In fotografia i suoi maestri sono Man Ray per le sue sperimentazioni dadaiste, Mapplethrope per la tecnica ed il suo ruolo di rottura culturale, ma Elsdale e Galimberti che ripropongono in chiave attuale i linguaggi delle avanguardie del ventesimo secolo.
Perini sperimenta il linguaggio della pittura e cambia il suo approccio alla fotografia passando dal figurativo al concettuale. La fotografia apparentemente meno flessibile alle esigenze espressive dell’artista, diviene strumento di indagine di contenuti infiniti e di espressione di moti interiori.

La ricerca di Simone Perini nel contesto espressivo contemporaneo contribuisce ad una visione più complessiva delle arti visive. L’evoluzione si completa col passaggio alla tecnica digitale che permette una maggiore flessibilità e varietà del linguaggio visivo.

Affinando tecnica e temi, Perini elabora un ensemble che snocciola i frammenti di racconto: “Anime Perse” è storia di entità (ombre, anime o caratteri) che si muovono in spazi afoni, con l’inerzia del movimento presente in modo assillante e con a pregnanza dello status del vagabondo in continua evoluzione. Questo recente sviluppo del lavoro di Perini ha prodotto una costola dai turbamenti più marcati e inquietanti: “Anime Nuove”. Figure cupe soggiornano il tempo di un respiro, nella pesantezza dello spazio saturo. Il colore disegna luoghi non-luoghi e queste sagome appaiono come spettri ignari della loro condizione.