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Mario De Biasi – La Sardegna, il Mondo
La mostra si compone di oltre 150 fotografie, di cui 135 mirabili vintage prints stampati dallo stesso Maestro, ed offre al pubblico una completa rassegna dei suoi più celebri capolavori accanto a molte immagini inedite, insieme con libri, riviste d’epoca, documenti originali e lettere autografe.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Venerdì 2 luglio, alle ore 18, si inaugura al Centro Comunale d'Arte e Cultura Il Ghetto, via Santa Croce 18, a Cagliari, una grande mostra antologica dedicata a Mario De Biasi, intitolata: Mario De Biasi - la Sardegna, il Mondo. E presente all'inaugurazione sarà proprio il grande fotografo, oggi ottantunenne, insieme al Sindaco di Cagliari Emilio Floris, all'Assessore alla Cultura del Comune di Cagliari Giorgio Pellegrini e al curatore della mostra Paolo Morello.
La mostra si compone di oltre 150 fotografie, di cui 135 mirabili vintage prints stampati dallo stesso Maestro, ed offre al pubblico una completa rassegna dei suoi più celebri capolavori accanto a molte immagini inedite, insieme con libri, riviste d'epoca, documenti originali e lettere autografe.
Comprende inoltre una speciale sezione di fotografie dedicate alla Sardegna, realizzate da Mario De Biasi nel 1955-56.
L'esposizione è curata da Paolo Morello, professore di Storia della Fotografia allo Iuav-Università di Venezia e organizzata dall'Istituto Superiore per la Storia della Fotografia e dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Cagliari, in collaborazione con Leica.
Un mito, una leggenda vivente. Per nessun altro fotografo italiano, quanto per Mario De Biasi, questi epiteti possono dirsi appropriati. Sin dai suoi primissimi scatti, apparve chiaro che le fotografie di De Basi erano il frutto di una determinazione insolita, inarrestabile; di privazioni, di sacrifici indicibili. Di un occhio che, non potendosi permettere il lusso di sprecare pellicole e carta, di necessità s'era fatto conciso, netto, tagliente. Divenuto reporter di "Epoca", per più di trent'anni avrebbe girato il mondo, fotografando le situazioni più disparate, dai drammatici fatti di Budapest al disegno di una corteccia, senza venire mai meno ai principî del suo "saper vedere": rapido nel guadagnare il punto divista migliore, lucido nell'inquadrare, preciso nel mettere a fuoco. E vigile, sempre. Di un coraggio leonino, ed arciconvinto nel dire che mai nulla è impossibile. Capace di trarre dal dettaglio più insignificante un mondo meraviglioso. Perché, per Mario De Biasi, un fotografo è chi riesce a vedere quello che è sotto gli occhi di tutti, ogni giorno. (Paolo Morello)
BIOGRAFIA
Mario De Biasi nasce a Sois (Belluno) nel 1923. Inizia a fotografare nel 1945 in Germania, dove era stato deportato durante la seconda Guerra Mondiale. Rientrato in Italia, frequenta per alcuni mesi il Circolo Fotografico Milanese, dove organizza la sua prima esposizione nel dicembre del 1948. Nella primavera del 1953 viene assunto come fotografo nella redazione di "Epoca", dove resterà per oltre trent'anni. Sotto la direzione di Enzo Biagi prima, poi di Nando Sampietro, realizza i suoi più famosi réportages, da quello sui fatti di Budapest, nel 1956, a quelli sull'eruzione dell'Etna, nel 1964, su padre Greggio, nel 1965, sui funerali di Jan Palach, a Praga, nel 1968, sugli astronauti dell'Apollo 11, nel 1969, sul Giappone, nel 1970, sulla fame in Etiopia e sulla guerra in Israele, nel 1973, sulla festa di Chichicastenango, in Guatemala, nel 1972 e nel 1973. In oltre cinquant'anni di attività, De Biasi è stato insignito di numerosi premi internazionali, tra i quali l'Erich Salomon Preis, a Colonia nel 1964, il premio Saint Vincent per il giornalismo, nel 1982, e un premio alla carriera al Festival di Arles, nel 1994. Tra le innumerevoli mostre, una speciale menzione meritano la personale organizzata a Colonia, nel 1972, e la partecipazione alla mostra The Italian Metamorphosis, al Solomon Guggenheim Museum di New York,nel 1994. È autore di oltre sessanta libri fotografici, tra i quali: La Donnina di Milano, Milano 1967; Cantico delle cose di papa Giovanni, Milano 1968; Finlandia,Helsinki 1969; Uomo, Bologna 1972; L'orto delle bambole, Matera 1977; Il terzo occhio sulla natura, Veniano (Como) 1979; Il romanzo del legno, Udine 1987. Una cospicua raccolta delle sue fotografie realizzate in Sardegna è stata pubblicata, con il titolo Viaggio dentro l'isola, dalla Casa Editrice Ilisso,Nuoro, nel 2002.
IL LIBRO
Terzo numero della collana "Maestri della fotografia italiana del Novecento", il volume presenta una completa antologia delle opere di Mario De Biasi, racccogliendo insieme con i suoi più celebri capolavori dal Sagrato del Duomo, del 1951, ai réportages su New York, 1955, sui fatti di Budapest, 1956, sulla festa di Chichicastenango, in Guatemala, 1972-1973 molte immagini inedite, stupende testimonianze del genio di uno dei massimi protagonisti del fotogiornalismo italiano del secondo Novecento. Realizzato con straordinaria qualità tipografica da Martino Mardersteig, Stamperia Valdonega, Verona, il volume include un saggio di Paolo Morello, che, sulla base di lettere e di documenti inediti, offre una lettura rigorosa ed originale dell'opera di De Biasi.
La mostra si compone di oltre 150 fotografie, di cui 135 mirabili vintage prints stampati dallo stesso Maestro, ed offre al pubblico una completa rassegna dei suoi più celebri capolavori accanto a molte immagini inedite, insieme con libri, riviste d'epoca, documenti originali e lettere autografe.
Comprende inoltre una speciale sezione di fotografie dedicate alla Sardegna, realizzate da Mario De Biasi nel 1955-56.
L'esposizione è curata da Paolo Morello, professore di Storia della Fotografia allo Iuav-Università di Venezia e organizzata dall'Istituto Superiore per la Storia della Fotografia e dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Cagliari, in collaborazione con Leica.
Un mito, una leggenda vivente. Per nessun altro fotografo italiano, quanto per Mario De Biasi, questi epiteti possono dirsi appropriati. Sin dai suoi primissimi scatti, apparve chiaro che le fotografie di De Basi erano il frutto di una determinazione insolita, inarrestabile; di privazioni, di sacrifici indicibili. Di un occhio che, non potendosi permettere il lusso di sprecare pellicole e carta, di necessità s'era fatto conciso, netto, tagliente. Divenuto reporter di "Epoca", per più di trent'anni avrebbe girato il mondo, fotografando le situazioni più disparate, dai drammatici fatti di Budapest al disegno di una corteccia, senza venire mai meno ai principî del suo "saper vedere": rapido nel guadagnare il punto divista migliore, lucido nell'inquadrare, preciso nel mettere a fuoco. E vigile, sempre. Di un coraggio leonino, ed arciconvinto nel dire che mai nulla è impossibile. Capace di trarre dal dettaglio più insignificante un mondo meraviglioso. Perché, per Mario De Biasi, un fotografo è chi riesce a vedere quello che è sotto gli occhi di tutti, ogni giorno. (Paolo Morello)
BIOGRAFIA
Mario De Biasi nasce a Sois (Belluno) nel 1923. Inizia a fotografare nel 1945 in Germania, dove era stato deportato durante la seconda Guerra Mondiale. Rientrato in Italia, frequenta per alcuni mesi il Circolo Fotografico Milanese, dove organizza la sua prima esposizione nel dicembre del 1948. Nella primavera del 1953 viene assunto come fotografo nella redazione di "Epoca", dove resterà per oltre trent'anni. Sotto la direzione di Enzo Biagi prima, poi di Nando Sampietro, realizza i suoi più famosi réportages, da quello sui fatti di Budapest, nel 1956, a quelli sull'eruzione dell'Etna, nel 1964, su padre Greggio, nel 1965, sui funerali di Jan Palach, a Praga, nel 1968, sugli astronauti dell'Apollo 11, nel 1969, sul Giappone, nel 1970, sulla fame in Etiopia e sulla guerra in Israele, nel 1973, sulla festa di Chichicastenango, in Guatemala, nel 1972 e nel 1973. In oltre cinquant'anni di attività, De Biasi è stato insignito di numerosi premi internazionali, tra i quali l'Erich Salomon Preis, a Colonia nel 1964, il premio Saint Vincent per il giornalismo, nel 1982, e un premio alla carriera al Festival di Arles, nel 1994. Tra le innumerevoli mostre, una speciale menzione meritano la personale organizzata a Colonia, nel 1972, e la partecipazione alla mostra The Italian Metamorphosis, al Solomon Guggenheim Museum di New York,nel 1994. È autore di oltre sessanta libri fotografici, tra i quali: La Donnina di Milano, Milano 1967; Cantico delle cose di papa Giovanni, Milano 1968; Finlandia,Helsinki 1969; Uomo, Bologna 1972; L'orto delle bambole, Matera 1977; Il terzo occhio sulla natura, Veniano (Como) 1979; Il romanzo del legno, Udine 1987. Una cospicua raccolta delle sue fotografie realizzate in Sardegna è stata pubblicata, con il titolo Viaggio dentro l'isola, dalla Casa Editrice Ilisso,Nuoro, nel 2002.
IL LIBRO
Terzo numero della collana "Maestri della fotografia italiana del Novecento", il volume presenta una completa antologia delle opere di Mario De Biasi, racccogliendo insieme con i suoi più celebri capolavori dal Sagrato del Duomo, del 1951, ai réportages su New York, 1955, sui fatti di Budapest, 1956, sulla festa di Chichicastenango, in Guatemala, 1972-1973 molte immagini inedite, stupende testimonianze del genio di uno dei massimi protagonisti del fotogiornalismo italiano del secondo Novecento. Realizzato con straordinaria qualità tipografica da Martino Mardersteig, Stamperia Valdonega, Verona, il volume include un saggio di Paolo Morello, che, sulla base di lettere e di documenti inediti, offre una lettura rigorosa ed originale dell'opera di De Biasi.
02
luglio 2004
Mario De Biasi – La Sardegna, il Mondo
Dal 02 luglio al 24 ottobre 2004
fotografia
Location
IL GHETTO
Cagliari, Via Santa Croce, 18, (Cagliari)
Cagliari, Via Santa Croce, 18, (Cagliari)
Biglietti
interi 4 ridotti: 3
Orario di apertura
tutti i giorni (escluso il lunedì) dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 22
Vernissage
2 Luglio 2004, ore 18
Curatore