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La luce oltre la forma
Alessandra Bonoli, Michele De Luca, Domenico D’Oora, Albano Morandi, Manlio Onorato
Comunicato stampa
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Presso la galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Portogruaro AI MOLINI, domenica 23 maggio 2004 sarà inaugurata la mostra
La luce oltre la forma, cui partecipano gli artisti Alessandra Bonoli, Michele De Luca, Domenico D’Ora, Albano Morandi e Manlio
Onorato.
La mostra si propone come un momento di analisi e di riflessione sull’aspetto linguistico della ricerca artistica contemporanea. Infatti se da un lato si assiste all’affermazione dell’autonomia espressiva dell’arte, dall’altro si partecipa al consolidamento di un percorso privilegiato tra artista e spettatore, che va verso l’eliminazione di ogni ostacolo tra l’idea, in quanto espressione di una certa progettualità, e la percezione, in quanto condivisione e conoscenza del linguaggio specifico dell’arte. La ricerca artistica, che qui si vuole evidenziare, si muove su personali ed individuali interpretazioni della luce. Il nostro percorso principia dalle pitture quasi monocrome di D’Oora, per arrivare all’ideale di profondità proposta nei diversi piani cromatici di Onorato, affrontando, contemporaneamente, le illusorie forme che De Luca traccia sulla superficie bidimensionale o nel seguire la disseminazione delle forme tridimensionali di Morandi, divenute ormai unica unità con sé stesse e lo spazio intorno; per poi spingersi fino alla scultura vera e propria e misurarsi fisicamente con la forma spaziale realizzata da Bonoli. Quindi se da un lato la forma è quell’elemento che registra l’atto creativo ed indissolubile del “fare”, dall’altro la luce si fa metafora dell’assoluto, della percezione, ma è anche quell’elemento linguistico che dà consistenza alla materia, al corpo pittorico. Attraverso la luce e la forma si esteriorizza non solo l’io dell’artista, in quanto capace di costruire forme, ma anche la sua personale concezione, visione e costruzione del mondo attraverso l’esercizio della pittura.
Queste opere, di natura astratta per la loro immediatezza percettiva (però se da un lato Morandi ci mette in una situazione di contaminazione linguistica, dall’altro Bonoli ci propone un’ulteriore astrazione simbolica delle sue forme scultoree), non propongono particolari rimandi ad una qualsiasi forma di figurazione. Tutto contribuisce alla costruzione di un dialogo immediato tra opera e spettatore ed estraneo a qualsiasi mediazione concettuale o esemplificativa.
Con questi presupposti e considerazioni – decisamente separate e autonome per ogni artista – va dunque letta questa mostra nella quale convivono in modo dialettico alcune forme linguistiche articolate e diverse fra loro. Non dunque l’intendo di parlare di un’unità espressiva, quanto piuttosto elaborare una lettura che veda le opere di questi artisti pervase da momenti creativi comuni nei quali è la luce ad avere un ruolo determinante, perché sostenuta da un’idea di pittura, nella quale però anche la forma trova una forte identità senza per questo che alcuno degli elementi linguistici possa risultare risolutivo nella specificazione di uno stile o di una finalità espressiva.
I temi aperti da Alessandra
Bonoli, Michele
De Luca, Domenico
D’Ora, Albano
Morandi e Manlio
Onoratosi si manifestano come una personale ed autonoma interpretazione di un modo di “fare arte”, e nel contempo, come tutte le espressività dell’arte contemporanea, appartengono ad un percorso individuale che ha nella storia dell’arte il serbatoio linguistico nel quale attingere e col quale confrontarsi e dialogare non solamente come processo storico evolutivo, ma anche come stimolo per innovazioni e cambiamenti. Pensare all’esistenza di un’arte racchiusa dentro confini linguistico–formali significa togliere all’arte la sua specificità di essere nello stesso tempo costruzione di un nuovo linguaggio e dall’altro di dare allo stesso linguaggio una propria autonomia espressiva.
La luce oltre la forma, cui partecipano gli artisti Alessandra Bonoli, Michele De Luca, Domenico D’Ora, Albano Morandi e Manlio
Onorato.
La mostra si propone come un momento di analisi e di riflessione sull’aspetto linguistico della ricerca artistica contemporanea. Infatti se da un lato si assiste all’affermazione dell’autonomia espressiva dell’arte, dall’altro si partecipa al consolidamento di un percorso privilegiato tra artista e spettatore, che va verso l’eliminazione di ogni ostacolo tra l’idea, in quanto espressione di una certa progettualità, e la percezione, in quanto condivisione e conoscenza del linguaggio specifico dell’arte. La ricerca artistica, che qui si vuole evidenziare, si muove su personali ed individuali interpretazioni della luce. Il nostro percorso principia dalle pitture quasi monocrome di D’Oora, per arrivare all’ideale di profondità proposta nei diversi piani cromatici di Onorato, affrontando, contemporaneamente, le illusorie forme che De Luca traccia sulla superficie bidimensionale o nel seguire la disseminazione delle forme tridimensionali di Morandi, divenute ormai unica unità con sé stesse e lo spazio intorno; per poi spingersi fino alla scultura vera e propria e misurarsi fisicamente con la forma spaziale realizzata da Bonoli. Quindi se da un lato la forma è quell’elemento che registra l’atto creativo ed indissolubile del “fare”, dall’altro la luce si fa metafora dell’assoluto, della percezione, ma è anche quell’elemento linguistico che dà consistenza alla materia, al corpo pittorico. Attraverso la luce e la forma si esteriorizza non solo l’io dell’artista, in quanto capace di costruire forme, ma anche la sua personale concezione, visione e costruzione del mondo attraverso l’esercizio della pittura.
Queste opere, di natura astratta per la loro immediatezza percettiva (però se da un lato Morandi ci mette in una situazione di contaminazione linguistica, dall’altro Bonoli ci propone un’ulteriore astrazione simbolica delle sue forme scultoree), non propongono particolari rimandi ad una qualsiasi forma di figurazione. Tutto contribuisce alla costruzione di un dialogo immediato tra opera e spettatore ed estraneo a qualsiasi mediazione concettuale o esemplificativa.
Con questi presupposti e considerazioni – decisamente separate e autonome per ogni artista – va dunque letta questa mostra nella quale convivono in modo dialettico alcune forme linguistiche articolate e diverse fra loro. Non dunque l’intendo di parlare di un’unità espressiva, quanto piuttosto elaborare una lettura che veda le opere di questi artisti pervase da momenti creativi comuni nei quali è la luce ad avere un ruolo determinante, perché sostenuta da un’idea di pittura, nella quale però anche la forma trova una forte identità senza per questo che alcuno degli elementi linguistici possa risultare risolutivo nella specificazione di uno stile o di una finalità espressiva.
I temi aperti da Alessandra
Bonoli, Michele
De Luca, Domenico
D’Ora, Albano
Morandi e Manlio
Onoratosi si manifestano come una personale ed autonoma interpretazione di un modo di “fare arte”, e nel contempo, come tutte le espressività dell’arte contemporanea, appartengono ad un percorso individuale che ha nella storia dell’arte il serbatoio linguistico nel quale attingere e col quale confrontarsi e dialogare non solamente come processo storico evolutivo, ma anche come stimolo per innovazioni e cambiamenti. Pensare all’esistenza di un’arte racchiusa dentro confini linguistico–formali significa togliere all’arte la sua specificità di essere nello stesso tempo costruzione di un nuovo linguaggio e dall’altro di dare allo stesso linguaggio una propria autonomia espressiva.
23
maggio 2004
La luce oltre la forma
Dal 23 maggio al 13 giugno 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA COMUNALE D’ARTE CONTEMPORANEA AI MOLINI
Portogruaro, Via Roma, 9, (Venezia)
Portogruaro, Via Roma, 9, (Venezia)
Orario di apertura
martedì, mercoledì, venerdì e sabato 16:30 / 19:30; giovedì e festivi 10:00 / 12:00 e 16:30 / 19:30 chiuso il lunedì
Vernissage
23 Maggio 2004, ore 11:00
Autore