradizionali.
05
luglio 2004
Ismael Mundaray – Progetto Orinoco
Dal 05 al 28 luglio 2004
arte contemporanea
Location
IILA – ISTITUTO ITALO-LATINO AMERICANO
Roma, Via Giovanni Paisiello, 24, (Roma)
Roma, Via Giovanni Paisiello, 24, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 11.00 alle ore 19.00 - Chiuso Domenica
Vernissage
5 Luglio 2004, ore 19.00
Curatore