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Daniela Benedetti
Nei miei lavori il gesto ha una sua forte identità, una sua consapevolezza di esistere; forse è proprio questo gesto che muove tutti gli elementi che strutturano l’immagine.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Per tutto il 2004 il Comune di Cerreto Laziale (RM) ospiterà presso la Galleria d’Arte Moderna mostre personali di pittura, scultura, design e fotografia, a cura di Adelinda Allegretti, coinvolgendo le scuole dell’obbligo locali, avviando in tal modo un progetto didattico destinato ad avvicinare bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie all’arte contemporanea. Ciascuno degli artisti selezionati incontrerà per un’intera mattinata un gruppo di allievi, spiegando loro la tecnica di esecuzione dei lavori esposti e l’evoluzione ed il punto di arrivo della propria ricerca. Né una conferenza né un workshop, quindi, ma una chiacchierata informale che, l’amministrazione comunale e gli organizzatori ne sono certi, sarà in grado di far nascere nel giovane pubblico l’amore e la passione per l’arte. Alla fine di ogni incontro i ragazzi saranno invitati a realizzare un lavoro, letterario o artistico a seconda dei casi, ispirato ai lavori esposti.
Inoltre ciascun artista, donando un’opera al costituendo Museo Comunale d’Arte Contemporanea, contribuirà a fare di Cerreto Laziale -posto tra Tivoli e Subiaco- un importante crocevia per quanti amano l’arte nelle sue più complesse sfaccettature.
Nei miei lavori il gesto ha una sua forte identità, una sua consapevolezza di esistere; forse è proprio questo gesto che muove tutti gli elementi che strutturano l'immagine.
È un gesto istintivo il mio, nervoso, libero; libero di muoversi e di agire nello spazio; forte e deciso, scavato nel legno (in alcuni lavori), costruito attraverso la materia.
La rappresentazione viene lasciata da parte ed il suo posto lo prende la gestualità, con la sua precarietà, quasi non si possedesse più alcuna certezza se non quanto gestito dall'irrazionale.
La superficie non è altro che "un’area di libertà", così la definiva Piero Manzoni, un'area in cui imprimere le proprie emozioni, dove far riflettere la precarietà e l'incertezza, quanto la durata e l'immensità, far scivolare nella superficie le pluralità del mondo.
Terreno di esplorazione, a volte di contraddizioni; lo spazio come luogo di ricerca e di scoperta delle nostre immagini prime, ma anche come luogo di forti incoerenze e di piccole certezze che si frantumano di fronte a nuove sperimentazioni e linguaggi.
La linea, parte di uno spazio, diventa lo spazio stesso: lo crea, lo modifica, lo stravolge secondo le sue esigenze di comunicazione.
La linea si fa protagonista e tramite del mio pensiero; con la linea si costruisce un corpo, una figura geometrica; la linea crea armonia di forme e colori; si immerge nel tutto, come tutto ciò che è indefinibile, senza forma e senza limiti: è la materia, lo spazio, la linea diventa il tutto.
La superficie come terreno di battaglie inconsce, luogo dove scoprirsi o meglio un'area autentica ancora da esplorare.
La tela come un'arena, così la definiva Pollock, un'arena in cui agire, in cui manifestare i propri stati d'animo, le proprie sensazioni, le proprie emozioni.
Daniela Benedetti
Inoltre ciascun artista, donando un’opera al costituendo Museo Comunale d’Arte Contemporanea, contribuirà a fare di Cerreto Laziale -posto tra Tivoli e Subiaco- un importante crocevia per quanti amano l’arte nelle sue più complesse sfaccettature.
Nei miei lavori il gesto ha una sua forte identità, una sua consapevolezza di esistere; forse è proprio questo gesto che muove tutti gli elementi che strutturano l'immagine.
È un gesto istintivo il mio, nervoso, libero; libero di muoversi e di agire nello spazio; forte e deciso, scavato nel legno (in alcuni lavori), costruito attraverso la materia.
La rappresentazione viene lasciata da parte ed il suo posto lo prende la gestualità, con la sua precarietà, quasi non si possedesse più alcuna certezza se non quanto gestito dall'irrazionale.
La superficie non è altro che "un’area di libertà", così la definiva Piero Manzoni, un'area in cui imprimere le proprie emozioni, dove far riflettere la precarietà e l'incertezza, quanto la durata e l'immensità, far scivolare nella superficie le pluralità del mondo.
Terreno di esplorazione, a volte di contraddizioni; lo spazio come luogo di ricerca e di scoperta delle nostre immagini prime, ma anche come luogo di forti incoerenze e di piccole certezze che si frantumano di fronte a nuove sperimentazioni e linguaggi.
La linea, parte di uno spazio, diventa lo spazio stesso: lo crea, lo modifica, lo stravolge secondo le sue esigenze di comunicazione.
La linea si fa protagonista e tramite del mio pensiero; con la linea si costruisce un corpo, una figura geometrica; la linea crea armonia di forme e colori; si immerge nel tutto, come tutto ciò che è indefinibile, senza forma e senza limiti: è la materia, lo spazio, la linea diventa il tutto.
La superficie come terreno di battaglie inconsce, luogo dove scoprirsi o meglio un'area autentica ancora da esplorare.
La tela come un'arena, così la definiva Pollock, un'arena in cui agire, in cui manifestare i propri stati d'animo, le proprie sensazioni, le proprie emozioni.
Daniela Benedetti
20
giugno 2004
Daniela Benedetti
Dal 20 al 27 giugno 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA COMUNALE D’ARTE MODERNA
Cerreto Laziale, Piazza Guglielmo Marconi, 12, (Roma)
Cerreto Laziale, Piazza Guglielmo Marconi, 12, (Roma)
Orario di apertura
15,30-19
Vernissage
20 Giugno 2004, alle ore 18. Sarà presente l’Artista
Autore
Curatore