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Petra Grozaj / Ivan Fijolic
La scelta di proporre questi due giovani artisti oltrechè tener conto dell’attualità dei linguaggi e della qualità del lavoro, trova la sua ragione forte nell’affinità delle rispettive tematiche, che li ha portati talvolta a collaborare.
Comunicato stampa
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Fra le nazioni dell’Est europeo la Yugoslavia, in virtù della sua particolare struttura politica,
costituiva senz’altro il paese relativamente più libero e più creativo nel campo dell’arte contemporanea, aperto a diversi contatti e scambi con le tendenze più aggiornate della cultura artistica occidentale. Basti pensare alle personalità che la scena yugoslava produsse nel tempo: artisti quali Vienceslav Richter, Vladimir Velikovic, a un movimento come Gorgona, oppure in tempi più recenti a Marina Abramovic e Braco Dimjtrievic, che sono diventati protagonisti di primo piano.
Se oggi le cose non vanno altrettanto bene, è certamente a causa delle vicende storiche che hanno portato alla frammentazione politica, cosicché i flussi e le relazioni fra le nuove repubbliche e il contesto europeo non sembrano essere così forti da offrire un quadro informato della situazione artistica attuale, del profilo delle nuove generazioni.
La mostra di Petra Grozaj e Ivan Fijolic si propone di offrire un contributo per colmare questa lacuna, almeno per quanto riguarda la Croazia.
La scelta di proporre questi due giovani artisti oltrechè tener conto dell’attualità dei linguaggi e della qualità del lavoro, trova la sua ragione forte nell’affinità delle rispettive tematiche, che li ha portati talvolta a collaborare. E’ per questo che saranno esposti anche una serie di opere eseguite a quattro mani.
Per Petra Grozaj la pratica della pittura si configura come una attività in costante cambiamento,
un work in progress in cui l’opera non trova il suo compimento che una volta esposta in una mostra. Un’idea dell’arte quindi come tentativo di registrare la propria condizione quasi in tempo
reale. Le varie stesure, i successivi interventi si sovrappongono modificando nel tempo la superficie dipinta, cancellando o lasciando trasparire gli accumuli passati. I risultati configurano insiemi destrutturati, opachi quanto dei collages, insieme di brani descrittivi e ossessioni simboliche, figure umane e profili animali, scritture e icone urbane. Nella resa pittorica vengono impiegati i codici e i segni più diversi, dalla ampia campitura, al tratto più minuto, dal dripping alla rappresentazione naturalistica, in una deliberata assenza di stile.
Pur praticando anche la pittura, Ivan Fijolic si può definire soprattutto uno scultore, a patto di intendere questo termine nella sua accezione più ampia, che va dalla creazione di oggetti veri e propri alla occupazione dello spazio con delle installazioni. Ciò che colpisce nelle sue opere è l’estrema libertà e versatilità sia nella scelta dei materiali che delle dimensioni e delle condizioni espositive. A lavori di grandi dimensioni in terracotta, in materiale plastico o in legno, alterna
assemblaggi in cui vengono messe insieme ceramica e piante. Ultimamente ha frequentato la pratica del ready-made, utilizzando figurine di plastica innestate con elementi provenienti dalla comune bigiotteria. In tutti i casi ciò che gli interessa è mettere in scena con i mezzi dell’ironia e della parodia il mondo del consumo, della violenza e del lusso.
costituiva senz’altro il paese relativamente più libero e più creativo nel campo dell’arte contemporanea, aperto a diversi contatti e scambi con le tendenze più aggiornate della cultura artistica occidentale. Basti pensare alle personalità che la scena yugoslava produsse nel tempo: artisti quali Vienceslav Richter, Vladimir Velikovic, a un movimento come Gorgona, oppure in tempi più recenti a Marina Abramovic e Braco Dimjtrievic, che sono diventati protagonisti di primo piano.
Se oggi le cose non vanno altrettanto bene, è certamente a causa delle vicende storiche che hanno portato alla frammentazione politica, cosicché i flussi e le relazioni fra le nuove repubbliche e il contesto europeo non sembrano essere così forti da offrire un quadro informato della situazione artistica attuale, del profilo delle nuove generazioni.
La mostra di Petra Grozaj e Ivan Fijolic si propone di offrire un contributo per colmare questa lacuna, almeno per quanto riguarda la Croazia.
La scelta di proporre questi due giovani artisti oltrechè tener conto dell’attualità dei linguaggi e della qualità del lavoro, trova la sua ragione forte nell’affinità delle rispettive tematiche, che li ha portati talvolta a collaborare. E’ per questo che saranno esposti anche una serie di opere eseguite a quattro mani.
Per Petra Grozaj la pratica della pittura si configura come una attività in costante cambiamento,
un work in progress in cui l’opera non trova il suo compimento che una volta esposta in una mostra. Un’idea dell’arte quindi come tentativo di registrare la propria condizione quasi in tempo
reale. Le varie stesure, i successivi interventi si sovrappongono modificando nel tempo la superficie dipinta, cancellando o lasciando trasparire gli accumuli passati. I risultati configurano insiemi destrutturati, opachi quanto dei collages, insieme di brani descrittivi e ossessioni simboliche, figure umane e profili animali, scritture e icone urbane. Nella resa pittorica vengono impiegati i codici e i segni più diversi, dalla ampia campitura, al tratto più minuto, dal dripping alla rappresentazione naturalistica, in una deliberata assenza di stile.
Pur praticando anche la pittura, Ivan Fijolic si può definire soprattutto uno scultore, a patto di intendere questo termine nella sua accezione più ampia, che va dalla creazione di oggetti veri e propri alla occupazione dello spazio con delle installazioni. Ciò che colpisce nelle sue opere è l’estrema libertà e versatilità sia nella scelta dei materiali che delle dimensioni e delle condizioni espositive. A lavori di grandi dimensioni in terracotta, in materiale plastico o in legno, alterna
assemblaggi in cui vengono messe insieme ceramica e piante. Ultimamente ha frequentato la pratica del ready-made, utilizzando figurine di plastica innestate con elementi provenienti dalla comune bigiotteria. In tutti i casi ciò che gli interessa è mettere in scena con i mezzi dell’ironia e della parodia il mondo del consumo, della violenza e del lusso.
25
giugno 2004
Petra Grozaj / Ivan Fijolic
Dal 25 giugno al 31 agosto 2004
giovane arte
Location
ARTBUG GALLERY
Bassano Del Grappa, Via Roma, 98, (Vicenza)
Bassano Del Grappa, Via Roma, 98, (Vicenza)
Autore
Curatore