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Giacomo Bonciolini – Quella Volta a Milano
Sono larve, con una consistenza materica gommosa un po’ respingenti al primo impatto, a causa del loro aspetto, che sta, appunto, tra quello di una larva e di una marmitta di automobile, ma anche di uno stomaco, di colore nero fuligginoso
Comunicato stampa
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E come uno stomaco borbottano le larve che Giacomo Bonciolini ama disseminare in situazioni di ordinaria normalità, da una cucina a una sala d'aspetto, dove ci aiutano, inquietanti, ad attendere che il tempo passi. Ma le incontriamo anche nel verde, dove riassumono una dimensione più consueta, più umana direi. In questo contesto la eventuale sorpresa negativa dura ancora meno, perché le larve parlano, anzi ci parlano, con una musica sommessa. Parlano proprio a noi, ci cantano una canzone che ci spinge ad avvicinarci, a tendere l'orecchio e a lasciarci incantare. Viene voglia di coccolarle, le larve di Giacomo. Che siano larve di sirena?
Giovanni Bai
_Quella volta a Milano
Un giorno a Milano in piazza del Duomo, notai una ragazza in piedi. Si trovava circa a metà strada fra la facciata del duomo e la statua equestre di Vittorio Emanuele. Aveva in mano il suo telefonino e lo guardava intensamente tenendolo davanti al viso all'altezza del petto. Era completamente concentrata nello scambio di SMS che stava facendo. Non so con chi fosse in contatto, ma era completamente estraniata dal contesto in cui si trovava. Completamente assorta nella lettura e scrittura dei messaggi, del tutto incurante ed estranea a quello che le succedeva intorno. Questa situazione è durata un tempo molto lungo, circa dieci, forse quindici minuti. La ragazza in piedi, nel centro della piazza, completamente assente. Una situazione interessante. E' strano vedere come i telefonini e gli SMS assorbano talvolta tutta la nostra attenzione.
Le sculture-larva poste in ambiente ricordano questa situazione: cosi assorte così prese nel loro lavoro, così concentrate da non accorgersi di quello che gli accade intorno.
Per questa installazione alla Casa di Tolleranza ho preparato alcune di queste sculture sonore e una serie di fotografie. Le sculture, simili appunto a larve o insetti, saranno integrate nell'ambiente della galleria: sui mobili, sul tappeto o anche appese al soffitto, come piccole entità domestiche/animali da compagnia, la cui presenza è consueta e del tutto naturale. Anche nelle foto, realizzate all'aperto: in campagna, in una sala d'aspetto della stazione ferroviaria, o in altre situazioni ordinarie della vita di tutti i giorni, la presenza di queste sculture/esseri è scontata e del tutto naturale.
Penso che per me questi lavori siano forse una metafora traslata della vita di tutti i giorni, dove le azioni più stupide e sciocche e anche le peggiori violenze, sono spesso la norma e passano perlopiù inosservate, anzi sono spesso acclamate e difese. Non trovo al momento altra spiegazione, credo che quello che mi spinge a realizzare questo tipo di installazioni sia la percezione della loro potente metaforica rappresentazione.
Giacomo Bonciolini
Giovanni Bai
_Quella volta a Milano
Un giorno a Milano in piazza del Duomo, notai una ragazza in piedi. Si trovava circa a metà strada fra la facciata del duomo e la statua equestre di Vittorio Emanuele. Aveva in mano il suo telefonino e lo guardava intensamente tenendolo davanti al viso all'altezza del petto. Era completamente concentrata nello scambio di SMS che stava facendo. Non so con chi fosse in contatto, ma era completamente estraniata dal contesto in cui si trovava. Completamente assorta nella lettura e scrittura dei messaggi, del tutto incurante ed estranea a quello che le succedeva intorno. Questa situazione è durata un tempo molto lungo, circa dieci, forse quindici minuti. La ragazza in piedi, nel centro della piazza, completamente assente. Una situazione interessante. E' strano vedere come i telefonini e gli SMS assorbano talvolta tutta la nostra attenzione.
Le sculture-larva poste in ambiente ricordano questa situazione: cosi assorte così prese nel loro lavoro, così concentrate da non accorgersi di quello che gli accade intorno.
Per questa installazione alla Casa di Tolleranza ho preparato alcune di queste sculture sonore e una serie di fotografie. Le sculture, simili appunto a larve o insetti, saranno integrate nell'ambiente della galleria: sui mobili, sul tappeto o anche appese al soffitto, come piccole entità domestiche/animali da compagnia, la cui presenza è consueta e del tutto naturale. Anche nelle foto, realizzate all'aperto: in campagna, in una sala d'aspetto della stazione ferroviaria, o in altre situazioni ordinarie della vita di tutti i giorni, la presenza di queste sculture/esseri è scontata e del tutto naturale.
Penso che per me questi lavori siano forse una metafora traslata della vita di tutti i giorni, dove le azioni più stupide e sciocche e anche le peggiori violenze, sono spesso la norma e passano perlopiù inosservate, anzi sono spesso acclamate e difese. Non trovo al momento altra spiegazione, credo che quello che mi spinge a realizzare questo tipo di installazioni sia la percezione della loro potente metaforica rappresentazione.
Giacomo Bonciolini
03
luglio 2004
Giacomo Bonciolini – Quella Volta a Milano
Dal 03 luglio al 26 settembre 2004
arte contemporanea
Location
CASA DI TOLLERANZA
Milano, Via Francesco Ingegnoli, 17, (Milano)
Milano, Via Francesco Ingegnoli, 17, (Milano)
Orario di apertura
solo su appuntamento 02.2610360
Vernissage
3 Luglio 2004, 18.30 - 21.00
Curatore