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Le carte di Ali Hassoun: gli acquarelli
Ali Hassoun stabilisce un punto di incontro tra due diverse culture, “quella tradizionale e spirituale dell’Islam – ha osservato Ivan Quaroni – e quella dinamica ed evolutiva dell’Occidente.
Comunicato stampa
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La Galleria “ViaMaestra 114” ARTE CONTEMPORANEA di Poggibonsi (SI), nell’ambito del ciclo espositivo di carte d’artista iniziato lo scorso dicembre con le opere di A. Possenti, presenta in prima assoluta una raccolta di acquerelli del pittore Ali Hassoun, nato a Sidone (Libano) nel 1964 ma italiano d’adozione. La mostra si apre a distanza di qualche settimana dall’inaugurazione di una importante personale di Hassoun a Pietrasanta (LU), intitolata “Verso Oriente”. E’ con queste due iniziative che l’artista rinsalda i sui legami con la Toscana dove ha esordito nei primi anni novanta con esposizioni al Chiostro di San Cristoforo a Siena.
Ali Hassoun stabilisce un punto di incontro tra due diverse culture, “quella tradizionale e spirituale dell’Islam - ha osservato Ivan Quaroni - e quella dinamica ed evolutiva dell’Occidente. Nei suoi lavori pastori arabi, studenti delle scuole coraniche, cabalisti, vecchi saggi e donne africane vestite con tessuti dai colori sgargianti si muovono in uno scenario in cui la notazione paesaggistica è abolita, spazzata via da un fondale artefatto, citazione di celebri capolavori della Storia dell’Arte, dal Michelangelo della Sistina al Picasso di Guernica, dai pittori senesi del Trecento – Simone Martini e i Lorenzetti – fino a Capogrossi”. Gettando un ponte tra oriente ed occidente l’artista esprime un anelito di riunificazione, di riappacificazione, “un sogno – ha scritto Maurizio Sciaccaluga – di convivenza, proiettato in senso orizzontale (da est a ovest) e verticale (dal presente al passato)”.
Se nelle opere su tela esposte a Pietrasanta, tutte di grandi dimensioni, Hassoun tratta stoffe, tessuti e volti dei personaggi in primo piano con una precisione che rasenta l’iperrealismo, negli acquerelli che compongono la mostra di Poggibonsi si avverte una immediatezza e freschezza maggiori, direttamente derivanti dalla tecnica qui utilizzata. Ali Hassoun non fa mistero che i suoi acquerelli “sono un primo abbozzo, una idea di quello che verrà poi realizzato sul quadro ad olio”, ma allo stesso tempo afferma apertamente che questi lavori su carta spesso “si liberano dalla prerogativa di essere dei disegni preparatori per assumere una autonomia totale e diventare una opera a sé”. E’ proprio con l’acquerello che Hassoun esprime “il primo gesto creativo, immediato, e senza ripensamenti”: si serve pertanto di questa tecnica nel momento in cui concepisce l’opera, allo scopo di lasciare una “traccia” da seguire in un momento successivo. Proprio in ragione di questa peculiarità gli acquerelli di Ali Hassoun acquistano un fascino particolare, poiché costituiscono una sorta di “diario di viaggio” dell’artista da levante a ponente, al di fuori del tempo.
Ali Hassoun stabilisce un punto di incontro tra due diverse culture, “quella tradizionale e spirituale dell’Islam - ha osservato Ivan Quaroni - e quella dinamica ed evolutiva dell’Occidente. Nei suoi lavori pastori arabi, studenti delle scuole coraniche, cabalisti, vecchi saggi e donne africane vestite con tessuti dai colori sgargianti si muovono in uno scenario in cui la notazione paesaggistica è abolita, spazzata via da un fondale artefatto, citazione di celebri capolavori della Storia dell’Arte, dal Michelangelo della Sistina al Picasso di Guernica, dai pittori senesi del Trecento – Simone Martini e i Lorenzetti – fino a Capogrossi”. Gettando un ponte tra oriente ed occidente l’artista esprime un anelito di riunificazione, di riappacificazione, “un sogno – ha scritto Maurizio Sciaccaluga – di convivenza, proiettato in senso orizzontale (da est a ovest) e verticale (dal presente al passato)”.
Se nelle opere su tela esposte a Pietrasanta, tutte di grandi dimensioni, Hassoun tratta stoffe, tessuti e volti dei personaggi in primo piano con una precisione che rasenta l’iperrealismo, negli acquerelli che compongono la mostra di Poggibonsi si avverte una immediatezza e freschezza maggiori, direttamente derivanti dalla tecnica qui utilizzata. Ali Hassoun non fa mistero che i suoi acquerelli “sono un primo abbozzo, una idea di quello che verrà poi realizzato sul quadro ad olio”, ma allo stesso tempo afferma apertamente che questi lavori su carta spesso “si liberano dalla prerogativa di essere dei disegni preparatori per assumere una autonomia totale e diventare una opera a sé”. E’ proprio con l’acquerello che Hassoun esprime “il primo gesto creativo, immediato, e senza ripensamenti”: si serve pertanto di questa tecnica nel momento in cui concepisce l’opera, allo scopo di lasciare una “traccia” da seguire in un momento successivo. Proprio in ragione di questa peculiarità gli acquerelli di Ali Hassoun acquistano un fascino particolare, poiché costituiscono una sorta di “diario di viaggio” dell’artista da levante a ponente, al di fuori del tempo.
22
maggio 2004
Le carte di Ali Hassoun: gli acquarelli
Dal 22 maggio al 26 giugno 2004
arte contemporanea
Location
VIAMAESTRA 114 ARTE CONTEMPORANEA
Poggibonsi, Via Fiume, 60, (Siena)
Poggibonsi, Via Fiume, 60, (Siena)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì dalle 17.00 alle 19.30. sabato dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00
su appuntamento il lunedì e in altri orari
Vernissage
22 Maggio 2004, ore 17.30