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Federico Fedeli – Electro Behaviour
I suoi digital painting si ispirano alle opere di alcuni esponenti dell’arte digitale contemporanea: dai panorami elettronici di Stanley ai videoclip di Chris Cunningham e alla musica elettronica, dall’esperienza della Video Art ai lavori già classici di Schifano.
Comunicato stampa
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Uno dei maggiori meriti dell’arte digitale contemporanea è aver aggiornato e sviluppato l’opera delle avanguardie artistiche del Novecento.
Queste avanguardie hanno ricercato, attraverso il linguaggio astratto, nuove forme espressive più coerenti con lo spirito della loro epoca.
Il lavoro di Federico Fedeli si colloca in questo ambito.
I suoi digital painting si ispirano alle opere di alcuni esponenti dell’arte digitale contemporanea: dai panorami elettronici di Stanley ai videoclip di Chris Cunningham e alla musica elettronica, dall’esperienza della Video Art ai lavori già classici di Schifano.
Ma nella riflessione artistica di Fedeli si legge anche l’apporto rivoluzionario delle avanguardie storiche: la conquista definitiva del linguaggio astratto, per rappresentare in modo diretto e immediato la nostra vita interiore, sia individuale che collettiva.
Nella nostra storia, abbiamo trasformato ogni innovazione tecnica in una seconda natura. Abbiamo imparato a pensare in una logica alfabetica. Abbiamo interiorizzato la categoria percettiva della velocità. Abbiamo sviluppato la psicologia telefonica, quella cinematografica e quella televisiva. Oggi è l’elettronica che diventa parte della nostra seconda natura: stiamo sviluppando il lato elettronico dell’essere umano: della sua percezione, della sua psicologia, della sua cultura.
Ma qual è il significato di questa rivoluzione silenziosa e inesorabile? Dove ci sta portando?Da questi interrogativi prendono spunto le opere di Fedeli. La sua arte elettronica astratta studia questa rivoluzione inesorabile e silenziosa che sta avvenendo nella vita interiore dell’essere umano.
Per Fedeli l’universo elettronico è un ambiente naturale. Le sue opere indagano questo nuovo ecosistema con occhio naturalistico e precisione scientifica, attraverso un lavoro accurato sugli elementi primi della visione e della composizione artistica: luce e buio; contorno e colore; punto, linea e superficie.
In questo ecosistema, creature biomorfe testimoniano la nostra seconda natura elettronica.
Esplorazioni di superfici ricordano che essa è ormai una nostra seconda pelle. Abissi e panorami artificiali mostrano le potenzialità del vedere elettronico. Forme nuove di materia prendono vita, grazie a nuove forme di energia.
Forte e pervasiva è la componente sinestetica: lo stimolo visivo evoca sempre sensazioni tattili e uditive. Ma il lavoro di Fedeli è molto di più di un’indagine rigorosa sul nuovo ecosistema elettronico. Le sue opere dilatano il momento in cui la materia elettronica si fa antropomorfa. Per questo ci appaiono “stranamente familiari”: comunicano energia e ispirazione, inquietudine e calma, integrazione e straniamento, spaesamento e familiarità.
Rappresentano visivamente il controverso vissuto interiore dell’essere umano elettronico, il quale non vuole perdere le sue antichissime radici, il bisogno di realizzarsi e completarsi nella condivisione e nell’osmosi con l’altro, nella relazione e nell’amore. È qui, dove Federico Fedeli fonde sperimentazione artistica e riflessione antropologica, che termina il nostro viaggio nel chiaroscuro lato elettronico dell’essere umano.
Marco Pisciottani.
Queste avanguardie hanno ricercato, attraverso il linguaggio astratto, nuove forme espressive più coerenti con lo spirito della loro epoca.
Il lavoro di Federico Fedeli si colloca in questo ambito.
I suoi digital painting si ispirano alle opere di alcuni esponenti dell’arte digitale contemporanea: dai panorami elettronici di Stanley ai videoclip di Chris Cunningham e alla musica elettronica, dall’esperienza della Video Art ai lavori già classici di Schifano.
Ma nella riflessione artistica di Fedeli si legge anche l’apporto rivoluzionario delle avanguardie storiche: la conquista definitiva del linguaggio astratto, per rappresentare in modo diretto e immediato la nostra vita interiore, sia individuale che collettiva.
Nella nostra storia, abbiamo trasformato ogni innovazione tecnica in una seconda natura. Abbiamo imparato a pensare in una logica alfabetica. Abbiamo interiorizzato la categoria percettiva della velocità. Abbiamo sviluppato la psicologia telefonica, quella cinematografica e quella televisiva. Oggi è l’elettronica che diventa parte della nostra seconda natura: stiamo sviluppando il lato elettronico dell’essere umano: della sua percezione, della sua psicologia, della sua cultura.
Ma qual è il significato di questa rivoluzione silenziosa e inesorabile? Dove ci sta portando?Da questi interrogativi prendono spunto le opere di Fedeli. La sua arte elettronica astratta studia questa rivoluzione inesorabile e silenziosa che sta avvenendo nella vita interiore dell’essere umano.
Per Fedeli l’universo elettronico è un ambiente naturale. Le sue opere indagano questo nuovo ecosistema con occhio naturalistico e precisione scientifica, attraverso un lavoro accurato sugli elementi primi della visione e della composizione artistica: luce e buio; contorno e colore; punto, linea e superficie.
In questo ecosistema, creature biomorfe testimoniano la nostra seconda natura elettronica.
Esplorazioni di superfici ricordano che essa è ormai una nostra seconda pelle. Abissi e panorami artificiali mostrano le potenzialità del vedere elettronico. Forme nuove di materia prendono vita, grazie a nuove forme di energia.
Forte e pervasiva è la componente sinestetica: lo stimolo visivo evoca sempre sensazioni tattili e uditive. Ma il lavoro di Fedeli è molto di più di un’indagine rigorosa sul nuovo ecosistema elettronico. Le sue opere dilatano il momento in cui la materia elettronica si fa antropomorfa. Per questo ci appaiono “stranamente familiari”: comunicano energia e ispirazione, inquietudine e calma, integrazione e straniamento, spaesamento e familiarità.
Rappresentano visivamente il controverso vissuto interiore dell’essere umano elettronico, il quale non vuole perdere le sue antichissime radici, il bisogno di realizzarsi e completarsi nella condivisione e nell’osmosi con l’altro, nella relazione e nell’amore. È qui, dove Federico Fedeli fonde sperimentazione artistica e riflessione antropologica, che termina il nostro viaggio nel chiaroscuro lato elettronico dell’essere umano.
Marco Pisciottani.
24
giugno 2004
Federico Fedeli – Electro Behaviour
Dal 24 giugno al 31 luglio 2004
arte contemporanea
Location
47TH FLOOR
Roma, Via Di Santa Maria Maggiore, 127, (Roma)
Roma, Via Di Santa Maria Maggiore, 127, (Roma)
Orario di apertura
Lunedì 15.30-22.00; Martedì-Venerdì 10.00-13.00 // 15.30-22.00; Sabato 10.00-22.00
Vernissage
24 Giugno 2004, ore 21.30